Da Salonicco a Sorrento con la “Divina” nel cuore incontro con il soprano greco Sophia Chatz foto

Incontro il soprano greco Sophia Chatz presso l’Oasi di Sant’Agnello curata dal Wwf Terre del Tirreno. Una location che scopro perfetta per parlare di musica lirica. Quando ho conosciuto Sophia la prima volta, grazie ad amici comuni, abbiamo condiviso da subito la passione per la Lirica, le ho proposto così di concedermi un’intervista per un semplice ma per me fondamentale motivo: le misure anti covid_19 hanno colpito tutto il settore dello spettacolo, quello teatrale e musicale in particolare, e ritengo giusto in questo momento difficile dare una mano e voce ad artisti che normalmente ci regalano emozioni meravigliose. Durante il lockdown dai balconi abbiamo cantato tutti insieme riscoprendo uno spirito di fratellanza che spesso noi italiani non dimostriamo, questo rimarrà un episodio di storia del costume che ricorderemo per sempre, e che senza tema di smentita dimostra quanto il bel canto e la musica contino nella nostra vita dal punto di vista culturale e sentimentale. Mi auguro che presto la ripartenza economica si ricordi dei musicisti, dei cantanti, dei ballerini e di quanti lavorano dietro le quinte di cinema e teatri. Sophia Chatziriga è greca, di Salonicco, città che lei paragona a Napoli per il mare e il calore dei suoi abitanti. Nella sua famiglia il bel canto è stato da sempre coltivato ma in modo amatoriale, lei è stata la prima a fare di questa passione una professione. Il sacro fuoco, come si suol dire, è cresciuto in lei con gli anni, è divampato frequentando gruppi di giovani musicisti a Salonicco fino all’incontro con il tenore Stavros Giannoulis suo maestro. Ha studiato musica al Conservatorio, ha affinato tecniche e approfondito la conoscenza per acquisire le competenze che si richiedono a chi aspira a diventare un soprano. Mi ha confessato che all’inizio era combattuta tra la danza e il canto poi, a seguito di una prima esperienza nel mondo della spettacolo d’Oltremanica, le è stato chiaro che l’amore per il canto era superiore a quello per la danza. A Sophia chiedo subito di Maria Callas, per noi italiani e non solo: la Divina. Le s’illuminano gli occhi, la Callas è l’icona per eccellenza della Lirica contemporanea, per tecnica e talento quasi insuperabili, ma Sophia mi confessa anche la sua grande ammirazione per Renata Scotto. Un piacere parlare con Sophia della Scotto e della Callas, mi vengono in mente certe celeberrime interpretazioni di Madame Butterfly e della Traviata di entrambi i soprani. La conversazione vira sulle più belle arie, e noto subito che Sophia dimostra un amore viscerale per Rusalka di Antonín Dvořák. Comprendo, dal trasporto con cui me ne parla che quest’opera le ha conquistato l’anima. Confesso che se fosse stato possibile l’avrei voluta vedere esibirsi sul ponte di legno davanti al bio lago dell’Oasi con l’Inno alla Luna, credo che anche qui a Sant’Agnello, grazie alla voce di Sophia sarebbe spuntato dall’acqua Ondin, lo Spirito del Lago, padre di Rusalka per aiutarla a realizzare il suo sogno. “Rusalka” è una fiaba slava che somiglia come vicenda alla “Sirenetta” di Andersen, la protagonista è un’Ondina perdutamente innamorata di un Principe che non può neanche abbracciare essendo fatta di acqua, chiede aiuto alla strega Ježibaba di trasformarla in una donna in carne e ossa, in cambio però la fattucchiera le chiede la voce e cosa più importante le comunica che se il Principe la tradirà, trascorrerà il resto della sua esistenza sola nel fondo del mare. Il Principe, neanche a dirlo la tradirà con un’altra Principessa salvo poi salvarla dalla maledizione, rinunciando alla sua di vita. Un’Opera mi ricorda Sophia che celebra la Natura, e l’amore che essa nutre per tutte le sue creature ma che noi umani come il Principe della fiaba spesso tradiamo: inquinandola. Prendo spunto da questa eroina per raccontare a Sophia che noi sorrentini amiamo la maga “Armida” , uno dei personaggi più celebri della “Gerusalemme Liberata” di