Il virus continua a circolare. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte proroga lo stato di emergenza al 15 ottobre

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in Aula al Senato, ha confermato la proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre: «Il virus continua a circolare. La proroga dello stato di emergenza è inevitabile. L’indirizzo è prorogare lo stato di emergenza a ottobre. La proroga è necessaria per assicurare la continuità operativa di chi sta svolgendo attività di assistenza e di sostegno, per chi subisce gli effetti, diretti ed indiretti, di una pandemia che seppure fortemente ridimensionata non si è esaurita. Mi rivolgo alle forze di maggioranza ma anche di opposizione, perché su questi temi non si deve ragionare su schieramenti precostituiti o logiche precostituite” e “resto fiducioso che possa maturare in quest’Aula con consapevolezza e piena assunzione di responsabilità una convergente valutazione positiva su questo decisivo passaggio da cui discendono rilevanti conseguenze per l’intera comunità nazionale. La proroga dello stato di emergenza non incide sui poteri del presidente del Consiglio di emanare decreti. Il potere di emanare Dpcm è al momento correlato alla data del 31 luglio non perché ci sia una formale connessione tra Dpcm e stato emergenza ma perché questo prevede la norma di rango primario legittimante. La dichiarazione dello stato di emergenza è un presupposto di fatto ma non potrebbe in alcun modo legittimare l’adozione di Dpcm se non fosse affiancata da una fonte di rango primario. Quel potere richiederà un nuovo decreto. Alla decisione di prorogare sono stati attribuiti significati di ogni tipo, fino alla volontà di preservare poteri extra ordinem, suscettibili di alterare l’ordinaria dialettica democratica. La mancata proroga dello stato di emergenza finirebbe per far cessare l’operatività del commissario il cui lavoro si sta rivelando fondamentale. Soprattutto in questa fase la struttura commissariale sta procedendo all’acquisizione e distribuzione delle apparecchiature e i dispositivi di protezione individuale e ogni altro bene strumentale, compresi gli arredi utili a garantire per settembre l’ordinato avvio dell’anno scolastico a più di 10 milioni di persone tra studenti, insegnanti e personale amministrativo che dovranno rientrare nelle scuole nella massima sicurezza. Ed è obiettivo da tutti riconosciuto prioritario che richiede uno sforzo molto elevato, anche collettivo. E’ una grande sfida per il Paese. Serve un cauto livello di guardia ed avere la possibilità di intervenire con speditezza qualora ci dovesse essere la necessità. Non c’è alcuna intenzione di drammatizzare né di alimentare paure ingiustificate nella popolazione».

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