Fondazione Ravello: “Ripartire con un nuovo metodo e un nuovo stile”. La lettera di Cantarella

Ravello, Costiera amalfitana. Riceviamo e pubblichiamo la lettera del consigliere comunale di Ravello Dario Cantarella al Commissario, l’avv. Almerina Bove, ed ai componenti del CDI.

 

Al Commissario della Fondazione Ravello

Avv. Almerina Bove

Ai rappresentanti del CDI 

della Fondazione Ravello

Fondazione Ravello: Ripartire con un nuovo metodo e un nuovo stile.

La crisi profonda che sta attraversando il paese ha origini straordinarie che impongono di abbandonare metodi e linguaggi tradizionali. Una emergenza del tutto nuova che sta attraversando l’intero globo, non può essere affrontata con criteri tradizionali, storici e ordinari.

Prima considerazione che voglio fare, proprio per segnare da subito nuovo metodo e nuovo stile, è sottolineare che questo documento non è contro nessuno, ma a favore di tutti e che vuole essere un contributo per tentare di evitare gli errori del passato e introdurre qualche cosa di nuovo e straordinario nella nostra vita amministrativa e quotidiana.

Questo documento nasce dopo una fase di ascolto e di confronto che ho avviato come semplice Consigliere Comunale, con diversi operatori economici di Ravello,imprenditori del settore alberghiero/ristorativo/bar, del commercio, artigianato e servizi, settore degli eventi eesponenti della categoria dei lavoratori dipendenti, amici, esperti in varie materie in specie quelle turistiche e culturali. L’ho fatto perché credo che il paese reale, che già normalmente ha il diritto di poter parlare ed essere ascoltato, in una fase come questa deve anche essere compulsato e coinvolto nei momenti decisionali. Voglio ringraziare in particolare,fra i tanti che ho compulsato e che mi hanno fornito scritti e riflessioni strutturate e organiche, il Presidente dell’Associazione Albergatori, Gino, i vari Antonio,Secondo, Stefano, Michelangiolo.

I loro interventi e i loro scritti sono stati preziosi per svolgere un’analisi del momento e per tentare di disegnare scenari che servono al paese. Lo abbiamo fatto insieme,perché come dicevo, ritengo che in un momento come questo il tessuto produttivo, gli esperti, quanti conoscono la realtà economica e storicoculturale del paese, hanno il diritto-dovere di dare il loro contributo e manifestare la loro opinione, anchesulla base delle cose che abbiamo letto sui programmi futuri che si stanno mettendo in campo per Ravello.

Ribadiamo che lo spirito è quello di costruire non distruggere, è quello di aiutare chi deve decidere e destinare risorse, non quello di frapporre ostacoli. Tanto è, che abbiamo voluto ipotizzare anche qualche cosa che è più di una semplice idea, proprio per non sconfinare nell’oceano dei parolai, e di quanti amano rinviare tutto a “domani” non come lasso di 24 ore, ma come un rinvio ad oltranza. Dico pure che questo documento è un documento scritto, più che a diverse mani, a diverse teste e cuori.

Senza mezzi termini diciamo subito che la proposta si fa carico della gravità economica del momento e non prevede elargizioni di compensi e benefit degne dei migliori periodi di vacche grasse; riteniamo immorale parlare di cifre che neanche i top manager e meglio pagati prestatori d’opera oserebbero rivendicare.Crediamo che il nostro paese abbia già sprecato enormi risorse per assicurarsi contenuti “discutibili” e presenza saltuarie,a botte da 100.000 euro all’anno;Leggere di ulteriori compensi spropositati, 80.000 euro per otto mesi, (pari a 10.000 euro mensili, pari a 300,00 euro Giornalieri),  e circa 60.000 euro, per addetto stampa, per programmare e/o comunicare eventi che neppure i più famosi virologi e i super esperti delle diecimila task-force scese in campo, riescono a prevedere come, dove e quando poter fare, non credo che possa lasciare indifferenti.IN UN MOMENTO, NEL QUALE CI SONO IMPRESE CHE RISCHIANO IL DEFAULT E CITTADINI RAVELLESI CHE RISCHIANO CONCRETAMENTE DI RESTARE UNA STAGIONE INTERA SENZA LAVORO, CON VARIE DIFFICOLTA’, DA NON POTER NEPPURE PAGARE L’AFFITTO O PAGARE LE BOLLETTE DI UTENZE DI PRIMA NECESSITA’.Per dovere di coscienza vogliamo sottolineare anche che l’unico risparmio realizzato da alcuni super pagati è stato quello di licenziare l’unico dirigente ravellese che, a detta della stragrande maggioranza dei Ravellesi, aveva lavorato e stava lavorando egregiamente per Ravello, in totale sintonia con l’attuale Amm.ne Comunale.

