Castellammare di Stabia. Nasce un nuovo clan: due rampolli guidano il traffico delle armi

Castellammare di Stabia. Nasce un nuovo clan: due rampolli guidano il traffico delle armi. Né clan Cesarano, né clan D’Alessandro. Al rione Moscarella di Castellammare «comanda» un nuovo clan, un «terzo sistema» stabiese guidato da due pregiudicati e capace di gestire l’import di armi, con tanto di kalashnikov trovati nei vari arsenali sequestrati nel corso degli ultimi tre anni. È questa l’ipotesi inquietante alla quale sta lavorando la Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, con le indagini affidate ai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia. A guidare il «sistema» del rione Moscarella ci sarebbero due pregiudicati, entrambi coinvolti nell’ultima inchiesta sullo spaccio di droga per conto del clan D’Alessandro. Dalla cosca stabiese che ha la sua roccaforte nel rione Scanzano, i due raccontano le pagine dell’ultima inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta acquistano la droga da rivendere nella piazza di spaccio della Moscarella, un quartiere che si è sviluppato negli anni Ottanta con la costruzione di una serie di palazzine popolari, a ridosso dal più noto rione Savorito.

In «concorrenza» con la vicina piazza di spaccio del «bronx» Faito e in totale autonomia dai due clan di camorra principali, nel rione Moscarella ci sono due pregiudicati ritenuti aspiranti boss. Per l’Antimafia si tratta di Silverio Onorato e Raffaele Polito, due trentenni residenti nelle palazzine di via traversa Tavernola, cuore del rione Moscarella. Entrambi risultano indagati nell’ultima operazione anticamorra contro il clan D’Alessandro e sono figli di altrettanti affiliati ai Cesarano. Salvatore Polito, papà di Raffaele, fu ucciso in un agguato di camorra il 6 settembre 2012, di primo mattino, mentre si recava al bar che gestiva proprio nel rione Moscarella. Con un passato nelle fila del clan Cesarano, secondo gli investigatori Polito senior fu ammazzato dopo essersi defilato. Silverio Onorato, invece, è figlio di Michele «’o pimontese», condannato in via definitiva perché affiliato sempre al clan Cesarano del rione Ponte Persica e attualmente detenuto. Grazie al «pedigree» criminale dei due papà, secondo l’Antimafia Polito e Onorato «in pochi anni hanno assunto il controllo del quartiere Moscarella», rione ormai diventato punto di riferimento per l’acquisto di droga e armi. Gli arsenali della camorra spesso vengono custoditi in quel quartiere e a dimostrarlo ci sono una decina di sequestri avvenuti nel giro di tre anni di indagini.

Da luglio 2017 allo scorso aprile, sono state sequestrate decine di armi. In una sola volta tre pistole, due fucili da guerra e decine di munizioni lo scorso autunno, prima ancora addirittura un kalashnikov perfettamente funzionante e pronto a sparare, e ancora tre pistole un anno fa. In un casolare abbandonato, poi, è stato scovato un laboratorio per la droga, mentre appena un mese fa è stato sventato un agguato di camorra. Era la notte tra il 19 e il 20 maggio scorsi, quando i carabinieri sono intervenuti nel rione Moscarella dopo una lite tra due pregiudicati legati a Polito ed Onorato e un gruppo di «rivali». Il quartiere era stato blindato con vedette armate e pronte a sparare, ma il blitz dei carabinieri, entrati nel rione dalle varie strade d’accesso, ha messo in fuga tutti i partecipanti. In un’aiuola, poi, è stata ritrovata una pistola calibro 7,65 carica e con colpo in canna, abbandonata al momento della fuga. Ieri il Riesame ha confermato per entrambi la misura cautelare: Onorato resta sottoposto all’obbligo di firma, Polito invece ai domiciliari. Nello stesso blitz erano finiti in carcere due elementi di spicco del clan D’Alessandro che restano in cella: si tratta di Carmine Barba e Antonio Rossetti «’o guappone».

Fonte Il Mattino

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