Palermo. La foto simbolo dell’intervento di un poliziotto durante l’alluvione. Il post di un collega: “Chiunque tu sia, a te va il mio grazie”

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La foto che immortala e rende eterno il gesto eroico di un poliziotto che durante l’alluvione di ieri a Palermo non esita ad entrare in acqua per cercare di salvare vite umane, diventa il simbolo della tragedia vissuta ieri nella città siciliana ed un “monumento” al sacrificio ed all’abnegazione degli uomini delle Forze dell’Ordine. E ci piace riportare il post pubblicato su Facebook proprio da un suo collega, Marco Billeci, che ha voluto con le sue parole rendere omaggio all’eroico gesto.

 Chiunque tu sia, caro collega, a te va il mio grazie…

15.07.2020, Palermo.
Giornata come tutte le altre, il turno ti è cominciato da un paio d’ore. Ieri avrai fatto probabilmente servizio di sera, mentre la città festeggiava il festino, tu ed il tuo “coppio” a pattugliare.
Forse non sei nemmeno di Palermo, forse questa città ti sta stretta, forse vorresti tornare dalla tua famiglia. O forse sei di Palermo, forse sei tornato alla tua famiglia… Fatto sta che stai facendo la tua pattuglia quando comincia a piovere…. Piovere… Piovere come se non ci fosse un domani… “Collè, minchia acqua!!”…
Eh già, tanta, troppa… Comincia ad accumularsi… Forse transitavate dal Viale Regione o forse vi ci ha mandato la centrale operativa in supporto, fatto sta che arrivi e trovi davanti ai tuoi occhi l’apocalisse: decine di auto sotto metri di acqua e fango, decine di persone che gridano e piangono, bambini intrappolati, madri impaurite… E allora tu cosa fai? Ti scordi della paga fra le più basse d’Europa, ti scordi delle infamie della magistratura, ti scordi delle cattiverie delle malelingue, della stampa pronta a metterti in croce e ti fiondi li, dove serve, dove senti di dover essere e fai la cosa per cui siamo nati: SERVIRE!
Ed ecco che, senza pensarci, ti ritrovi a nuotare verso quelle macchine, a portare in salvo le persone e a tornare indietro a controllare se ci sia ancora qualcuno… Quando ci chiamate SERVI DELLO STATO, quando gridate ACAB, quando puntate il dito contro di NOI, quando alludete a corruzioni inesistenti o fate le vostre invidiose considerazioni sul 24 sicuro bhe… Sappiate che noi non siamo servi ma SERVITORI, siamo BASTARDI ma non per come lo intendete voi ma, soprattutto, ricordatevi che quello che ognuno di noi vive OGNI GIORNO durante la propria carriera, VOI forse lo vedrete una volta sola nella vita… A quanti incidenti mortali avete assistito? Quanti morti avete toccato? A quante madri avete comunicato la morte di un figlio? Quanti delinquenti vi siete trovati davanti? Ecco… Pensateci… E riflettete che, NONOSTANTE TUTTO, noi SERVITORI BASTARDI, figli della strada, saremo sempre pronti a venirvi in aiuto anche se questo significa mettere a rischio la propria vita… Perché siamo fatti così: siamo figli del TRICOLORE, fratelli che indossano divise diverse ma che hanno cuori UNIFORMI… non siamo Angeli né eroi… Siamo semplicemente uomini e donne che vorrebbero avere rispetto sempre e non solo quando vi accorgete che esistiamo… ABBIAMO BISOGNO DEL VOSTRO AFFETTO, l’unica vera SODDISFAZIONE di questo nostro mestiere…
Questa foto possa diventare simbolo di tutto ciò che significa essere SERVITORE, FIGLIO DELLA GENTE…

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