Oggi, in un momento in cui l’intera stagionalità è ad altissimo rischio, e la “stagionalizzazione” è di fatto, in larga parte saltata, sentir parlare di destagionalizzazione fa molto preoccupare. Si percepisce da tutto quanto è dato leggere e sentire che: regna la confusione più totale; la straordinarietà del momento viene affrontata con metodi e logiche più che ordinarie; che le uniche certezze sono le laute somme che percepiranno, probabilmente, i soliti noti.

Uno scenario che non tiene conto del disagio che sta attraversando il paese, della tensione sociale che monta e che potrebbe deflagrare anche sotto la spinta di decisioni confuse e dispendiose come quelle pubblicizzate.

Dobbiamo anche sottolineare che per l’intero periodo di emergenza COVID la Fondazione Ravello si è distinta per silenzio totale e distanza dal paese e dai problemi della cultura, molto oltre il distanziamento fisico dettato dalle norme di sicurezza, e molto oltre quello morale che buon senso e correttezza professionale avrebbero dovuto dettare; nel mentre altrove organizzazioni simili organizzavano webinar e dibattiti, producevano centinaia di ore di video e promozioni attraverso i social, progettavano futuro, e si adoperavano per andare incontro alle esigenze materiali e immateriali dei territori; a Ravello in nome della Responsabilità Sociale d’Impresa, ben nota alla Fondazione per aver avviato in passato il progetto “ReidRavello” a favore degli anziani, ci saremmo aspettati, che una piccola parte dei proventi di Villa Rufolo fossero destinati ad alimentare il pur modesto programma di sostegno ai più bisognosi, e che magari qualcuno super pagato, destinasse almeno una parte simbolica dei lauti stipendi a sostenere i più bisognosi, prendendo esempio dal Sindaco, dagli assessori e dai Consiglieri Comunali, che hanno immediatamente destinato parte o tutte le loro indennità, per detto scopo. Niente di tutto questo! All’improvviso ci siamo ritrovati con programmi e proposte roboanti, ma non definite, e con tanti soldi di cui, gli unici certi e definiti, decisamente esorbitanti per il momento e per l’assoluta incertezza del da farsi.

Ci troviamo difronte ad una pandemia che sta cambiando il mondo e che lo cambierà sempre più nel futuro immediato; dovremmo utilizzare questo tempo per avviare a soluzione i problemi storici della Costa d’Amalfi, e contemporaneamente per capire come prepararci al nuovo mondo e ai nuovi turisti post pandemia, invece ci consumiamo in liturgie vecchie, con pensieri vecchi e con proposte obsolete. Ci siamo confrontati in questi giorni su quali proposte potessero meglio dare risposte con investimenti prossimi allo zero o, per meglio dire, non superiori a quanto abbiamo letto si vorrebbe investire solo per due risorse umane.

Come segno di sensibilità e gratitudine per quanto ricevuto in passato da Ravello e dalle Istituzioni nostrane, molti amici e amanti di Ravello, hanno ben volentieri lavorato ad alcune proposte concrete ed operative, che vogliamo offrire in serenità a quanti oggi sono chiamati a decidere e a fare scelte; in prima battuta possiamo così articolarle.

Premessa

Lo stato di emergenza nel quale tutto il Mondo è stato proiettato non consente, ad oggi, di prevedere in quali termini possano svolgersi gli eventi performativi, a quale tipo di fruizione essi si prestino e quali artisti – con riferimento alla provenienza geografica – possano effettivamente coinvolgere.

A fronte di ciò, si pone l’esigenza di dare continuità alla tradizione gloriosa del Ravello Festival, così come accade ininterrottamente da sessantotto anni, mantenendo intatte alcune sue caratteristiche essenziali. Tra queste, per esempio, risultano la dimensione internazionale e la forte sinergia con il paesaggio, ossia il connubio tra contenuto artistico e contenitore naturale.

