Capri. Inchiesta sui trasporti, annullata la misura alla manager La Rana

Capri. Inchiesta sui trasporti, annullata la misura alla manager La Rana. Nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura di Napoli sulle concessioni per la gestione dei bus turistici sull’isola di Capri, il Tribunale del Riesame di Napoli ha confermato la misura dell’interdizione dai pubblici uffici per il dirigente della Città Metropolitana di Napoli, Giuseppe De Angelis, e annullato il divieto di dimora a Capri per l’imprenditrice Anna La Rana.

Anna La Rana, difesa dagli avvocati Errico e Arturo Frojo, risponde dell’ipotesi di corruzione in concorso con De Angelis: avrebbe assunto, secondo sinora le ricostruzioni effettuate dagli inquirenti, una persona segnalata da De Angelis in cambio dell’interessamento di quest’ultimo a sbloccare parte del milionario credito che l’azienda Atc di Anna La Rana vanta nei confronti della Città Metropolitana.

Il collegio difensivo dell’indagata ha sostenuto che non c’è stato alcun rapporto di corruzione. Tra 45 giorni verranno depositate le motivazioni del provvedimento firmato dai giudici della libertà di Napoli che hanno ritenuto di accogliere l’istanza circa l’annullamento della misura spiccata contro La Rana da parte dell’ufficio gip del Tribunale di Napoli.

Intanto l’autorità giudiziaria prosegue ad indagare ad ampio raggio pure sul discorso legato alle concessioni demaniali. In questo contesto spunta, ma in un’altra inchiesta, la figura di Alfonso Ronca, noto imprenditore della Penisola Sorrentina impegnato nei trasporti su gomma. Secondo le ipotesi degli inquirenti, il leader di Autolinee Torquato Tasso addirittura potrebbe rappresentare un uomo vicino alla camorra.

Le indagini condotte dalla Procura distrettuale Antimafia di Napoli puntano a svelare un presunto patto tra imprenditori e uffici competenti per ottenere il rilascio o la proroga di concessioni demaniali, dietro la corresponsione di mazzette o svariate altre utilità.

Un vero e proprio sistema che avrebbe permesso nel tempo ad alcune società di monopolizzare il settore dei trasporti e dei servizi marittimi tra le province di Napoli e Salerno. Diverse le ipotesi di accusa: dalla corruzione al traffico d’influenze, passando per la turbativa d’asta e il falso ideologico.

In alcuni casi, si profilano addirittura infiltrazioni della criminalità organizzata, che attraverso i colletti bianchi avrebbero cominciato a fare affari con le concessioni demaniali.

Fonte Metropolis

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