Delitto di Ravello, domani sera nella puntata di “chi l’ha visto”

Domani sera a partire dalle 21:20 il celebre programma “Chi l’ha visto?” dedicherà la sua ultima puntata di questa stagione al caso insoluto di Ravello: il delitto di Patrizia Attruia. Un omicidio commesso il 26 marzo 2015 di cui è stata attribuita la responsabilità a Giuseppe Lima e Vincenzina Dipino. Patrizia Attruia e Giuseppe Lima convivevano nella casa della Dipino in una situazione alquanto anomala: tutto il paese, infatti, parlava di uno strano “triangolo amoroso” finché un giorno la Attruia è stata trovata morta e la colpa è automaticamente ricaduta sui suoi conviventi con ille hanno inflitto 14 anni e 2 mesi di reclusione. Questa decisione non ha mai convinto Gianloreto Carbone, il giornalista di punta di Chi l’ha Visto?” che ritiene che l’accusata sia fisicamente troppo minuta ed incapace di aver poter usare violenza sulla vittima. Di seguito, invece, le parole di Giuseppe Lima, condannato ad una pena inferiore, 13 anni e 6 mesi con la concessione delle attenuanti generiche dopo che l’uomo ha ammesso gli addebiti, affermando di aver colpito la vittima ma di non volerla uccidere: “Quella sera a stento mi reggevo in piedi e comunque sapevo che si sarebbero calmate da sole. Ricordo che la sera della morte di Patrizia, mentre stavo seduto nella sdraio, le ho sentite urlare con più forza del solito e mi sembra di aver capito che la questione era relativa a chi avesse avuto un rapporto sessuale con me. Di solito per calmare bastava che io urlassi dalla cucina ma quella sera Enza e Patrizia si erano addirittura azzuffate e io, preso dalla rabbia, sono entrato nella stanzetta, le ho separate e poiché Enza era fisicamente molto più piccola della Attruia, ho colpito più volte quest’ultima sbattendola, credo, vicino a un muro, se non sbaglio quello dov’era posizionato il letto. Sono assolutamente certo di non aver usato alcuna arma o alcun oggetto mi ricordo che in qualche modo Patrizia, molto forte fisicamente, ha reagito e io credo si averle dato alcuni pugni violenti all’altezza del collo o comunque in faccia vicino all’orecchio. Dico credo perché l’unica cosa che ricordo con certezza è che Patrizia nel cadere a terra mi aveva coinvolto nella caduta. Ricordo che credevo che la stessa fosse soltanto svenuta. Altro onestamente non riesco a ricordare perché poi sono tornato nella sdraio e solo più tardi, risvegliandomi, ho visto che Patrizia era nella stessa posizione in cui l’avevo lasciata”.

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