Sembra ragionevole e giusto, dunque, immaginare, per i mesi estivi di luglio e agosto, un format di festival totalmente differente rispetto allo standard, concepito nel rispetto dell’emergenza, dell’incertezza normativa e della storia della manifestazione stessa. Ciò non esclude, naturalmente, che l’offerta musicale e culturale di Ravello, parallelamente e consequenzialmente all’evolversi e/o dissolversi dell’attuale situazione emergenziale, possa in seguito essere rimodulata con un’offerta performativa che preveda il coinvolgimento graduale di artisti e pubblico in sedi adeguatamente poste a norma.

L’idea di un format celebrativo che faccia leva sui fasti e sui molti meriti acquisiti dal Ravello Festival per ricavarne una sorta di grande spot interattivo e ampiamente fruibile ci appare valida sia per dare continuità e coerenza al progetto Festival, sia per contenere un dispendio di fondi che rischierebbe altrimentidi apparire sovradimensionato rispetto alla risposta di pubblico potenziale. Infine, un format di questo tipo vuole mettere in pratica una concreta azione di rilancio e ripartenza – a breve e medio termine – di Ravello e della sua offerta internazionale in chiave di turismo culturale.

La proposta: “Ripartire dalla memoria per superare l’emergenza”

Potrebbe essere questo il tema intorno al quale strutturare l’edizione speciale 2020 del Ravello Festival. Il progetto terrebbe conto, naturalmente, dell’impossibilità, in questa fase storica, di svolgersi secondo modalità standard, escludendo preliminarmente, dunque, la presenza fisica degli spettatori e dei complessi orchestrali. A riportare virtualmente, allora, la grande musica, i musicisti e il pubblico sullo spettacolare palco di Villa Rufolo sarebbero le immagini di archivio del Festival, opportunamente montate in modo da offrire una compilation tematica dei momenti più emozionanti delle edizioni passate. Al fine di attualizzare l’offerta e non ridurlaa mera riproposizione di materiale di archivio, le immagini dei concerti possono essere arricchite con commenti dal vivo e introduzioni che coinvolgono i protagonisti dell’epoca, intervistati in esclusiva per l’occasione.

Gli eventi saranno fruibili attraverso piattaforma dedicataalla quale si accederebbe con password gratuita previa iscrizione in modo da poter raccogliere una mailing-list preziosissima per targettizzate e fidelizzare il pubblico; oltre al web gli eventi verrebbero anche proiettati su schermo in luoghi particolarmente significativi di Ravello (Villa Rufolo, piazza del Vescovado, giardini del Comune…) in modo da poter distribuire su più spazi l’eventuale pubblico opportunamente distanziato. È bene chiarire, una volta di più, come il progetto non puntisolo alla ripresa in video di una performance musicale quanto, piuttosto, alla creazione di un prodotto specificamente tarato sulla fruizione in video/web. La ripresa della performance dovrà costituireun unicum da proporre in diretta, ma la stessa sarebbe poi inglobata, con un lavoro di montaggio e postproduzione che comprenda immagini dei luoghi e momenti di backstage e dialogo tra i protagonisti, in un prodotto audiovisivo complessivo che resterà accessibile, attraverso ogni possibile canale di diffusione, in modo continuativo. Una formula siffatta, si capisce, tiene conto della doppia valenza performativa e promozionale del progetto. Il potenziale di visibilità del prodotto musicale, per altro, può aumentare ulteriormente in seguito ad eventuali collaborazioni che il Festival 2020 dovesse stringere con canali specializzati di diffusione nazionale come, per esempio, Radio3. All’interno del format delineato potrebbero eventualmente rientrare poche iniziative musicali dal vivo molto contenute per impiego di spazi e forze artistiche, preferibilmente strutturate in forma ciclica in modo da delineare dei piccoli tour attraverso Ravello (pensiamo, per esempio, alle Sei suite di Bach, proposte una alla volta; oppure ai quattro “WesendonckLiedere” di Wagner”) la cui ampia fruizione, ancora una volta, sarebbe affidata alla ripresa in video in diretta ma anche alla possibilità di accedere, in seguito, ad un montato con interviste, riflessioni e letture attoriali. Una tale organizzazione avrebbe costi bassissimi legati solo all’uso della piattaforma performante (qualche migliaio di euro), al costo di un operatore di riprese e di un supporto alla comunicazione (all’interno della Fondazione ci sono già le attrezzature necessarie e le risorse abituali che costerebbero come sempre poche migliaia di euro). Una risorsa unica da pagare con il solo rimborso spese e, comunque, meno della metà di quanto ipotizzato per la direzione artistica di un non meglio definito festival, potrebbe garantire: 1) la scelta, selezione e il montaggio del materiale già in possesso della Fondazione; 2) la scelta e le interviste con i protagonisti dell’epoca; 3) la presentazione e il commento in diretta delle serate. Ci permettiamo di far notare, lasciando la primogenitura della segnalazione al già pluri-Presidente della Fondazione Ravello prof. Domenico De Masi, che il maestro Stefano Valanzuolo incarna l’identikit ideale necessario: ha collaborato dalla prima ora e ininterrottamente con la Fondazione e il festival; già per molti anni Direttore Artistico e Direttore generale del Ravellofestival; giornalista affermato e noto quale critico musicale e culturale; docente di Comunicazione in Conservatorio; autore teatrale; presentatore e commentatore radiofonico di RAI3 per le dirette di musica classica. Ovviamente la scelta potrebbe essere fatta attraverso un bando vero e aperto senza “scelta fiduciaria” finale, ma solo per titoli e per richiesta economica.

