A settembre a scuola col Covid. Carlo Alfaro

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Agosto è per antonomasia il mese delle vacanze, della libertà e della spensieratezza. Ma il bel tempo, si sa, finisce presto, il calendario corre e settembre non è lontano. Settembre che, come di consueto, segnerà la ripresa della scuola, prevista quest’anno per il 14. Ma quest’anno non è come tutti gli altri. L’emergenza pandemia ha sommerso l’evento di rientro dalle vacanze estive che da sempre è consuetudine di tutti gli studenti con un cumulo inimmaginabile di “forse”, “come”, “se”, “ma”, trasformando la data di avvio delle lezioni in una forsennata corsa contro il tempo nel tentativo di sciogliere i molteplici nodi all’orizzonte. Obiettivo primario, è certamente riaprire regolarmente le scuole, come ha detto anche il Presidente Sergio Mattarella, ma anche quello di garantire la sicurezza di tutti, dato che in molti Paesi il rientro nelle classi ha fatto rialzare le curve dei contagi, benché, sottolinea l’Oms, ad oggi siano stati segnalati nel mondo solo pochi focolai che coinvolgono le scuole. Tutti gli interrogativi che gravano sulla riapertura delle scuole disegnano un quadro ricco di incognite, incertezze, preoccupazioni, problemi e difficoltà che investono tutto il mondo coinvolto nell’istituzione scolastica, dal Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ai dirigenti, al personale docente e non, agli alunni e le famiglie. Peraltro, il rientro a scuola sarà denso per tutti i suoi attori di molteplici aspetti cognitivi, emotivi, sociali, dopo la prolungata chiusura determinata dal lockdown e l’esperienza non sempre felice della didattica a distanza, che lo caricano di ulteriori sfide e significati al di là delle preoccupazioni sui contagi del Covid-19. In attesa delle decisioni del Comitato tecnico scientifico, che si riunirà a fine agosto per una valutazione finale, nelle linee guida del Piano Scuola 2020/2021 per il rientro a settembre, che è stato approvato in via definitiva lo scorso 26 giugno e sarà trasmesso agli Uffici scolastici regionali, si intravede grossomodo quello che aspetta il mondo scuola in questa epocale ripartenza, anche se il MIUR garantirà una grande autonomia ai presidi dei vari istituti scolastici nell’adattare con flessibilità le indicazioni di massima alle loro realtà (con, peraltro, un imponente carico di responsabilità e organizzativo su di loro). Vediamo schematicamente quali sono i principali punti oggetto di dubbio e discussione.
TEST SIEROLOGICI. Sulla utilità dei test sierologici per SARS-CoV-2 si discute ancora: avrebbero più un valore sulla popolazione generale, per valutare la diffusione che ha avuto l’infezione nella comunità, che sul singolo individuo, nel quale comunque è necessario eseguire il tampone per verificare lo stato di infettività, e quindi la contagiosità. Comunque, si ipotizza di raccomandare l’effettuazione del test sierologico, prima dell’inizio della scuola, a tutto il personale scolastico (docenti e personale Ata) e a campione agli studenti, e in caso di positività di effettuare il tampone, nell’ottica di fare uno screening di chi, avendo avuto contatto col Coronavirus, vada sottoposto a tampone. In realtà, i test sierologici hanno troppi falsi positivi e negativi per avere valenza diagnostica. Si prevede che i test saranno volontari, gratuiti, da svolgere fuori dalle istituzioni scolastiche.
NON AMMISSIONE A SCUOLA DI CHI E’ AMMALATO. Non dovrebbe essere prevista la misurazione della temperatura di routine prima dell’ingresso negli istituti scolastici di ogni ordine e grado, ma sta alla responsabilità dei genitori e degli studenti non accedere in aula in caso di febbre oltre 37,5°, o sintomatologia sospetta. Le scuole però potranno dotarsi di strumenti (termoscanner) per il rilevamento della temperatura di personale e studenti (quando se ne dà il caso) e potranno impedire l’accesso a chi avrà una temperatura corporea superiore a 37,5°.
