Sorrento, Raffaele Lauro sugli effetti del covid: “Serve ripianificare il turismo dalla Penisola a Capri”
DALLA POLITICA INTERNAZIONALE A QUELLA NAZIONALE. LE RESPONSABILITÀ DEL GOVERNO CONTE E L’ATTESA DEL RECOVERY FUND. LA BOMBA SOCIALE E IL SOVRANISMO. UN’IDEA PROGETTO VENTENNALE PER IL RILANCIO DEL TURISMO, A SORRENTO E IN PENISOLA SORRENTINA
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R.: Come ho analizzato in articolati interventi, siamo passati, a livello geopolitico mondiale, dal bipolarismo, nato a Yalta nel 1945 tra il blocco occidentale, guidato dagli Stati Uniti, e il blocco orientale, guidato dall’Unione Sovietica, al multipolarismo. Dopo la caduta del muro di Berlino, nel novembre 1989, il tramonto delle ideologie e la fine di molti regimi comunisti, infatti, gli equilibri si sono progressivamente modificati con l’emergere di una nuova potenza globale, la Cina. Un regime rimasto comunista, forte di una crescente dimensione demografica, di una straordinaria capacità di sviluppo economico e di un’inossidabile identità Stato-Partito-Esercito. I dirigenti comunisti sono riusciti a coniugare un capitalismo di Stato con alcune limitatissime e controllate attività economiche private, senza intaccare, anzi rafforzandolo, un regime totalitario, centralistico e liberticida. Questa potenza si è tradotta, con le dinamiche della raffinatissima diplomazia cinese, in un neo imperialismo economico che sta progressivamente infiltrando gli USA, l’Africa e l’Europa. E aspira a dominare il mondo. Chi si illudeva che lo sviluppo e il benessere economico avessero portato ad un’evoluzione democratica del regime, si è dovuto ricredere. Il condizionamento cinese investe due aspetti in particolare: il ruolo preponderante della Cina nel commercio internazionale, con l’imponente export cinese verso il resto del mondo, e il contestuale intreccio (perverso) tra il debito pubblico americano, in mano alla Cina nella misura di quasi il 40%, e la localizzazione in territorio cinese delle “radici produttive” di alcune multinazionali tecnologiche e digitali statunitensi. Nel contempo, dopo lo sbandamento ventennale seguito alla caduta del regime sovietico, la Russia, governata con un pugno di ferro dall’autocrazia di Putin, si è ricompattava, ha evitato lo sfacelo della confederazione delle ex repubbliche sovietiche ed è ritornata protagonista, politica ed economica, sulla scena mondiale e nei diversi scacchieri regionali, caratterizzati da cronici conflitti, a carattere politico-religioso, come il Medio Oriente. A fronte di questo scenario più complesso, la posizione degli USA, oscillante tra protagonismo e neo isolazionismo, minacciata dal terrorismo islamico, si è indebolita, quasi sfilacciata, specie sotto l’attuale presidenza Trump, nella doppia “confrontation”: di potenza, con la Russia di Putin e commerciale con la Cina di Xi Jinping. Senza contare gli emergenti espansionismi regionali, come quello turco di Erdogan sul Mediterraneo, che ambisce a realizzare il sogno di Solimano II il Magnifico, da me narrato nel romanzo storico “Sorrento The Romance – Il conflitto, nel XVI secolo, tra Cristianesimo e Islam”. Libia docet! L’Unione Europea, indebolita dalla crisi economica e dai conflitti interni tra Nord e Sud, nonché dalla Brexit, si è trasformata nel classico “vaso di coccio tra i vasi di ferro”: ex-gigante economico, rimasto un nano politico! La politica estera dell’Unione, quindi, sullo scacchiere mondiale, ha un’influenza pari allo zero. Le divergenze tra gli Stati membri, a regime democratico, e il prevalere, all’interno degli stessi, di partiti e movimenti cosiddetti sovranisti, populisti, nazionalisti e antieuropeisti, rischiano di portare, di fronte a crisi indotte da eventi imprevedibili, come l’attuale pandemia da coronavirus, all’indebolimento dell’Unione e, finanche, al suo dissolvimento. Su questo multipolarismo, tutt’altro che stabile, incidono anche altri micidiali fattori nascosti, very deep, sconosciuti ai più: la consistenza degli arsenali atomici, il controllo delle fonti di energia, l’accaparramento delle materie prime, lo spionaggio industriale, la guerra digitale, le interferenze esterne nelle elezioni democratiche, i conflitti regionali, il mercato gli armamenti, le centrali del terrorismo e il ruolo dei servizi segreti. Naturalmente, ai loro fini di influenza, le “sirene”, cinesi o russe, cercano di incantare gli inconsapevoli esponenti europei del sovranismo e del populismo.
