Piano di Sorrento. Salvatore Mare attacca sui parchi abbandonati e Piazza Cota

Piano di Sorrento. Salvatore Mare attacca sui parchi abbandonati e Piazza Cota  con un suo post, leggiamolo

“Due pagine piene dedicate da un settimanale locale alla nostra amministrazione comunale; due pagine che fanno e faranno discutere giacché narrano della pedonalizzazione di Piazza Cota a favore dei ristoratori, dei parcheggi alla Tito nelle aree verdi private, dei lavori sul Corso Italia in pieno luglio, della politica dei fatti intesa a suo modo dal nostro Sindaco.

Tutte cose sulle quali a breve ci confronteremo e di cui scriverò, ma l’articolo che mi ha fatto più riflettere è quello sulla imminente riapertura di tutti i parchi pubblici cittadini.

Caspita, occorreva un mio video di sputtanamento per ottenere il risultato? A saperlo lo facevo prima.

A ben leggere però, la colpa sarebbe da attribuire tutta al lockdown Covid, un periodo di blocco che notoriamente a Carotto dura da oltre tre lustri, almeno stante ai risultati finora ottenuti.

Mi rendo conto, nel seguito della lettura, che si tratta della solita improvvisazione e della riapertura al caldo sole estivo più o meno propinata a periodi alterni, visto che la paventata riapertura del Parco Agrumeto San Michele, sarà affidato al Forum dei Giovani; ma solo “provvisoriamente”, forse nell’attesa che si perfezioni l’edificazione dell’ennesimo parcheggio, magari annesso al palazzo ex Italmare, ora Aponte.

Così come il Parco di Legittimo, abbandonato al suo destino e riportato all’attenzione da una lettera indirizzatami da un genitore, che vedeva il giardino abbandonato a se stesso e perennemente chiuso, seppur pubblicamente illuminato a sera.

Poi c’è il parco “cementificio” San Michele, che pare si doterà di attrezzature e di giochi che ne faranno una “attrazione” per il pubblico.

Sarà poi la volta del Parco Petrulo, lì c’è in cantiere un progetto ancora più “impegnativo” per dotarlo di servizi e addirittura di un’area coperta.

Onestamente, credo che bisognerebbe uscire un attimo dai confini locali e andare in giro per il mondo, anche virtualmente visti i tempi e i costi, ma anche semplicemente nelle vicinanze, ad ammirare e apprendere cosa significa un parco verde, e distinguerlo dalla concezione nostrana del parco giochi.

Un parco verde è un luogo dove ci si può ristorare, ritemprarsi lasciando alle spalle lo stress cittadino, respirare a pieni polmoni della funzione clorofilliana, ripararsi dalla calura estiva al fresco delle verdi chiome, o semplicemente ammirare i colori e le sensazioni delle altre stagioni.

Un luogo dove l’acqua possa essere protagonista con i suoi giochi e percorsi naturali, un laghetto con anfibi e pesci d’acqua dolce e piante acquatiche, un colorato pergolato fiorito, insomma il posto giusto dove potersi rilassare, magari leggere un libro, o portare i nipotini per insegnare loro il rispetto per la natura e tutti gli esseri viventi.

Come siamo lontani da tutto ciò”

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