DISTANZIAMENTO FISICO. E’ previsto il mantenimento della distanza minima di 1 metro tra le rime buccali degli alunni, nei banchi ma anche in tutte le attività (e di 2 metri in palestra). Nelle aule si dovrà garantire uno spazio individuale di 2 metri quadrati, compreso lo spazio occupato dal banco. Lo spazio tra la cattedra e i banchi più vicini dovrà altresì essere di almeno 2 metri. Per ottenere ciò, saranno necessari una serie di accorgimenti:
– Nastri adesivi al pavimento per indicare i posti da occupare nel rispetto della distanza.
– Suddivisione delle classi in piccoli gruppi, impegnati in attività e spazi differenti.
– Frequenza scolastica in turni differenziati.
– Aggregazioni all’occorrenza di studenti di diverse classi ed età.
– Alternanza tra didattica in presenza a didattica a distanza.
– Apertura il sabato.
– Scaglionamenti delle entrate e uscite, non solo per evitare il rischio di assembramenti negli edifici scolastici, ma anche sui mezzi di trasporto, soprattutto nelle grandi aree metropolitane, durante le giornate lavorative, nelle fasce orarie di punta del mattino e del pomeriggio.
– Accorciamento delle ore di lezione a 40-45 minuti per garantire un turnover più veloce.
– Accesso alle toilette uno alla volta.
REPERIMENTO DI NUOVI SPAZI PER LA DIDATTICA. Non tutti gli istituti hanno aule grandi a sufficienza per garantire la presenza di tutti gli alunni nel rispetto delle norme sul distanziamento. Per evitare le cosiddette “classi pollaio”, sarà indispensabile reperire nuovi spazi: nell’ambito degli stessi edifici scolastici (palestre, laboratori, corridoi, sgabuzzini) anche attraverso interventi di edilizia leggera, o con la costruzione di tensostrutture in cortile, e fuori (parrocchie, cinema, teatri, musei, caserme) con l’intervento degli enti locali (proprietari delle scuole).
RIPENSAMENTO DELLA DISTRIBUZIONE DEI BANCHI. Per garantire il distanziamento in aula i banchi potranno essere sistemati a nido d’ape, a scacchiera, a coppie, oppure in postazioni singole es. si sono proposte delle sedie con rotelle e tavolino incorporato, o tavolini trapezoidali singoli a spicchio che possono essere usati singolarmente oppure accorpati. Per creare più spazio si è proposto anche di eliminare la cattedra sostituendola con un banco addossato al muro. Si parla di un fabbisogno su tutto il territorio nazionale di 2,4-3 milioni di banchi monoposto da reperire entro i primi di settembre, cosa che i produttori italiani ritengono impossibile, anche se la Azzolina garantisce che, dato che la gara per l’acquisto è in tutta Europa, i banchi saranno reperiti.
AUMENTO ORGANICO SCOLASTICO. Il nuovo piano scolastico post-emergenza richiede un aumento netto di organico docente e Ata, ma al momento non è chiaro se i fondi stanziati dal governo saranno sufficienti allo scopo (si stima servirebbero 85 mila insegnanti e 21 mila collaboratori scolastici in più).
IGIENE SCRUPOLOSA. Dato l’imperativo di tenere disinfettate le mani, sarà necessario predisporre dispenser di gel igienizzante nei corridoi e fuori le aule. Tutti gli ambienti, le superfici, gli arredi, i materiali, dovranno essere puliti adeguatamente e costantemente, ma non ci sono ancora indicazioni specifiche su tempi e modi. Va garantita ampia areazione degli ambienti con ricircolo dell’aria attraverso le finestre aperte.
