Pentangelo e Cesaro si difendono dalle accuse

Atteggiamenti diversi, da parte di esponenti del mondo politico e istituzionale che hanno attraversato esperienze diverse. Non è la prima volta per Luigi Cesaro, dal momento che in un recente passato la giunta per le autorizzazioni a procedere ha già detto no alle richieste inoltrate dalla Procura di Napoli. Oggi di fronte a un ordine di arresto firmato dal giudice, su richiesta della Procura oplontina, Cesaro appare sereno: «Confermando la mia fiducia nella magistratura, auspico che mi sia data in tempi stretti la possibilità di chiarire la mia totale estraneità alle vicende e ai fatti contestatimi, al pari di quanto accaduto in passato su vicende nelle quali sono stato ingiustamente coinvolto come gli esiti successivi hanno confermato».
È la reazione a caldo del senatore di Forza Italia Luigi Cesaro, dopo aver preso atto delle accuse nell’ambito dell’inchiesta sulla riqualificazione dell’ex area industriale Cirio di Castellammare di Stabia, secondo la quale avrebbe ricevuto una tangente da 10mila euro dalle mani dell’imprenditore Greco.
Non ci sta invece il deputato Antonio Pentangelo, per il quale ora la Camera dovrà esprimersi sulla richiesta di arresti domiciliari, in relazione al Rolex ricevuto in regalo da Greco: «Resto esterrefatto nell’apprendere la notizia di un mio paventato coinvolgimento in ipotesi di reato per una vicenda della quale viene fornita, per la mia posizione, una ricostruzione totalmente distante dalla realtà. Ho sempre agito, da sindaco prima, da presidente della Provincia facente funzioni poi ed oggi da Parlamentare, nell’assoluto rispetto della legge e tutti gli atti da me compiuti sono stati sempre ed esclusivamente finalizzati al perseguimento del pubblico interesse e ciò mi rende sereno e fiducioso anche in questo caso. Nutrendo, per formazione personale e per tradizione familiare, profondo rispetto per le Istituzioni, continuerò a svolgere il mio ruolo come è giusto che sia ma non parteciperò ai lavori di commissioni nelle quali ho l’onore di sedere in attesa di chiarire la mia posizione prima possibile».
Ma è l’avvocato Antonio Cesarano a chiarire: «Quale sarebbe l’atto contrario ai doveri di ufficio da parte di Pentangelo? Si è insediato in Provincia, ha nominato un commissario per rispondere all’inerzia amministrativa del comune, per il resto noto delle forzature. L’orologio? Si tratta di un regalo per i 50 anni, giunto a distanza di molto tempo rispetto alla nomina, in uno scenario investigativo in cui si ipotizzano interessi per decine di milioni legati alla riqualificazione dell’ex Cirio. Anche la storia dell’intervento per ottenere uno sconto sul fitto mensile pagato da Forza Italia è un’assoluta forzatura: qui a beneficiarne è il partito, ma cosa c’entra la nomina del commissario?».
L’IMPRENDITORE
Spiega Vincenzo Maiello, difensore di Adolfo Greco, a proposito dei tempi di gestazione dell’inchiesta: «Nel 2015 il Legislatore è intervenuto con una legge che limitava il ricorso alla custodia cautelare solo quando ci troviamo in presenza di un pericolo attuale; solo allora si può ricorrere alla misura cautelare. In rapporto a questa vicenda questo quadro di principi è stato totalmente ignorato, si tratta di una misura che non ha ragione d’essere. Vedremo in un eventuale dibattimento, quando ci sarà il confronto nella sua interezza tra tesi di accusa e difensive se queste ipotesi investigative saranno confermate».

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