Il calcio di oggi e di ieri visto con gli occhi di Samuele Dalla Bona.

In esclusiva per noi di Positanonews, intervista a Samuele Dalla Bona.

“Il calcio è sempre stata la mia vita fin da quando avevo 7 anni e giocavo nel Fossalta di Piave e poi in collegio a Bergamo con il sogno di diventare un calciatore. Quando poi smetti ti manca tutto: lo spogliatoio i compagni, l’aspetto fisico, l’adrenalina ma purtroppo è così, bisogna guardare avanti e reiventarsi qualcosa”. Samuele Dalla Bona, “Sam”, è riuscito veramente a diventare un grande calciatore nel suo ruolo di centrocampista con cui si è fatto notare ovunque sia andato in Italia e all’estero.  Nelle giovanili dell’Atalanta vinse la Targa Pisani mentre, a 17 anni, fu voluto dal Chelsea dove fu nominato Chelsea’s Young Player dell’anno. Tante sono le esperienze calcistiche che lo hanno riguardato: la Champions League, con il Chelsea e successivamente vinta con il Milan nella stagione 2002 – 2003, la vittoria della Coppa Italia, il contributo decisivo dato per la salvezza del Bologna e la promozione del Napoli in serie A. Del calcio Samuele dice: “Ci sono molte differenze tra il calcio italiano e quello inglese: in Inghilterra, per esempio c’è una pressione diversa:  tutto è vissuto diversamente, il pubblico è lì, senza recinzioni e, quando giocavo io, c’era il ritiro solo fuori casa. Una gran bella esperienza ed una grande atmosfera anche se quello inglese è un calcio meno tattico…L’Italia è l’Italia con i suoi pregi ed i suoi difetti: qui c’è molta più tattica ma ci sono anche molte più polemiche e molta più gente che parla senza capirne niente. Rispetto ad oggi, prima c’erano grandi giocatori, era difficile emergere ed emergeva chi lo meritava, ora il livello di qualità sembra essersi un po’ abbassato. Ad oggi mi piace molto Cavani, un ragazzo forse un po’ schivo ma un giocatore eccezionale. Per quanto riguarda invece questi quasi tre mesi di quarantena in cui ci siamo ritrovati, credo sia stata dura per un professionista non andare al campo. Allenarsi a casa non è proprio la stessa cosa anzi… è stato un periodo duro per tutti in Italia, i calciatori sono dei privilegiati ma lasciamo stare questi discorsi sul calcio perché non mi sono mai piaciuti: troppi luoghi comuni e posso assicurare che molti calciatori non sono così insensibili come li fanno passare…Sulla ripresa del campionato dico che ero il primo ad essere favorevole, forse il primo tifoso ma adesso hanno un po’ “stufato” perché c’è troppa gente che parla a vanvera. Secondo me bisognerebbe cercare di iniziare, se poi non ci sono le condizioni si stoppa tutto e si pensa al prossimo anno. Noi, però, in Italia siamo bravi a stare nel mezzo, se ne parla da metà marzo è ancora non si sa se riprenderanno o no”.

 

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