Capri. Tutti vorrebbero riaprire, ma la paura è tanta

Un intervento ragionato del giornalista di Capri Felice Spinella questa sera lo sentiremo su Positanonews TG
TUTTI VORREBBERO RIAPRIRE
LE ATTIVITA’ MA LA PAURA E’ TANTA
incoraggiare e dare sicurezza agli imprenditori isolani, ben venga il turismo italiano
in attesa che ritorni quello estero

L’isola di Capri, Capri ed Anacapri come comuni, ha un’ottima squadra di imprenditori che gestiscono le attività commerciali all’insegna che non esistono, tranne per i proprietari del Quisisana, insieme di strutture gestite e di proprietà di una sola famiglia. Quindi l’isola vanta imprenditori nel settore alberghiero, della ristorazione, del commercio e delle altre attività sussidiarie al turismo, che man mano, anche con cambi generazionali, negli ultimi dieci anni, a fronte di investimenti, hanno avuto il meritato successo, con un rilevante indice di crescita finanziario. L’emergenza coronavirus ha cambiato tutto, il mercato detta le regole ed il turismo è parso da un momento all’altro l’anello debole della catena. Dopo mesi di preoccupazione per non dire paura, grazie al fatto che sull’isola gli unici casi positivi ad oggi vengono definiti virus migranti, perchè in un caso ad Anacapri il covid19 è arrivato da Roma e nell’altro di Capri da Napoli, gli imprenditori che vorrebbero essere incoraggiati, stanno creando i presupposti tra giugno e luglio per rivedere le proprie attività aperte. Il Comune di Capri, dove il primo cittadino conta su una squadra di assessori e consiglieri competenti ognuno per la propria materia, da subito si è preoccupato di come supportare le imprese agevolando i cittadini ed i lavoratori in primis, che in effetti rappresentano gli ingranaggi della macchina turistica. Anche Anacapri ha fatto la sua parte, anche se ha preferito spostare le scadenze piuttosto che depennarle, esigenze di cassa si direbbe. Comunque sono tanti gli imprenditori che hanno riacquistato coraggio e vogliono affrontare la sfida della riapertura e si sono avviati a tambur battente a riprendere i lavori di ordinaria manutenzione che in una struttura medio grande sono significativi come tempi e che fanno prospettare la riapertura tra il 15 giugno ed i primi del mese di luglio. La grande preoccupazione di entrambe le amministrazioni comunali è che seppur si riaprirà per pochi mesi e si cercherà di mettere finalmente in essere la destagionalizzazione, ad esempio una struttura alberghiera non riapra con lo stesso numero di dipendenti dello scorso anno. Una preoccupazione che, ad esempio, a Capri il sindaco Marino Lembo e l’assessore Paola Mazzina hanno colto dagli incontri con i rappresentanti delle categorie, dando però loro precise indicazioni, sgravi e vantaggi si ma a fronte dell’assunzione prioritaria di personale isolano eccetto per le ovvie figure professionali che vengono da terraferma, come ad esempio direttori, chef e quant’altro che molte volte, ad esempio nel settore della ristorazione, rappresentano una vera e propria insegna. Anche, perchè, da una seria analisi, e su questo Capri ha dimostrato di avere le giuste professionalità al suo interno, operata dall’assessore al bilancio e programmazione oltre che ai servizi sociali Salvatore Ciuccio, l’indice degli occupati residenti e nettamente inferiore rispetto ai non residenti, quindi si potrebbe quasi ipotizzare un’occupazione generale della popolazione dedita al lavoro nel settore turistico. Tutti i calcoli, tutte le ipotesi, però, ruotano intorno ad un fattore: verranno i turisti a Capri a giugno, luglio, agosto, settembre ed ottobre (almeno)? A questa domanda le risposte sono timide e vanno date di giorno in giorno, ma dietro a questa domanda si nasconde la voglia di riaprire non per un dato economico finanziario che ben vada quest’anno con il pareggio sarebbe già un successo, ma per non ritrovarsi con una Capri riaperta ma senza turisti si deve creare un volano, campagne pubblicitarie e promozionali, strategie di comunicazioni e quant’altro per attirare il turismo nazionale, il turistA che prima si recava all’estero se facesse le vacanze in Italia sarebbe una grande boccata di ossigeno economico. Grande impegno dovranno produrlo anche la delegata al turismo Ludovica Di Meglio che è attesa ad un secondo banco di prova, buona la prima speriamo che la seconda sia un successo. Gli altri assessorati e deleghe dei consiglieri comunali, ovviamente anche ad Anacapri, dovranno vedere tutti in prima linea, perchè cìè anche in gioco il turismo religioso dove a Capri nessuno ha esperienza e che rappresenta una bella fetta di mercato che da una parte incamera denaro e dall’altro consente a quegli isolani che hanno scelto di laurearsi su indirizzi turistici di poter lavorare dove sono nati e quindi anche Anna De Simone dovrà impegnarsi per il cimitero compreso e forse specialmente per quello acattolico. Un recente