UN RICORDO DI CLAUDIO FERRETTI

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Purtroppo ci ha lasciato il noto radiotelecronista Claudio Ferretti. Voce famigliare alla radio di “Tutto il calcio minuto per minuto”, passò alla storia per la telecronaca che tentò di addolcire in tutti i modi, della sorprendente sconfitta di Benvenuti per mano( e che mano!) dell’allora semisconosciuto Carlos Monzòn. Aveva 73 anni e fu a lungo conduttore del Tg 3 e caporedattore sportivo di raitre. Fu anche un valente talent scout ( mi si permetta l’anglicismo); lanciò Enrico Lucci tra il serio ed il faceto a telesogni, trasmissione che condusse con estrema professionalità seppure un po’ di malavoglia. Figlio d’arte, del mitico Mario Ferretti, il radiocronista di Coppi e forgiatore della mitica frase “Un uomo solo al comando, la sua maglia é biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi!”. Ferretti era benvoluto da tutti per la sua umanità, gentilezza e garbo. La pacatezza fu la sua più grande arma umana e professionale tanto da essere unanimamente stimato da colleghi e dagli atleti che puntualmente intervistava. Ebbi modo di venirgli a contatto due volte. La prima nel 1987 dove rispose con sagacia e obiettività ad una mia lettera giovanile sulla rivista “Ciclismo agonistico”, la seconda qualche anno più tardi a Sorrento in occasione di una corsa ciclistica professionistica, dove ebbi il piacere di offrirgli un ottimo caffè e scambiare 10 minuti di garbate ed interessanti chiacchiere inerenti la professione del giornalismo sportivo. Notai subito il suo distinto e garbatissimo modo di essere oltre la sua colta dialettica. Lo voglio ricordare proponendo la foto della lettera che gli scrissi e la sua garbatissima risposta. Ciao Claudio! Ci mancheranno tanto i giornalisti per bene come te.

Eugenio Lorenzano

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