Meta, addio al Comandante Francesco Cacace all’età di 87 anni

Non avrei mai voluto scrivere quest’articolo. Il Comandante di lungo corso Francesco Cacace ci ha lasciati. Aveva 87 anni. Familiarmente ed affettuosamente lo chiamavamo zio Franco e non comandante, pur non essendoci nessuna parentela. Il Comandante Cacace, uno dei più esperti lupi di mare metesi ormai in pensione da diversi lustri aveva navigato per conto di diverse compagnie quali la Lauro, Eccon, F.lli Cosulich, Span e Marittima Emiliana in variegate tipologie quali petroliere, navi da carico, oliere ed in gioventù anche navi passeggere. Dopo il conseguimento della pensione ha continuato sporadicamente a collaborare come consulente al carico, proprio per l’affezione alla professione. Professionalmente stimato ed umanamente benvoluto dai colleghi e dagli equipaggi a lui sottoposti. Ebbi il piacere di navigare per un breve periodo con zio Franco ed insieme vivemmo a bordo della nave “Span Prima” la triste esperienza del post-terremoto quando i mezzi di comunicazione non erano così celeri ed efficienti come oggigiorno. Io ero allievo ufficiale di macchine, zio Franco ovviamente era il Comandante. Ricordo l’abilità nel comando ed il carisma per mantenere una serie di relazioni umane nei porti libici nei quali ci recavamo a caricare o scaricare. Ricordo con simpatia la premura con la quale nel porto di Tripoli devolveva una bottiglia di whisky ad uno dei massimi funzionari libici del porto. Gli alcolici erano vietati e quindi la cambusa veniva sigillata con degli speciali piombi, ma il comandante per rappresentanza poteva avere a disposizione una sola bottiglia già aperta. Puntualmente all’attracco in porto, l’alto funzionario libico saliva a bordo x ubriacarsi in solitudine nella sala ufficiali con quella bottiglia di whisky per poi farsi riaccompagnare dall’autista a casa. Ovviamente nè il Comandante nè gli altri ufficiali dovevano assistere alla bevuta categoricamente solitaria del funzionario. Quel “rito” divenne tanto puntuale quanto quasi comico ed il Comandante Cacace con santa pazienza doveva fungere da regista all’operazione rituale, che battezzò scherzosamente “one man whisky time”.
Capitan Cacace ha svolto con abnegazione e dedizione la sua professione. Tra le tante storie di mare, sicuramente la più bella fu il recupero di un naufrago solitario il 1 Dicembre 1991 al comando della motonave “Francesco Amoretti”. Il naufrago solitario si chiamava Angelo Garbo ed era intento alla guida di un gozzo cabinato per trasferirlo dal porto di Torre Annunziata a quello di Sorrento, ma un’avaria ne bloccò il motore e quindi il gozzo alla deriva fu ritrovato a circa 48 miglia a sud di Punta Carena in alto mare, quando ormai tutto lasciava presagire al peggio e già tutti pensavano che non vi fosse più nulla da fare . La sorpresa fu che Angelo Garbo fosse sorrentino di Marina Grande. Sembra quasi un racconto di Jorge Amado e non una vicenda veramente accaduta e vissuta. L’onore del Comandante Cacace fu doppio, quello di aver salvato una vita umana e per giunta un conterraneo. Il Comandante lascia la moglie Aida Romano e le figlie Teresa, Antonella, Alessandra e Giuliana insieme a tanti nipoti.
Ciao zio Franco e grazie di tutto!

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