MASCHERINE. Studenti e personale indosseranno le mascherine durante ingresso e uscita, nei corridoi e in tutti gli spazi comuni, ma non all’interno delle aule. Solo nel caso in cui in classe ci fossero studenti con immunodepressione, la mascherina dovrà essere indossata dagli altri anche all’interno dell’aula. Per i bambini di età inferiore a 6 anni non è previsto l’obbligo di indossare la mascherina. Il Comitato tecnico-scientifico si è riservato di aggiornare le deliberazioni in termini di uso delle mascherine a fine agosto, in base all’andamento dei contagi. Si prevede al momento un fabbisogno di 10 milioni di mascherine al giorno che il governo dovrebbe garantire alle scuole.
ACCOMPAGNATORI. Sarà preferibile evitare l’ingresso all’interno dell’edificio scolastico degli accompagnatori degli alunni, realizzando la zona di accoglienza all’esterno, con un solo genitore, uso della mascherina e rispetto del distanziamento anche tra gli adulti, differenziando i punti di ingresso dai punti di uscita e quando possibile con ingressi e uscite scaglionati.
ATTIVITA’ MOTORIA. Molte scuole dovranno rinunciare all’attività motoria, se non dispongono di locali adeguati alle nuove regole.
MENSE. La riapertura delle mense scolastiche resta a discrezione dei Presidi. Tante le possibilità per garantire il rispetto delle regole: il pranzo potrebbe essere consumato in aula, o potrebbero essere usati altri locali, come le palestre, in aggiunta alle mense, o potrebbero essere serviti piatti unici e pasti monoporzione. I locali delle mense dovranno essere puliti e disinfettati con particolare attenzione.
DIDATTICA A DISTANZA. La tanto discussa didattica a distanza potrebbe restare parzialmente solo per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, dove le opportunità tecnologiche, l’età e le competenze degli studenti consentono di alternarla proficuamente con quella in presenza. Contro il divario sociale verso chi non possiede strumenti tecnologici adeguati per la didattica on line, lo Stato prevede l’erogazione di bonus da 500€ per famiglie con reddito Isee entro i 20mila €, ai fini dell’acquisto di PC, tablet e connessione veloce. Nel caso di un riaccendersi della pandemia, si tornerà alla didattica solo a distanza, ma stavolta con una piattaforma del Miur.
DOCENTI FRAGILI. Si stima che un docente su due delle superiori e uno su tre alle elementari abbia più di 55 anni, e molti sono portatori di patologie che li rendono suscettibili a un decorso più grave del Covid-19. Non è ancora chiaro come sarà protetta tale categoria. La problematica durante la Maturità è stata risolta autorizzando i commissari a rischio a restare a casa.
EDUCAZIONE CIVICA. Il Miur ha stabilito che a partire da quest’anno scolastico l’Educazione civica sia materia obbligatoria in tutti i gradi dell’istruzione, a partire dalle scuole dell’infanzia, con almeno 33 ore all’anno. Tre i temi centrali: lo studio della Costituzione, lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza digitale.
MEDICI E PSICOLOGI NELLE SCUOLE. Si prospetta l’opportunità della presenza nelle scuole del Medico competente per la sorveglianza sanitaria del personale e/o dell’antica figura del Medico scolastico per gli studenti. E anche di Psicologi a disposizione di studenti e personale per il sostegno al disagio emotivo. Inoltre, si è proposta l’introduzione dell’Educazione sanitaria come materia d’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado.
GESTIONE DEI CASI. Nel caso di un alunno che si senta male in classe con sintomi sospetti, le scuole devono aver già predisposto in anticipo aree per l’accoglienza e l’isolamento. Se si confermasse uno studente positivo, il tampone verrebbe esteso all’intera classe e gli studenti messi in quarantena. Viene inoltre auspicata l’individuazione di un referente che possa raccordarsi con i dirigenti scolastici al fine di un efficace contact tracing e risposta immediata in caso di criticità.
APERTURA DEI NIDI. Un capitolo a sè è rappresentato dai nidi. Al momento non è chiaro se e quando apriranno gli asili e con quali modalità.
Carlo Alfaro

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