Correre con le ali ai piedi come Hermes sul Sentiero degli Dei insieme a Brendan Sainsbury foto

Da oggi il mitico Sentiero degli Dei, sospeso tra l’azzurro del cielo della Costiera Amalfitana e il verde dei Monti Lattari, entra a far parte del volume “Corse leggendarie in tutto il mondo” una guida edita dalla Lonely Planet che raccoglie 200 tappe anche estreme: dall’infuocata Marathon de Salbles (Marocco) alla North Pole con un freddo proibitivo. A raccontare il sentiero italiano ai runner professionisti di tutto il mondo è stato chiamato Brendan Sainsbury uno dei più famosi autori di reportage di viaggio del Regno Unito, che ha firmato per la “Lonely Planet” più di 50 guide. Il punto di partenza scelto da Sainsbury  è Bomerano (Agerola), facilmente raggiungibile in bus, l’arrivo fissato nella piccola Nocelle o la bellissima Positano. “E’ una corsa di sette chilometri decisamente panoramica” racconta ancora lo scrittore di Andover. Il periodo migliore per cimentarsi nella prova è tra aprile giugno. Bene anche settembre ottobre. Il “Sentiero”, aggiunge lo scrittore inglese,  “apre e chiude la stagione estiva dei runners”. E’ un sentiero “letterario” amato da D.H. Lawrence e da Italo Calvino. Si consiglia di programmare la partenza alle prime luci dell’alba, per evitare i gruppi di escursionisti e immergersi così completamente nella natura. Il percorso non è per tutti. Il primo ostacolo è rappresentato dall’altezza che può fare paura a molti, quindi il fondo roccioso. Molto suggestive sono le salite che conquistano lo sguardo, dando la sensazione di avvicinarsi alle nuvole, ma al contempo mettono a dura prova i muscoli. E’ questione di pratica della corsa. Il percorso richiede  muscoli d’acciaio e articolazioni ben oliate per affrontare al meglio le discese. A fine corsa,  una nuotata nel mare di Positano sarà impagabile.
a cura di Luigi De Rosa

Brendan Sainsbury
Born and raised in the UK in a town that never merits a mention in any guidebook (Andover, Hampshire), Brendan spent the holidays of his youth caravanning in the English Lake District and didn’t leave Blighty until he was nineteen. Making up for lost time, he’s since squeezed 70 countries into a sometimes precarious existence as a writer and professional vagabond. His rocking chair memories will probably include staging a performance of ‘A Comedy of Errors’ at a school in war-torn Angola, running 150 miles across the Sahara Desert in the Marathon des Sables, and hitchhiking from Cape Town to Kilimanjaro with an early, dog-eared copy of LP’s Africa on a Shoestring. In the last eleven years, he has written over 40 books for Lonely Planet from Castro’s Cuba to the canyons of Peru.

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