Torquato Tasso che Gioacchino Rossini mise in musica. Chiedo a Sophia tra il serio e il faceto se, come Armida, per amore sarebbe disposta a rapire e confinare un uomo su di un’isola per tenerlo tutto per sé. Sophia mi sorride, risponde fiera che non rapirebbe mai un uomo perché l’Amore è una libera scelta mai una costrizione. Touché! E’ meravigliosamente greca dentro e fuori questa ragazza, ha la bellezza e il fascino della Callas pasoliniana la tempra di Penelope. Introduco Enrico Caruso nella nostra conversazione e Sophia si entusiasma, per il tenore italiano perché come lei era innamorato di Sorrento, e con malcelato orgoglio mi ricorda che come lei era Pesci, l’ultimo segno dello Zodiaco, quello legato alle persone più geniali e più fantasiose. Mi vengono in mente, mentre Sophia mi parla di Caruso con l’affinità di chi ne apprezza a pieno la bravura, le caricature che il grande Maestro firmava, che ho avuto la fortuna di vedere da bambino in un’esposizione a Sorrento, in pochi schizzi di matita c’erano tutto il genio, la fantasia, l’acume e anche l’umorismo di un nato sotto il segno dei Pesci. A proposito di genio e sregolatezza, per deformazione professionale chiedo a Sophia che ne pensa di “Zorba il greco”, romanzo di Nikos Kazantzakis, vorrei sapere da lei, che è un’artista, dove colloca la passione nella vita. Sophia mi spiega che per lei la passione è il colore, la poesia, il motore di tutto ma che nella vita ci vuole sempre equilibrio, quello che a Zorba mancava del tutto. Metto sul piatto della nostra conversazione, Andreas Staïkos un altro scrittore greco che mi ha divertito moltissimo con il suo “Le relazioni culinarie”, due uomini che cercano di conquistare la stessa donna a colpi di prelibatezze, e chiedo a Sophia che pietanza le dovrebbe cucinare un uomo per conquistarla, Sophia senza pensarci un attimo mi dice che in cucina la cosa più importante è che un uomo non combini pasticci, sorride, poi aggiunge che lei adora un piatto sorrentino “tagliolini gamberetti e limone” cenerebbe volentieri con questo piatto, e conclude rivelandomi che alla cucina greca in generale preferisce quella italiana più equilibrata nei sapori, nei profumi e nei grassi. Accenno alla politica, Tsipras o Mitsotakis? Sophia mi blandisce né l’uno né l’altro, traspare dalle sue parole molta disillusione sulla capacità di risolvere i gravi problemi economici della Grecia da parte della classe politica (siamo sulla stessa barca). Le chiedo della vicina Turchia, mi sorprende rivelandomi che ha diversi amici turchi e che in generale i due popoli hanno più motivi per andare d’accordo di quanto si creda. Siamo alla fine di una lunga e interessantissima conversazione, domando a Sophia se un giorno vorrà avere figli o pensa che la carriera lirica glielo possa impedire, risponde che il suo modello è Renée Lynn Fleming, che ha dimostrato nei fatti che un Soprano può essere un’ottima madre. Sophia è venuta qui a Sorrento nel 2018 per partecipare al “Primo concorso di canto lirico Città di Sorrento” dove ha avuto la fortuna di conoscere un altro dei suoi idoli Norma Fantini. Mi confessa che di Sorrento si è innamorata a prima vista, come Rusalka del Principe e Armida di Rinaldo. Per questo ha deciso di rimanere, insegna e lavora da remoto come molti docenti della “generazione covid”, aspetta però di poter tornare a calcare le scene. Le auguro di tornare a incantare il suo pubblico con l’opera di  Antonìn Dvořák. La vita, a pensarci bene, non è molto diversa da un brano musicale. Ne siamo noi gli autori, ne determiniamo il ritmo, decidiamo con quali note e quali pause riempire il tempo. E infine ne scegliamo gli accenti. Dopo questa pandemia spero in una musica di rinascita, i talenti come Sophia Chatz ci aiuteranno a comporla e soprattutto a condividerla, non siamo fatti per vivere in quarantena siamo animali sociali dopotutto.
di Luigi De Rosa

Da Salonicco a Sorrento con la “Divina” nel cuore incontro con il soprano greco Sophia Chatziriga

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