Lavoratori stagionali, Gennaro Savio: “Ischia prenda esempio da Capri”

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    Il dramma del lavoro che non c’è esplode oltre le attese di un’estate alle porte. Tra le più importanti località turistiche d’Europa, al top da anni con il 30 per cento del Pil di comparto in Campania, Ischia non riesce a nascondere il malessere che le stringe la gola come il virus: ci sono novemila abitanti, su un totale di 63mila, tutti addetti stagionali nell’industria delle vacanze, che hanno superato il limite di resistenza. Ecco cosa scrive Ciro Cenatiempo per Il Mattino.

    Sono senza soldi e occupazione. Una delegazione era scesa in piazza tre settimane fa per lanciare l’allarme. Ieri la voce della protesta si è alzata di nuovo. Si fa strada la disperazione. Chiedono dignità. «Si intervenga per evitare ulteriore povertà e scongiurare suicidi», il grido. In duecento e più, con le mascherine, preoccupati anche di osservare i protocolli di sicurezza, hanno manifestato davanti al Comune. «Novemila lavoratori non hanno ancora beneficiato dei contributi economici del governo Conte, a partire dal bonus di marzo per cui, oltre ai 600mila euro del decreto cosiddetto Cura Italia, gli stagionali non riceveranno neppure i 1.200 euro stanziati per loro dalla Regione». Queste le premesse degli organizzatori per evidenziare una ferita sociale che era stata colta dalle imprese di settore già da tempo; e, tra gli amministratori ischitani, dal sindaco di Forio, Francesco Del Deo, che aveva lanciato l’Sos al governo. Finora le risposte istituzionali non sono arrivate, oppure solo a singhiozzo.

    «Si tratta di 1.800 euro negati a ogni unità lavorativa. Spettano di diritto. E privano l’economia isolana di una gittata economica di oltre 16 milioni. Un profondo buco nero, per l’indotto locale sempre più stagnante». L’analisi stringente di Gennaro Savio, fondatore e presidente del comitato di lotta dei lavoratori stagionali, non ammette repliche. E le proposte sono concrete, lucide: «Chiediamo che i bonus di marzo, aprile e maggio siano concessi a tutti i lavoratori che l’inverno scorso hanno percepito la Naspi, senza differenze» Lo scenario non permette vie di fuga. «La Naspi o la cassa integrazione vanno corrisposte fino alla prossima riassunzione a chi dal primo giugno risulti disoccupato; mentre è fondamentale il prolungamento della Naspi sino all’assunzione nel 2021 per quanti lavoreranno solo pochi mesi». Alcuni alberghi non riapriranno. Altri lo faranno per il clou della stagione, tra agosto e settembre. Poi, il blackout. Per camerieri, manutentori, addetti ai piani, portieri e migliaia di collaboratori storici che sono la colonna vertebrale dell’ospitalità, si richiuderanno le porte. «Perché i Comuni ischitani non prendono l’esempio da Capri, con lo stanziamento, grazie all’accensione di appositi mutui, di fondi ricorda Savio – da destinare ai lavoratori? Qui si fa pericolosamente il contrario. Ecco perché chiediamo al Comune di Ischia di invertire la rotta e destinare il milione e 600 mila euro promesso alle imprese a tutti gli stagionali».

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