Castellammare di Stabia. Dialisi: tre primari per un intervento all’avanguardia

Castellammare di Stabia. Dialisi: tre primari per un intervento all’avanguardia. In camper, a casa, in vacanza o al lavoro l’equipe dell’ospedale San Leonardo monitora e cura pazienti dializzati a domicilio. La peritoneale, dialisi che si collega all’addome, è un’innovazione che per il reparto di Nefrologia diretto da Mariarita Auricchio non fa quasi più notizia. Da pochi mesi i nefrologi, chirurghi e anestesisti del presidio stabiese sono andati oltre sperimentando un’anestesia locale – mai utilizzata per l’inserimento del catetere tipo Tenckhoff – che offre vantaggi enormi.
LA NUOVA TECNICA A spiegarlo è Giovanni Somma, nefrologo del San Leonardo e anima di un progetto che coinvolge altri due reparti oltre al suo: Chirurgia e Rianimazione. «Per l’inserimento del catetere, necessario per la dialisi peritoneale fino ad oggi il paziente veniva addormentato, da oggi a Castellammare siamo in grado di procedere non solo in laparoscopica ma anche con una nuova tecnica chirurgica videolaparoscopica con anestesia Tap Block. In pratica grazie all’intuizione dell’anestesista riusciamo ad iniettare l’anestetico locale direttamente nei pressi delle terminazioni nervose della parete addominale, bloccando così la trasmissione del dolore». Il procedimento permette al paziente di respirare spontaneamente e mantenere i riflessi di tosse e deglutizione. I numeri sono incoraggianti per un reparto che grazie al lavoro dei suoi medici è riuscito a superare la quota nazionale di dializzati con tecniche innovative. Su un totale di 50 utenti di emodialisi tra il centro di Castellammare e quello di Sant’Agnello, che fanno riferimento all’unica Unità di Nefrologia del San Leonardo, il 40% contro il 15 % nazionale, ovvero 20 cittadini, eseguono la dialisi peritoneale.

LE CURE? IN CAMPER

Il signor Carmine amava viaggiare e godersi le gite con la famiglia all’interno del suo camper. Grazie alle nuove tecniche le sue terapie vengono controllate in remoto e Carmine può proseguire la sua vita di sempre. «Il servizio domiciliare che prevede visite e controlli periodici a casa del paziente – spiega Somma – è andato oltre con il controllo da remoto dei dializzati. Dal cellulare riesco a monitorare come sta andando la terapia e se c’è bisogno del nostro intervento». La telemedicina ha permesso a decine di dializzati di evitare possibili contagi recandosi nei centri ospedalieri. «Oggi più che mai – spiega Somma – a causa della pandemia il progetto di telemedicina che utilizziamo per i dializzati è uno strumento insostituibile, perché oltre alla terapia permette un telemonitoraggio medico giornaliero della propria salute come pressione arteriosa, frequenza cardiaca, peso corporeo, ossimetria, glicemia».
Ora la tecnica innovativa legata all’inserimento del catetere per la dialisi peritoneale sarà esportata oltre i confini campani. «Abbiamo iniziato con i primi pazienti – prosegue il nefrologo – e i risultati sono stati confortanti: nessun fastidio durante l’intervento e nessuna conseguenza postuma. Siamo i primi ad aver adottato questa anestesia per la peritoneale e porteremo i nostri risultati a livello internazionale».

Fonte Il Mattino

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