Mediterraneo. Torna in tv il film che ci ha fatto emozionare “In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare”

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Mediterraneo. Torna in tv il film che ci ha fatto emozionare “In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare”  Qualcuno, quando uscì, lo definì un beach movie di guerra… Vero? Falso? Sembra una contraddizione, ma in realtà Mediterraneo, il film stasera in tv, è davvero un beach & war movie insieme. Sembra un ossimoro, in realtà il suo bello…Del beach movie, c’è lo spirito della vacanza, dei sogni e delle abitudini che durano il tempo di un’estate al mare. C’è la Grecia. Ci sono degli uomini che si tolgono la divisa (letterale) quotidiana e si mettono a prendere il sole, amare, giocare (a calcio) sulla spiaggia. Noi ricordiamo quel film e la partenza da Positano per le isole della Grecia , un film che ci fece emozionare tanto, al punto di lasciarci andare al viaggio per arrivare in quell’isola

 

 

che storia racconta Mediterraneo di Gabriele Salvatores?

Giugno 1941. Otto soldati italiani sbarcano su un’isola greca, del Mar Egeo. Sembra disabitata. Scoprono qualche giorno dopo che in realtà, ci sono solo donne, bambini, anziani e il pope, il sacerdote ortodosso. I tedeschi che occupavano l’isola prima di loro, hanno portato via gli uomini.

Al comando del gruppo c’è un tenente, professore di Lettere nella vita pre-guerra (Claudio Bigagli). Aggiungete due fratelli delle Alpi venete che si innamoreranno di una pastorella, un sergente maggiore (Diego Abatantuono). Un contadino (Gigio Alberti) inseparabile dalla sua asina Silvana. Quando morirà, la sostituirà con Garibaldi… E poi ci sono anche un soldato innamorato della poesia (Giuseppe Cederna), un altro (Ugo Conti) che si innamorerà a sorpresa e non vi diciamo di chi…

stasera in tv

LA LOCANDINA DEL FILM, IL QUINTO DI GABRIELE SALVATORES

I mesi passano. Sull’isola arrivano altri. Aziz che condivide con gli italiani il fumo dell’oblio… Vassilissa, la prostituta dell’isola, sconvolgerà la vita dei soldati. Tre anni dopo lo sbarco, sulla sabbia atterra un aeroplano: il pilota (Antonio Catania), svela al gruppo isolato dal mondo e dalla Storia, cosa è successo in Italia. È tempo di tornare…

Mediterraneo, un film leggendario: perché?

“Italiani, brava gente”… Quando vinse l’Oscar, nel 1992, in tanti scrissero che il film dava al mondo l’immagine dell’Italia e degli italiani che il mondo voleva. Hollywood soprattutto. Vero? Sì. Ma non c’era solo quello…

Il film è liberamente ispirato al romanzo Sagapò di Renzo Biasion. Salvatores e la sua troupe l’hanno girato a Kastellorizo, nel Dodecaneso. C’era un solo albergo, e in molti dormirono nelle case dei residenti.

È uno di quei film di guerra anti-militaristi nel loro midollo. L’incipit è questo: “In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare”. Autore è il medico e biologo francese Henri Laborit.

La frase finale è “Dedicato a tutti quelli che stanno scappando”. Frase molto “generazionale”. Quella del regista che, dopo aver vissuto gli anni ad alta concentrazione di utopie politico-sociali-artistiche, si ritrova di fronte al vuoto ideologico.

GABRIELE SALVATORES A HOLLYWOOD, CON L’OSCAR 1992. FOTO GETTY

Aggiungete il riferimento personale alla trilogia della fuga di Gabriele Salvatores. Cominciata con Marrakech Express e proseguita con Turné. Verrà poi Puerto Escondido.

Nel cast c’è tutta la “banda Salvatores”. Lui e i suoi attori, incontrati quasi tutti sul palcoscenico del Teatro dell’Elfo di Milano. Manca solo Fabrizio Bentivoglio…

Oltre all’Oscar, il film ha vinto 3 David di Donatello 1991. Il Globo d’Oro, un Nastro d’argento e il Ciak d’Oro.

Mediterraneo: tanti errori, ma da Oscar

Come capita ai film storici, in tanti si sono divertiti a segnalarne gli errori. Per esempio quello di intonare l’inno di Mameli quando invece l’inno dell’esercito del Regno d’Italia era la Marcia reale d’Ordinanza.

Il Garibaldi, la nave che si vede, era un incrociatore italiano, non una nave americana come nel film.

Le zattere autogonfiabili, all’epoca non esistevano. Come non esisteva il termine “cazzate” ripetuto dal personaggio di Abatantuono: entra nello Zingarelli nel 1964.

diego abatantuono gabriele salvatores

PAUSA SUL SET: IL REGISTA, UGO CONTI E DIEGO ABATANTUONO. FOTO GETTY

Idem la pizza 4 stagioni: all’epoca c’era solo la Margherita, dal nome della regina di inizio Novecemto… All’epoca non veniva usato neppure il termine “bar”. E la definizione di Vassilissa come “puta” in realtà è spagnolo, non greco…

Il gruppo sbarca nel giugno 1941: non può quindi sapere dell’intervento italiano in Russia, che inizierà dopo

Farina cita un verso di Saffo, definendolo poeta greco. Era una poetessa, la prima della Storia…

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