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Speciale Positanonews TG con il sindaco di Napoli Luigi De Magistris: “I sindaci non servono solo a vestire la fascia. La risorsa mare fondamentale per ripartire”.
Ecco quanto ci ha detto il sindaco di Napoli Luigi De Magistris nell’intervista esclusiva realizzata questo pomeriggio per uno speciale del Positanonews TG che ha visto condurre in primis Gigione Maresca con il direttore Michele Cinque e io critico d’arte di Napoli Maurizio Vitiello, il riferimento, neanche troppo velato, al Presidente della Regione Campania VIncenzo De Luca. “Noi sindaci d’Italia abbiamo avuto un atteggiamento nella fase del lock down molto responsabile. Ricordiamo a chi ci sta vedendo ed ascoltando che i sindaci sono per legge responsabile della sanità, della salute dei concittadini all’interno del comune. Di fronte ad un’emergenza nazionale per evitare che ogni sindaco potesse avere decisione e quindi un caos a livello nazionale abbiamo consegnato al Governo una delega in bianco, con spirito di fiducia e cooperazione, per agire sul piano sanitario. Il Governo ha ritenuto in qualche modo di delegare anche alle Regioni un potere molto forte in materia sanitaria e questo è accaduto nella Fase Uno. Adesso, è una fase completamente diversa. In questa fase continuare come stanno facendo alcune Regioni, tra cui la nostra, e continuare a relegare il ruolo del sindaco in maniera marginale, non è un torto che si fa al sindaco, significa non consentire alle nostre comunità, quali Napoli, Positano, tutti i comuni d’Italia, di ripartire. Perché senza i sindaci, quindi senza il popolo, senza le nostre comunità, non ci può stare mai la ripresa economica e sociale da nessun punto di vista. Perché come regolamentare un mercato, come regolamentare le isole pedonali, come far funzionare le attività commerciali, questa è materia del sindaco, altrimenti il sindaco che fa? Lo mettiamo solamente a stare là con la fascia tricolore? Non è così. Al Sud, se continuano questi atteggiamenti irresponsabili, e se continua il Governo a non dare risorse economiche ai territori, noi avremo più vittime sociali ed economiche che sanitarie. Perché noi siamo stati molto bravi sul piano sanitario a stare a casa, a contenere i contagi, il comportamento dei campani, dei napoletani, devo dire è stato esemplare. Adesso è venuto il momento di ripartire, del turismo, del commercio, sempre con le precauzioni necessarie. Quello che spiace è che in questo momento non tutti colgono le modalità con cui si deve ripartire e alcune decisioni sono addirittura incomprensibili. Ad esempio, noi riteniamo che in questa fase, per evitare assembramenti, per far rivivere la città, bisogna aprirli i luoghi, non chiuderli, quanto più possibile, e cercare di diluire le persone. Invece altri, per paura o per altri motivi, che cosa fanno? Con atteggiamento che vede nel cittadino il colpevole e nell’operatore economico il colpevole, chiudono orari e chiudono luoghi. Ma se non si consente dopo le 22 di prendere una birra e berla con gli amici, questi entreranno nel locale, creando ancora di più l’assembramento. E addirittura nel locale, se parli con qualsiasi virologo, ti dice che c’è più rischio di contagio. Queste decisioni, ormai, in questa fase spettano ai sindaci. Conte ha detto che abbiamo ragione, quindi andiamo avanti. A breve faranno anche una norma così si chiarirà la situazione”.
“Napoli sta vivendo un problema economico-sociale devastante. Perché Napoli, grazie al lavoro che abbiamo fatto in questi anni, è stata la città che più è cresciuta per cultura e turismo, che creano un’economia circolare enorme. E’ un’economia trasversale in questo momento ferma, e questa è una tragedia. Anche perché il Governo che si era impegnato a rifocillare la tassa di soggiorno, risorsa importante per gli eventi culturali, non ci ha dato dei soldi. Quindi è veramente un momento drammatico. Perché la nostra Campania, la Costiera, Napoli, le isole, vivono di cultura, turismo, commercio ed artigianato. Però io sono ottimista: vi dico che quest’estate faremo una grande estate, perché noi dobbiamo essere bravi a lanciare subito una visione secondo la quale noi siamo stati bravi dal punto di vista sanitario, quindi venire da noi è più sicuro che andare altrove. E in più possiamo garantire quegli elementi che in questo momento sono fondamentali: umanità, solarità, bellezza dei luoghi e riscoperta di un rapporto tra le persone e lo spazio”.
“Adesso dobbiamo dimostrare al mondo che abbiamo una capacità visionaria più forte. Non possiamo morire di depressione sociale, umana ed economica, noi adesso dobbiamo avere coraggio di tenerci per mano, affrontare i problemi, capire che abbiamo delle risorse e delle potenzialità enormi, le bellezze naturali e l’accoglienza sono le cose che le persone adesso più vogliono, vogliono semplicità dopo quello che è successo. Non vogliono il grande viaggio all’estero, riscopriamo i nostri luoghi, cominciamo a creare un’economia circolare ed un turismo nazionale. E poi i corridoi. Io voglio lavorare quest’estate sui corridoi turistici. Cioè l’aeroporto di Napoli, Napoli città sicura, individuiamo le altre città sicure e creiamo voli diretti. E poco alla volta, entro qualche mese, ritorneremo ai numeri di prima”.
“Adesso la scarsezza di risorse rende tutto più difficile, ma questo è uno degli obiettivi: il mare. Proprio in questa fase, tra la fine del lock down e la Fase Due, abbiamo fatto delle cose significative. Molti hanno chiuso le spiagge, a Napoli abbiamo fatto l’inverso: abbiamo fatto la delibera sulle spiagge aperte, una manifestazione d’interesse così abbiamo chiesto alla città di contribuire a tenerle organizzate meglio, così come stiamo lavorando, vediamo se ce la facciamo, a mettere per quest’anno solare per tre mesi una piattaforma sulla scogliera davanti al lungomare di Napoli, così come abbiamo avuto un progetto molto interessante di grandi zattere da mettere in mare per prendere il sole, ma anche per fare dei concerti. Insomma, il mare non è il luogo da violentare e da rendere pieno di plastica, dobbiamo capire che il mare è una grande risorsa. Io sono convinto, ovviamente non sono un medico, che il mare ha salvato molte delle regioni dove c’è stato contagio minore, perché se guardiamo a tutte le regioni che hanno il mare vicino, hanno avuto complessivamente un livello di contagio molto più basso. Il mare è anche salvare. Il mare ci aiuta ad avere più spazi. Ci aiuta a vivere di più e meglio”.