Ravello, bracciante morto nella raccolta di limoni: per Cassazione si tratta di omicidio colposo

La Cassazione, quinta sezione penale, si è espressa sul caso del bracciante incaricato nella raccolta di limoni a Ravello, deceduto mentre svolgeva le attività agricole.  La Corte presieduta dal magistrato Patrizia Piccialli, ha confermato la condanna in via definitiva per omicidio colposo ai danni dell’81enne imprenditore ravellese. Secondo la ricostruzione dei giudici, riportata oggi su La Città di Salerno, l’imputato M.C., delegò ad un cittadino di origini rumene la raccolta dei limoni, con l’operaio che utilizzò scale prive di ganci di trattenuta e di appoggi antisdrucciolevoli.

L’operazione veniva eseguita dal bracciante rumeno senza dispositivi di protezione, con una scala inadeguata a svolgere lavori a 7 metri di altezza, su un piano di calpestio in pendenza e con uno strapiombo di 5 metri e mezzo. L’operaio agricolo infatti morì dopo la caduta sulla piazzola sottostante, per le gravi ferite riportate. Già i giudici del Tribunale di Salerno ritennero l’imputato colpevole per la morte del rumeno, sentenza che fu confermata dalla Corte di Appello in primo grado, lo scorso 18 aprile 2019.

Fu contro quella decisione, che l’anziano imprenditore ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la  qualifica di “datore di lavoro”, oltre al computo del risarcimento danni in sede civile. La Corte di Cassazione, esaminato il ricorso, lo ha dichiarato manifestatamente infondato. In questa sede è stato dichiarato che “l’imputato era titolare di un vero e proprio obbligo di garanzia a tutela dell’incolumità del lavoratore e che, essendosi verificato l’infortunio sul luogo di lavoro, e quindi entro l’area di rischio, competeva al medesimo, in quanto gestore del fondo, l’obbligo giuridico dell’esatta osservanza delle misure antinfortunistiche, quindi, nel caso di specie, di dotare l’occasionale collaboratore di una scala conforme”. L’81enne è qualificato quindi come datore di lavoro.

Commenti

Translate »