articolo del Sole 24ore titolava: Turismo, una ripresa è possibile ma con forti incentivi per chi viaggia in Italia Secondo alcuni modelli previsivi se gli italiani che nel 2019 sono andati all’estero facessero le proprie vacanze nel Belpaese nella seconda parte del 2020 e nel 2021 gli effetti negativi di Covid19 potrebbero essere bilanciati in termini di presenze. Almeno per il 2020 non c’è da attendere turismo estero che verrà in Italia ma rafforzare quello italiano è la strada vincente. L’isola di Capri ha le carte vincenti per affrontare questa sfida, in questi due ultimi mesi la natura ha dato il meglio di se ed ha fatto capire che le folle che sbarcano per poche ore a Capri rappresentano più un danno che un vantaggio, fermo restando che del turismo di massa beneficiano moltissime attività che sembrano in essere proprio per questo tipo di flusso. Politica ed imprenditoria dovranno decidere quale strada percorrere, davanti al bivio turismo di massa o quello che è motivato sull’isola per la cultura, le tradizioni, l’arte e la natura. Ovviamente se la scelta verrà fatta per la seconda strada a discapito del turismo di massa bisognerà che quelle attività che diverranno marginali vengano convertite con aiuti seri, ma certamente a Capri non si assisterà più a sbarchi selvaggi di migliaia di turisti mordi e fuggi al giorno, che, paralizzavano ad esempio tutta l’area del porto, offrendo un vergognoso spettacolo di decoro all’isola. Non pochi accusano gli imprenditori che hanno timore di aprire le proprie attività di non voler mettere in gioco i favolosi incassi degli anni precedenti dando lavoro a tutti gli isolani, ma in effetti prim’ancora che l’imprenditore ragioni sulla convenienza economica c’è da riflettere sul rischio di contagi nella propria attività, perchè ciò decreterebbe una debacle che l’attività stessa si porterebbe per anni. Come, al tempo stesso se Capri riapre tutte le attività sono costrette ad aprire in quanto restando chiuse rischiano seriamente di uscire dal mercato turistico dall’insegna Capri. Insomma le scelte quali esse siano non sono facili per gli imprenditori che dimostreranno di saper fare il proprio mestiere, tutti vogliono scrollarsi di dosso i timori e le paure di questi due mesi di vera emergenza covid19, ma il rischio di contagi deve essere ridotto al dì sotto del minimo. Non va poi dimenticato che non è tutt’oro quello che luccica, anche nella ricca Capri ci sono imprenditori che hanno fatto grossi investimenti, oppure grossi errori, od ancora erano convinti che il trand di crescita turistica di Capri proprio nel 2020 gli avrebbe consentito di pareggiare i conti e questi sono gli imprenditori a rischio che potrebbero essere vittime della speculazione. Fondi di investimento e gruppi economici il cui denaro riserva qualche dubbio sulla provenienza si stanno facendo avanti da settimane per investire ed acquistare, ciò comporterebbe il passaggio di mano delle attività dalla tradizione familiare isolana a sigle da borsa. Le attività vorrebbero riaprire come lo scorso anno ma bisogna dargli sicurezza che venga evitato il contagio ed allo stesso tempo, dargli supporto economico. I comuni potrebbero predisporre, come sta facendo Capri da diverse settimane, un piano di lavori pubblici per rafforzare il lavoro edile e dare la possibilità che chi vuole e tutti ne hanno bisogno, piuttosto che farsi un paio di mesi di vacanze all’estero restino a Capri a lavorare nell’edilizia, grazie anche al piano di Capri, impostato dal vicesindaco Ciro Lembo per i lavori pubblici e dal consigliere Enrico Romano per lo sblocco di circa 3mila pratiche di condono che giacciono da trent’anni e non vengono trattate. Quelle 3mila pratiche significano non solo riordinare il territoro e sostituire scempi con colonne ed archi in stile caprese ma anche somme che entrerebbero nelle casse comunali con il pagamento degli oneri e lavoro per l’edilizia privata. L’isola di Capri però non può più permettersi di avere un ospedale nelle condizioni attuali, inoltre, andrebbe fatta una regolamentazione sulla visita alla Grotta Azzurra per offrire ai turisti un ricordo da sogno e non un’escursione che può diventare da brivido, un parco marino solo isolano che ne preservi il mare e le coste e tante altre piccole cose che darebbero un’immagine di una Capri di tanti anni fa, quando il turista veniva accolto come si doveva e la professionalità del personale locale era declamata e diventava una cassa di risonanza per attrarre turismo. Se le tanto conclamate cabine di regie funzioneranno l’isola di Capri registrerà la crisi dettata dal covid19 come un ricordo, un trauma superato, contagi permettendo. Capri poi nel 2021 potrebbe così ritrovarsi da una parte con un ottimo flusso di turismo italiano integrato da quello straniero e perchè no recuperare quanto perso nel 2020.

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