Vico Equense, racket appalti privati: una condanna e due patteggiamenti

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Vico Equense, Penisola Sorrentina. Si conclude (per il momento) l’inchiesta sui racket degli appalti privati, che ha sconvolto per mesi la cittadina peninsulare tra attentati e agguati. Obiettivo di queste faide, si legge nell’articolo del collega Salvatore Dare su Metropolis, era l’imprenditore Mario Parlato.

Pasquale Cioffi è stato condannato per un anno, ed è stato colui che piazzò un ordigno all’esterno dell’abitazione della vittima. Hanno ricorso al patteggiamento il presunto “regista” degli attentati, l’imprenditore Michele Ferraro, e quello che è ritenuto suo complice Rosario Salan: ad entrambi è stata inflitta una pena di tre anni.

I tre vennero arrestati l’estate scorsa dai carabinieri, dopo la svolta nell’inchiesta effettuata dalla Procura di Torre Annunziata, e nella giornata di ieri sono finiti davanti al Gup Valeria Campanile, con il Cioffi che ha ricorso al rito abbreviato.

Gli investigatori hanno ricostruito le vicende e i tre, agivano secondo le indicazioni di Ferraro. Fu messo in atto un piano a scopo di intimidire Parlato, che aveva messo le mani su grossi lavori per privati. Secondo l’accusa Ferraro voleva ottenere il restyling del convento di Montechiaro, appalto per mezzo milione di euro.

Parlato si aggiudicò i lavori, scatenando le reazioni di Ferraro e Salan, che volevano che l’imprenditore rivale lasciasse quell’impresa, passando alle intimidazioni prima con un incendio doloso a un mezzo e poi una bomba
carta all’ingresso di un deposito della ditta. Si pensò inizialmente ad agguati cammorristici.

La Procura ricondusse quelle azioni a quello dei business edili. Ferraro aveva messo gli occhi sull’affare milionario rappresentato dall’hotel Cristallo, che sarebbe potuta finire tra i lavori accaparrati da Parlato. Nella sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Torre Annunziata, Ferraro (difeso dagli avvocati Giuseppe Ferraro e Giuseppe
Parascandolo) e Salan (difeso dagli avvocati Giovanni Visco e Giuliano Sorrentino) hanno chiesto di patteggiare una pena di tre anni.

Con il parere favorevole della Procura, il giudice Campanile ha deciso per il patteggiamento, disponendo anche le
attenuazioni delle misure a cui erano sottoposti i due imputati. Ferraro, ai domiciliari ma lontano dalla città natia, potrà tornare a Vico Equense, sempre in stato di detenzione domiciliare.

Salan invece non è più agli arresti: dovrà osservare il divieto di dimora a Vico Equense. Sempre il gup Campanile, al termine del rito abbreviato, ha riconosciuto le attenuanti generiche a Cioffi (difeso dall’avvocato Giuseppe Ferraro) che si è visto comminare una pena di un anno. Via libera al dissequestro degli indumenti che la polizia giudiziaria
gli “requisi” nel corso delle indagini.

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