17 Maggio 1990, Giornata mondiale contro l’omofobia. 30 anni fa l’Oms cancellò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali fotogallery

Il 17 maggio 1990 è una data storica non solo per il mondo omosessuale, ma per il genere umano tutto. In questa data viene cancellata l'omosessualità dall'elenco delle malattie mentali, definendola per la prima volta “una variante naturale del comportamento umano".

Oggi si commemora la giornata mondiale contro l’omofobia, la bisfobia e la transfobia. Questa data è stata scelta per l’importante evento accaduto 30 anni fa quando l’OMS cancellò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, definendola per la prima volta “una variante naturale del comportamento umano”.

Un percorso iniziato con la cancellazione dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) pubblicato dall’American Psychiatric Association (APA) nel 1974, e che era annoverata nella prima versione del manuale, datata 1952, come una condizione psicopatologica tra i “Disturbi sociopatici di Personalità”.

Così facendo si intendeva mettere fine a più secoli di pregiudizi discriminazioni e violenza. Per tutti gli omosessuali questo giorno rappresenta una data storica ed un simbolo molto forte.

L’omofobia è l’avversione ingiustificata ed ossessiva verso l’omosessualità; gli omofobi non riconoscono valore al sentimento dell’amore omosessuale e non vogliono vederne riconosciuta l’esistenza. Un’ossessione da cui si può guarire grazie all’informazione ed alla conoscenza dei gay e delle lesbiche che rappresentano una parte consistente della popolazione mondiale (dal 7 al 12 % ) secondo i dati dell’OMS.

Una rivoluzione, quella omosessuale, “iniziata al bar”. Iconica la foto scattata il 21 Aprile del 1966 al bancone del Julius al 59 West 10th Street,a Manhattan, dove John Timmins, Dick Leitsch, Craig Rodwell e Randy Wicker, poco più che ventenni, dopo aver chiesto e ricevuto da bere, confidano al Bartender di essere omosessuali.

Nella foto si vede il barista coprire il bicchiere con una mano, intimando ai ragazzi di andarsene. Un giornalista del New York Times avvisato di questo SIP-IN di protesta, scattò la foto che permise, dopo una battaglia legale, di ottenere l’abolizione per incostituzionalità della legge che vietava la somministrazione di alcolici agli omosessuali.

Quei ragazzi erano membri della Mattachine Society, la prima organizzazione per i diritti degli omosessuali degli Stati Uniti d’America, e il SIP-IN da loro organizzato è stato il primo atto pubblico di protesta registrato da parte della comunità omosessuale.

Pochi anni dopo, nella notte tra il 27 ed il 28 Giugno 1969, le sorti del movimento omosessuale prenderanno una piega ben diversa. I tempi sono maturi per opporsi ai soprusi, e proprio i moti di Stonewall ne sono la prova. Questo accadimento, questo luogo, rappresentano un importante incrocio per la comunità LGBTQ, che ha comunque dovuto lottare per i decenni successivi per affermare i propri diritti.

Una storia, quella della lotta per i diritti per gli omosessuali che contestualizzata al periodo storico in cui è nata, assume un senso più chiaro e per certi versi più comprensibile anche per gli etero più convinti.

Parliamo infatti degli anni ‘60, e per quanto non appaia così lontano, quel decennio vide compiersi molteplici lotte per la parità di diritti dell’uomo, che nel 1948 furono elencati nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Un passaggio del celebre discorso di Martin Luther King, spiega in maniera chiara la situazione: –Ho un sogno: che un giorno questa nazione si sollevi e viva appieno il vero significato del suo credo. Riteniamo queste verità di per sé evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali.– Questo chiarisce appunto alcuni aspetti quanto meno incredibili, come leggi che impedivano addirittura la somministrazione di alcolici agli omosessuali. Emblematico il lavoro fotografico di Elliot Erwitt sulla discriminazione delle persone di colore (Segregated Water Fountain by Elliot Erwitt) che allarga di non poco la questione della paura della “diversità” che campeggiava in quel periodo.

giornata mondiale contro l'omofobia

Fortunatamente, passo dopo passo in questi decenni la situazione dei diritti umani, dell’autodeterminazione, dell’orientamento sessuale sembra imboccare la strada giusta. Le decisioni prese negli Stati Uniti ed Europa sulle unioni civili hanno avuto delle ripercussioni positive nel resto del mondo. Nei giovani e non solo, la discriminazione è calata lasciando spazio a ciò che è diverso da se stessi.

Molti sono i passi fatti, vero, ma molti altri ancora quelli da fare. Un ultimo dato necessario a far riflettere: nel 2020 i paesi dove essere omosessuale è un reato sono ben 78 dei 196 paesi riconosciuti sovrani dall’ONU, più di un terzo. Le pene commisurabili agli omosessuali, vanno dalla prigione per pochi mesi, ai lavori forzati, fino all’ergastolo o alla lapidazione.

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