Praiano. La difesa del sindaco Di Martino “250 euro non erano una tangente, ma per una pratica amministrativa”

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Praiano. La difesa del sindaco Di Martino “250 euro non erano una tangente, ma per una pratica amministrativa”. La Costiera amalfitana con il fiato in sospeso per la vicenda del sindaco Giovanni Di Martino che è stato tratto in arresto domiciliare, convertito in divieto di dimora a Praiano, come anticipato ieri da Positanonews.
Ha risposto a tutte le domande degli inquirenti il sindaco di Praiano Giovanni Di Martino che, ieri mattina, ha sostenuto l’interrogatorio di garanzia dopo l’arresto per concussione avvenuto venerdì ad opera degli uomini della Squadra mobile. Ma non solo. Il reato contestato, quello di concussione appunto, è stato derubricato ad induzione illecita. Il suo legale di fiducia, l’avvocato Antonio Zecca, ha anche chiesto un approfondimento di indagini alla procura e ottenuto la revoca degli arresti domiciliari, sostituita dal divieto di dimora a Praiano.

COSA HA DETTO

Di Martino, come poi specifica oggi sul Mattino Petronilla Carillo, ha spiegato, nel dettaglio, tutta la trattativa portata avanti con l’amministratore di condominio che lo ha poi denunciato, facendo notare anche che 250 euro sono una somma esigua per una tangente. Il primo cittadino ha raccontato che quel denaro serviva per avviare una pratica amministrativa lecita e che gli accordi erano stati presi nell’ambito di una serie di riunioni tenute al Comune, alla presenza di altre persone che – a quanto pare – sono state indicate una ad una agli inquirenti. «Tutto è avvenuto alla luce del sole», ha ripetuto più volte, spiegando che la vicenda non riguarda il comune di Praiano né il suo ruolo di amministratore. Di Martino ha sostenuto che quell’importo era destinato ad altri quale acconto sui costi di un procedimento amministrativo. Il tutto, dunque, secondo il sindaco è stato fatto nella trasparenza assoluta e nel rispetto della legge e, se è andato lui in persona e ritirare il denaro, è solo perché in quel momento si trovava a Salerno. Il sindaco ha anche spiegato che si erano sentiti poco prima al telefono con il suo accusatore e che era stato lui stesso a dirgli che, se non fosse stato possibile vedersi, avrebbero potuto organizzarsi poi diversamente. «Mi auguro – ha detto l’avvocato Zecca al termine dell’interrogatorio – che la vicenda possa essere rapidamente ricostruita nel dettaglio per consentire al sindaco di tornare a Praiano a svolgere il suo ruolo di primo cittadino».

COSA E’ SUCCESSO?

Il blitz della Squadra mobile (agli ordini dei vicequestori Marcello Castello ed Ennio Ingenito, sono scattate a seguito della denuncia di un amministratore di condominio il quale, secondo il racconto fatto ai poliziotti, lo scorso maggio, avrebbe appreso che sarebbero stati effettuati dei lavori sulla rete fognaria principale e che il Comune stava per eseguire degli scavi in prossimità dell’entrata del suo parco. Così avrebbe provveduto a incaricare il proprio tecnico di concordare con la ditta esecutrice dei lavori l’intervento di riparazione, poi eseguito, sulla rete fognaria nella parte di pertinenza del condominio. Nel pomeriggio di mercoledì 3 giugno, però, sarebbe stato contattato direttamente dal sindaco di Praiano e invitato a raggiungerlo al Comune. Nel corso del colloquio «per regolarizzare la pratica ed evitare possibili ripercussioni amministrative e pecuniarie e lungaggini burocratiche, la cifra in contanti di 250». Di qui la denuncia e, su indicazione dei poliziotti, l’appuntamento con il sindaco. Appuntamento al quale vi erano anche alcuni agenti. Ora le indagini proseguono e non si esclude che la procura possa aprire un nuovo filone d’indagine su quegli allacci fognari e su eventuali ipotesi di abusivismo edilizio in tutta la Costiera e di regolarizzazione delle pratiche non regolari. Ma, sicuramente, ora verranno anche cercate verifiche alle dichiarazioni rese dal primo cittadino.

 

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