Calcio Femminile. Pomigliano in serie B, le parole del portiere Ilaria Del Pizzo

Il Consiglio Federale dell’8 giugno ha ufficialmente promosso Il Pomigliano Calcio femminile in serie B. Per l’occasione la nostra redazione ha contattato Ilaria del Pizzo, portiere della squadra granata e componente fondamentale grazie alle sue eccezionali parate, per rivolgerle qualche domanda:

 

A che età hai iniziato a giocare a calcio e come è nata questa passione?

“La mia passione per il calcio è nata da piccola. Ho sempre giocato con i miei amici del mio quartiere. Ma la passione vera in me è scattata vedendo la scuola calcio di Mister Ciro De Gennaro, icona storica del calcio vicano. Il pomeriggio dopo la scuola seguivo i loro allenamenti che si svolgevano nel campetto di fronte casa. Al termine prendevo il mio amato pallone e ripetevo da sola gli esercizi che avevo visto fare”.

 

Hai sempre giocato come portiere oppure hai sperimentato anche altri ruoli?

Il primo anno che ho giocato in una vera squadra ho fatto un po’ il jolly, mi sono mossa un po’ in tutti i ruoli. Forse la svolta c’è stata una domenica che il portiere non c’era e mi è stato chiesto di giocare in porta e ricordo che in quell’occasione parai anche un rigore e da quel momento non sono uscita più dai pali”.

 

 Il passaggio in B è avvenuto su decisione del Consiglio Federale dell’8 giugno, credi che ci sarebbero potuti essere gli estremi per vincere direttamente tornando a giocare campo? E ti avrebbe dato maggiore soddisfazione questa seconda possibilità?

“Sicuramente vincere il campionato sul campo ti da tutta un’altra emozione. Ma sono certa che se avessimo ripreso la nostra marcia verso l’obiettivo non si sarebbe fermata. Avevamo 12 punti di vantaggio sulla seconda e tutti gli scontri diretti dalla nostra. Penso che potevamo solo continuare a confermare i nostri ottimi risultati”.

 

Tu hai già giocato in serie B, che tipo di campionato dovrete affrontare l’anno prossimo?

Si ho giocato in B in A2 ma sono passati diversi anni. Ora come ben sapete da 2 anni la A e la B sono passate alla Figc quindi diciamo che siamo entrati nel mondo dei professionisti, ma la strada è ancora lunga perché ancora, nonostante tutte queste riforme, non siamo riconosciute come tali. Sicuramente ci sono squadre attrezzate che dietro hanno i club maschili vedi la Lazio di Lotito, il Chievo Verona e tante altre. Il livello è salito tantissimo e sarà sempre più avvincente e stimolante confrontarsi con ragazze forti”.

 

Qual è stata la tua parata più bella di quest’anno e quale quella della tua carriera?

“La parata più bella di quest’anno o meglio le parate più belle penso di averle fatte con il Palermo nello scontro diretto. Sapevo l’importanza di quella partita e dentro di me avevo un’adrenalina indescrivibile mi sentivo insormontabile. Ce ne sarebbero tante da raccontare ma le porto con un sorriso dentro me”.

 

Qual è il segreto per essere una squadra forte come lo siete state voi quest’anno?

“Il segreto di una squadra forte è il gruppo o il cosiddetto “spogliatoio”. Lì nasce la forza per lottare aiutarsi in campo poi il lavoro dello staff tecnico è stato impeccabile: si è lavorato curando ogni minimo particolare per farci arrivare la domenica nel migliore dei modi”.

 

Tra i trofei vinti quale ti ha emozionata di più e perché?

“Io penso che quest’anno sia stata l’emozione più bella. Venivo da un anno particolare e qui ho ritrovato la voglia di vincere di lottare e portare avanti il mio sogno”.

 

Cos’è per te il calcio?

“Il calcio per me è vita so che è una risposta banale ma le emozioni che si vivono in quel rettangolo verde non si possono descrivere devi solo provarle per capire. Soprattutto il ruolo del portiere si vivono sensazioni uniche in porta”.

 

Pensi che del calcio femminile si parli troppo poco rispetto a quello maschile?

“Sicuramente rispetto al maschile si parla molto di meno ma non mi riferisco solo al calcio; sono prima di tutto una sportiva incallita, seguo qualsiasi disciplina e noi donne siamo messe sempre in secondo piano ma abbiamo eccellenze mondiali che forse non hanno il giusto lustro da chi di dovere e forse, molte volte, portiamo più risultati dei maschietti. Spero prima o poi si arrivi ad una equità”.

 

Tu giochi anche a beach soccer, quali emozioni ti dà questo sport rispetto al calcio normale?

Il beach soccer è un mondo a parte, è un’altra disciplina. Lo scorso anno all’europeo per club ci siamo classificate al 4° posto su 24 team con ragazze provenienti da ogni parte del mondo. Ho avuto anche la fortuna di segnare 1 gol perché il campo avendo misure ristrette, il portiere ha più possibilità di giocare con i piedi. A beach il mio ruolo è molto diverso da quello classico di portiere: sicuramente tra i pali è uguale ma nelle uscite si usano anche tecniche di calcio a 5, tipo la spaccata e la croce; la sabbia è “maledetta”, basta una zolla per far cambiare direzione al pallone e devi essere reattiva, pronta. Quindi si lavora sempre per imparare, apprendere e migliorare”.

 

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