Salerno. Tribunale nel caos, protesta avvocati ottiene ingressi da 30 a 60, ma è impossibile lavorare con le regole imposte dal Covid

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Salerno. Tribunale nel caos, protesta avvocati ottiene ingressi da 30 a 60, ma è impossibile lavorare con le regole imposte dal Covid «Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha dimostrato in più di un’occasione di non essere capace di gestire un momento di crisi come questo, non solo in fase pandemica ma soprattutto nella ripresa». Il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, Silverio Sica, si allinea alle richieste dell’Unione regionale dei Consigli della Campania che, in una nota a firma del segretario Arcangelo Urraro e dell presidente Gennaro Torrese, chiedono che venga immediatamente consentito agli avvocati il libero accesso a tutte le strutture giudiziarie; che venga consentita la fruizione di tutti i servizi giudiziari in tutte le giornate della settimana; che vengano celebrate tutte le udienze di luglio; che vengano accolte le istanze di anticipazione di udienza, in caso di urgenza, per quelle già differite; che vengano in concreto evase le migliaia di pratiche di liquidazione di patrocinio a spese dello stato e che vengano accelerati gli adempimenti burocratici per i provvedimenti di pagamento e di distribuzione di somme derivanti da procedimenti esecutivi e fallimentari.
LA FOTOGRAFIA
«Il vero problema è il ministro – prosegue Sica – perché a livello centrale non sono state date regole e questo mette in difficoltà i dirigenti della giustizia che sono anche responsabili del diritto alla salute dei propri dipendenti». Anche se a Salerno, precisa Silverio Sica «abbiamo ottimi rapporti con il presidente del tribunale Ciampa. Proprio oggi (ieri, per chi legge) abbiamo ottenuto un’apertura alle nostre richieste: cambieranno i contingentamenti da 30 a 60 ingressi». Ancora ieri, però, venti minuti prima della chiusura delle cancellerie, fissata alle 12.30, c’erano ancora una ventina di avvocati in fila per entrare. Sulla vertenza nazionale, Sica prosegue: «si chiede ai cancellieri di fare lo smart working ma non si consente loro di lavorare bene: i loro computer non sono collegati con la piattaforma ministeriale».
IL DOCUMENTO
Al di là dei buoni rapporti istituzionali a livello locale, gli avvocati salernitani si allineano alle proteste regionali. «Si era messo in conto – si legge nella nota dell’Unione regionale – una ripresa totale di tutte le attività, attendendo con fiducia interventi di adeguamento delle strutture, di sanificazione degli ambienti e degli impianti, di installazione di presidi di sicurezza e di strumentazione idonea, ma tutto ciò non è avvenuto nonostante l’annunzio di misure economiche di sostegno alla giustizia. Giustizia e scuola, cardini fondamentali di qualsiasi democratica nazione, sono stati invece fermi al palo colpevolmente. Tutto ciò è intollerabile e verrà denunziato in ogni sede, spiegando ai cittadini le cause e le responsabilità di chi ridotto la giustizia al collasso, sommando i ritardi di questi quattro mesi di blocco ad un già consistente arretrato. I numeri dell’andamento epidemiologico nella nostra regione, assai favorevoli, inducono l’avvocatura ad assumere allo stato soltanto atteggiamenti di sdegnosa protesta, ma di minore portata fattuale con il ricorso ad astensioni, laddove, però, vi sia il concorso di una reale volontà di ripresa del lavoro che purtroppo ancora non si percepisce. I giudici hanno già differito a periodi post feriali moltissimi processi, peraltro con trattazione scritta o da remoto, non più consentite, e le poche udienze ancora sui ruoli di luglio spesso vengono rinviate di ufficio o differite senza alcuna attività. Non si è minimamente pensato ad anticipare, su richiesta delle parti o d’ufficio, udienze già rinviate e tutto sembra proiettato verso una ripresa a settembre e ciò senza che si sia minimamente intervenuti per l’implementazione di servizi telematici. L’avvocatura deve chiedere il permesso o prenotarsi per accedere ai palazzi di giustizia. L’avvocatura non può sentirsi ospite nella propria casa».

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