Penisola Sorrentina e dintorni, il dramma della crisi Covid: retribuzioni da fame e orari massacranti

La crisi per l’emergenza Covid ha colpito pesantemente il settore turistico, che in queste ultime settimane sembra abbia ripreso a respirare. Come abbiamo raccontato in questi mesi, ad essere colpiti sono soprattutto i tanti addetti ai lavori, che rappresentano la spina dorsale di questo comparto e tanti sono gli “invisibili”, gli stagionali in balia delle onde, che attendono speranzosi un minimo di sostentamento, dopo essere stati esclusi per colpa di un codice o per una tipologia di contratto, dai bonus previsti da governo e regione.

Per far fronte a tale periodo difficile, molte di queste persone nella area di Sorrento e dintorni hanno ripreso a lavorare, purtroppo in condizioni poco dignitose. Ci giungono notizie incredibili, di persone pagate anche 300 o 400 euro al mese per svolgere 10 o più ore al giorno di lavoro o per coprire turni notturni, dipendenti a stipendi dimezzati rispetto all’ultima stagione turistica e alberghi che aprono solo per un mese. La situazione poi è ancora più paradossale, se si va a leggere alcuni annunci di lavoro.

Recentemente infatti ci sono attività del settore, che offrono lavoro per receptionist o concierge, richiedendo lavoratori qualificati (anche in possesso di laurea), conoscenza di almeno due lingue straniere, “bella presenza, predisposizione al sorriso e alla cura del cliente, capacità di problem solving e attitudine all’ospitalità” e “flessibilità di orari e residenza in penisola”, offrendo semplicemente un contratto di stage. Speriamo che la situazione non sia ancora più estrema di quanto emerge, perché siamo veramente di fronte a un dramma occupazionale.

 

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