Bonus vacanze in Italia, protestano le strutture ricettive: “Non li accettiamo”

Costa d'Amalfi, Sorrento e Capri, Atex si oppone ai sussidi per i viaggiatori

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    «Rifiutate le prenotazioni di chi intende pagare utilizzando il bonus vacanza». È una linea dura quella di Atex, l’associazione che raggruppa numerose strutture extralberghiere tra Penisola sorrentina, Amalfitana e Capri e che invita i propri associati a non accettare i clienti che intendano utilizzare per il pagamento del soggiorno la misura introdotta dal Governo nel tentativo di far ripartire il turismo. Ecco cosa scrive Massimiliano d’Esposito per il quotidiano il Mattino. 
    Con il decreto Rilancio sono stati stanziati 2,4 miliardi da destinare sotto forma di incentivi alle famiglie che volessero trascorrere le proprie vacanze in Italia. La domanda, come spiega l’Agenzia delle Entrate, può essere presentata dal primo luglio al 31 dicembre 2020 dai nuclei familiari che hanno un indicatore Isee non superiore ai 40mila euro. La cifra cui si ha diritto varia da un minimo di 150 euro per una famiglia mononucleare ai 300 euro per una famiglia composta da due persone, fino ai 500 euro destinati a una famiglia formata da più di due componenti. Si tratta di uno sconto per i servizi offerti da alberghi, bed and breakfast, agriturismo, campeggi e villaggi turistici e vale l’80 per cento del bonus. Il restante 20 per cento diventa una detrazione di imposta sulla prossima dichiarazione dei redditi da parte del richiedente. Alle strutture ricettive l’importo del bonus vacanze sarà rimborsato sotto forma di credito d’imposta, ma può essere anche ceduto ai fornitori o agli istituti di credito.
    Proprio la modalità di incasso dei corrispettivi rappresenta il motivo principale per cui Atex invita i propri associati a non accettare i bonus. «È imbarazzante – spiega il presidente Sergio Fedele – aver previsto che gli ospiti verseranno alle strutture ricettive solo il 20 per cento dell’importo della vacanza mentre il restante 80 per cento sarà recuperato dall’imprenditore solo attraverso il credito d’imposta. Una decisione che invece di agevolare le strutture turistiche, le zavorra costringendole a sostenere costi senza incassare, peraltro in un momento drammatico». Ma sono anche altri i motivi che spingono Atex a rifiutare le prenotazioni collegate al bonus vacanze. «È gravissimo – aggiunge Fedele – che la misura principale destinata al turismo sia questo bonus cui è stata destinata oltre la metà delle risorse impegnate per l’intero settore. Non è certo un provvedimento come questo che risponde alle esigenze di una filiera al collasso. Poteva essere una misura complementare (se strutturata bene) ma non certo l’intervento principale». Poi ci sono i problemi legati alle procedure burocratiche cui gli operatori devono attenersi, considerate dall’associazione «complesse e pesanti», tanto che «per aver diritto al riconoscimento del beneficio è necessaria la consulenza di un commercialista».

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