D.: Eppure Di Maio è considerato molto vicino ad un suo amico di sempre, l’ex Ministro e Presidente della Link University, Vincenzo Scotti
R.: Scotti è stato uno dei politici più intelligenti e preparati della prima repubblica, nonché un ministro dell’Interno, con il quale ho collaborato nella delicata responsabilità di capo di gabinetto, in momenti drammatici dell’attacco allo Stato da parte degli stragisti mafiosi. Confermo, da testimone fedele, la sua consolidata capacità di governo e la sua coraggiosa lotta contro la mafia, per la quale ha dovuto pagare anche prezzi personali nel prosieguo dell’impegno politico-istituzionale. Da quella collaborazione è nata una grande amicizia, fatta sempre di confronto schietto, di profonda stima e di reciproca considerazione. Non ho alcuna conoscenza diretta dei rapporti intercorsi tra Scotti e Di Maio, se non quanto letto sui giornali. Posso ipotizzare, comunque, che se a Scotti fossero stati richiesti consigli, da uomo generoso, specie verso i giovani, certamente li avrebbe dati a Di Maio, in particolare sulla scelta oculata dei collaboratori ministeriali. Dai risultati, arguisco che non sarebbero stati ascoltati.
D.: Il Recovery Fund presentato dalla Presidente delle Commissione europea Ursula Von der Leyen salverà l’euro e l’Europa?
R.: Il ritardo patologico e inaccettabile dell’erogazione dei bonus, dei prestiti alle imprese e degli strumenti di protezione del lavoro, come la cassa integrazione, previsti dai tre decreti-legge economici, annunziati, come fossero ad esecuzione immediata, dal premier Conte, hanno provocato ansia, irritazione, sconcerto e rabbia in milioni di cittadini, lavoratori e imprenditori. Pur essendo privi di finanziamenti per lo sviluppo, i tre provvedimenti hanno mancato la loro finalità di sostegno immediato alle persone, alle famiglie e alle imprese. Se i ritardi non saranno subito recuperati, la rabbia crescente si potrebbe trasformare in una esplosiva e devastante bomba sociale. Basterebbe un innesco. Il recente grido di allarme lanciato dal ministro dell’Interno rappresenta un sintomo di una situazione prossima alla rottura. Gli italiani non sono, per storia e per carattere, dei rivoluzionari o degli insurrezionali, ma, ad incendiare il pagliaio, non si può escludere a priori anche lo zampino interessato della criminalità organizzata, sempre in agguato.
D.: Lei è molto critico nei confronti del Governo. Cosa avrebbe dovuto fare che non ha fatto?
D.: Ipotesi Mario Draghi alla guida del Governo: è solo un gossip o una necessità?
R.: Dipende dagli sviluppi della pandemia, se ci dovesse essere, speriamo di no, una nuova ondata in autunno, e dalla durata della crisi economica e sociale. Non sempre la Storia si ripete, certo continua ad insegnare. Ricordiamo a cosa portò la crisi del 1929, con la depressione economica, la disoccupazione generale e la fine della Repubblica di Weimar. Le democrazie occidentali appaiono oggi più fragili e le autocrazie vincenti. Se fallisse l’Unione Europea, il sovranismo e il nazionalismo riprenderebbero forza e potere. Rischieremmo di rimanere soli, come paese, soggetti a quel multipolarismo instabile, che non promette niente di buono per il futuro dell’umanità.
D.: Il turismo è uno dei comparti più colpiti in assoluto. L’economia della penisola sorrentina ruota intorno alla gestione dell’incoming. Chi deve intervenire, cosa si può fare e come è destinato a cambiate il settore?
R.: Necessita un ripensamento strategico del turismo in penisola sorrentina, a partire da Sorrento e coinvolgendo anche Capri, con una proiezione ventennale, da calare in un progetto organico, sul quale ottenere i fondi europei. Una progettazione che dovrebbe partire dalla base, un’elaborazione a carattere collettivo, con il coinvolgimento di tutti gli operatori e responsabili del settore, sotto l’egida delle amministrazioni comunali. Senza aspettare che scenda dal cielo. Da definire, almeno per linee generali, nel corso dell’estate, senza attendere le nuove amministrazioni di Sorrento e di Massa Lubrense, salvo verifiche degli amministratori successivi, il nuovo governo regionale, che potrà essere operativo solo agli inizi del nuovo anno, tantomeno il governo nazionale attuale, che non ha dedicato al turismo l’attenzione che meritava. Chi progetterà prima, e in modo credibile, professionale e realistico, beneficherà dei fondi europei. Gli altri resteranno out. Ho letto molti spunti interessanti, che vanno ricondotti ad unità. Non mancherà il mio piccolo contributo di riflessione. Sto recuperando, pertanto, un’idea progetto elaborata quando ho ricoperto la responsabilità della Cultura nella giunta municipale di Sorrento. Parliamo di quarant’anni fa. Per Benedetto Croce, le idee camminano sulle gambe degli uomini, anche se in ritardo. Allora sembravano progetti visionari, ora potrebbero rivelarsi attuali e rendersi utili.
La ringrazio, Senatore Lauro, per questa articolata e illuminante intervista. Restiamo in attesa del suo contributo di riflessione sul turismo.