Divieto di balneazione alla Marina di Cetara: riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni

Costiera amalfitana, Cetara. Riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni di Giulio Pavone riguardo il divieto di balneazione alla Marina di Cetara.

L’estate è ormai arrivata, l’anno è iniziato non nei migliori dei modi, ma cerchiamo di restare positivi. Si può?

Dopo una marea di restrizioni, di limitazioni delle libertà individuali inalienabili, ci ritroviamo di nuovo “liberi”. Tutti i comuni si propongono come garanti dell’ordine pubblico, che permetterà di arginare la propagazione del virus. Ma c’è qualcosa che ci sfugge. A Cetara, per esempio, dove il Comune ha vietato l’accesso alla spiaggia pubblica fino al 29 maggio, ora sembra essere ripartito riaprendo le varie attività commerciali, ma dimenticando di comunicare ai propri visitatori che l’acqua risulta non balneabile, stando ai dati dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Campania (ARPAC https://portale.arpacampania.it/mappa-interattiva). Si sa che la Regione deve trasmettere l’analisi dei dati locali ai ministeri, è invece obbligo del singolo ente comunale fare in modo che il divieto di balneazione su una determinata area sia evidente. L’area sottoposta a divieto deve difatti essere esplicitamente delimitata prima della stagione balneare e deve predisporre una segnaletica adeguata a rendere chiara la prescrizione per i bagnanti. Ma nulla di tutto ciò è stato fatto dall’amministrazione comunale cetarese, e perché? Forse perché andava contro i propri interessi? Beh, forse sì. Di fatti è da poco che il “Lido Cetara” (a gestione comunale) ha riaperto. Sulla pagina del Lido c’è una lunga serie di regole da dover tener presente per poter accedere ai servizi offerti e al mare, ma cambiando prospettiva chiediamoci: il Comune sta rispettando tutte le regole?

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