Castellammare, il pressing di Greco sul governo Renzi per salvare il cognato al Cira: il caso raccontato da Il Fatto Quotidiano

"Il re del latte" stabiese avrebbe offerto il proprio aiuto al presidente dell'Asi Saggese, arrestato dopo una vacanza in Costiera Amalfitana. Ma per salvare il cognato, Greco si sarebbe affidato ad Antimo Cesaro di Scelta Civica, per convincere l'allora ministro Giannini ad evitare l'annullamento dei vertici del Cira

A pochi giorni dalla scarcerazione per l’affare ex Cirio, l’imprenditore stabiese Adolfo Greco viene travolto da un nuovo ciclone. Il Fatto Quotidiano, con un articolo a firma di Vincenzo Iurillo, ricostruisce una nuova intricata vicenda, che riguarderebbe il cognato di Greco, l’ingegnere Leopoldo Verde, che all’epoca dei fatti era il Dg del Cira di Capua. Si temeva infatti che con l’arresto del presidente dell’Agenzia Spaziale Italia Enrico Saggese, Verde sarebbe rientrato nell’azzeramento del Cira.

La vicenda, avvenuta esattamente sei anni fa, emerge le carte depositate che hanno condotto al recente arresto del “re del latte”, poi annullato con il riesame: si tratta delle ultime vicende giudiziarie in cui è emerso che i parlamentari di Forza Italia Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo (che attendono l’autorizzazione a procedere delle camere) sarebbero stati corrotti con versamenti di tangenti e costosissimi rolex quando amministravano la provincia di Napoli per i permessi dell’ex area Cirio.

Ed in questo contesto, secondo le ricostruzioni, che è sempre protagonista Greco che decide di fare pressione su un membro del primo governo Renzi, ovvero il ministro della ricerca scientifica Stefania Giannini, per salvare Verde. L’imprenditore si rivolge ad un esponente diA Scelta Civica, ntimo Cesaro, cogliendo la palla al balzo della militanza del figlio Luigi Greco, all’epoca consigliere comunale a Castellammare di Stabia. Amicizie potenti, il quale Greco vantava anche nelle sue intercettazioni: “Sono amico di Montezemolo”: infatti nel 2013, quando l’ex presidente di Confindustria era in tour elettorale in terra stabiese, c’erano anche i Greco ad accoglierlo.

C’era una fitta rete di interessi comuni tra Greco, Verde e Saggese: secondo le intercettazioni e le trascrizioni dalle ambientali consegnate al pm Andreana Ambrosino, emerge la paura del cognato di Greco alle prime notizie su Saggese, indagato per concussione nell’ambito della gestione dell’Asi. Greco avrebbe invitato addirittura Saggese per una vacanza in Costiera Amalfitana ed un soggiorno al suo Holiday Inn di Cava de’ Tirreni, offrendo al presidente dell’Asi il proprio avvocato. In seguito a questo incontro Saggese verrà arrestato.

La paura per l’azzeramento dei vertici del Cira traspare anche dalle intercettazioni dei familiari: le sorelle Rega, mogli di Greco e Verde, parlano che l’assessore regionale Sergio Vetrella possa agire in tal senso, dopo l’arresto di Saggese. Quindi è in questo clima che Adolfo Greco avrebbe avvicendato un altro Cesaro, quello di Scelta Civica, grazie all’intercessione del figlio Luigi, per attuare un azione di lobbying sull’esecutivo di Matteo Renzi e la ministra Giannini. Verdi comunque non salverà il posto di direttore generale, ma conserverà il suo lauto stipendio da 160mila euro annui.

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