Accanto a questa celebrazione della grande musica, un’offerta culturale integrata che vada sotto il marchio di Ravello Festival 2020, e che ricalca le abituali e storiche  collaborazioni con le più prestigiose realtà culturali italiane, potrà includere una serie di incontri letterari (sul tema del “Ripartire dalla memoria per superare l’emergenza”) che rendano omaggio sia alla grande vocazione culturale di Ravello quale meta di viaggio di letterati e intellettuali di ogni epoca, sia ai ricercatori più impegnati in questa fase emergenziale. Tali incontri potrebbero essere montati facilmente in collaborazione con istituzioni del settore (per esempio: Fondazione Premio Napoli) in modo da assicurare la presenza di scrittori e intellettuali di primo piano. Gli incontri sarebbero trasmessi in diretta web da Ravello, scegliendo luoghi di speciale suggestione, con possibilità peril pubblico di intervenire nella conversazione nei limiti di un question time di volta in volta definito.

Come collante dell’intera proposta, e sulla scia delle tante iniziative simili avviate in passato, l’edizione straordinaria del Ravellofestival di quest’anno potrebbe lanciare una grande raccolta fondi a favore dei centri campani più gettonati e strategici del momento per la ricerca sul COVID19, Pascale e Cotugno.

La proposta avanzata sin qui nasce, evidentemente, dall’esigenza avvertita di creare un format di Festival altro da ogni altro vissuto fino allo scorso anno, cucito a misura dello stato contingente di emergenza, rispettoso della storia della manifestazione, ampiamente fruibile con positive ricadute promozionali a breve-medio termine, infine non inutilmente dispendioso nell’ottica di preservare fondi per una vera offerta performativa condivisibile, negli spazi adeguati, con la platea di spettatori che da sempre è parte integrante e decisiva del Ravello Festival, e, soprattutto, da poter annunciare entro ottobre 2020 per un grande 2021. Questa ultima circostanza dovrebbe essere la vera novità da dare al mondo come segnale di ripresa e rilancio; ci permettiamo di sottolineare che in 68 edizioni del Festival Wagneriano prima e poi del Ravellofestival, MAI E’ SUCCESSO CHE UNA EDIZIONE VENISSE ANNUNCIATA CON IL PROGRAMMA UN ANNO PRIMA.

Prima di “de-stagionalizzare” preoccupiamoci di “ri-stagionalizzare”; il mondo, forse, per il 2021 avrà voglia e soldi per andare ancora in vacanza e poter gustare buona musica; soggiornare in un luogo a misura d’uomo senza traffico, con strade aperte, con un territorio stabile; di poter contare sulla sicurezza sanitaria di un ospedale aperto e funzionante; di avere servizi ancora migliori di quelli che negli ultimi anni abbiamo offerto; di trovare infrastrutture non cadenti ma efficienti e organizzate per accogliere congressisti, eventi di primordine, formazione; di poter fruire di momenti culturali di alto livello prodotti da Organismi che sanno fare cultura e non servizio bancomat, o succursali politiche.

Farsi trovare pronti e rigenerati per quella data, far sapere che le liturgie obsolete e stantie sono finite, non solo è l’unica via etica e morale da seguire, ma è anche la forma di rispetto più alta per quanti stanno vivendo nell’inferno di una crisi economica senza precedenti che sta mettendo in ginocchio il mondo.

Per benefici e lauti compensi si è già fin troppo dato.

Dario Cantarella

Ravello 20 Maggio 2020                                                         

Consigliere Comunale– Ravello

cantarella ravello

 

 

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