DOPO-VIRUS IN COSTIERA. SI DOVRA’ CAMBIARE. MA CHI LO DOVRA’ FARE?

DOPO-VIRUS IN COSTIERA. SI DOVRA’ CAMBIARE. MA CHI LO DOVRA’ FARE?
Sarà una Pasqua diversa per la Costiera. Forse, come negli anni della guerra. Per chi li ricorda.
E, purtroppo, già si parla di una possibile proroga della clausura fino al Primo Maggio. Chissà.
Questo strazio, però, non finirà neppure allora.
Perché, la auspicata libertà, pure graduale, sarà certamente accompagnata dal divieto di aggregazioni e socializzazioni che condizioneranno significativamente le attività ricettive, di ristorazione e del tempo libero. E, la Costiera vive proprio di questo. In massima parte.
Del dopo-virus si è discusso, ieri mattina, nel corso di una videoconferenza organizzata dal Distretto Turistico della Costiera sotto il titolo, bene augurante, di ‘Torneremo a viaggiare’.
Molte osservazioni, molte considerazioni, molte valutazioni, ma anche convergenti ammissioni sulla complessità del problema. Certo che si tornerà a viaggiare: ma come cambierà il turismo? La risposta non è apparsa agevole.
Si impone, quindi, una profonda riflessione per immaginare i nuovi scenari e individuare le relative soluzioni.
Una riflessione con la partecipazione di tutti. Ma a chi competerà decidere?
In uno ‘scricciolo’ di territorio, con neanche 40.000 abitanti, ci sono ben 13 Comuni, anche piccolissimi, tutti fin troppo gelosi delle loro specificità.
Dal gennaio 2011, c’è un organo sovracomunale, la Conferenza dei Sindaci, che ha funzioni consultive e propositive nei temi più importanti, quali: Trasporti, Infrastrutture, Istruzione, Territorio, Difesa del suolo, Sicurezza, Turismo. E, altro ancora.
Per quanto visto, almeno nel corso degli ultimi due anni, sembra che le consultazioni non abbiano prodotto risultati soddisfacenti. Basta riferirsi a mobilità (!), depurazione, infrastrutture, difesa del territorio. Quanto al Turismo,ogni Comune ha la sua pro-loco.
Poi, c’è la Comunità dei Monti Lattari che include i soli Comuni di Scala e Tramonti ma è soggetto attuatore del Piano di gestione del sito Unesco Costa d’Amalfi comprendente tutti i 13 Comuni della Costiera.
Poi, c’è il Parco Regionale dei Monti Lattari e, da qualche anno, c’è il Distretto Turistico Costa d’Amalfi. Chissà che non sia sfuggita qualche altra associazione di grado superiore. Le minori sono a parte.
In questo contesto, possono evidentemente concretizzarsi sovrapposizioni, ‘invasioni di campo’ e comportamenti ‘dinamici’ idonei a generare una inopportuna confusione. La promozione turistica è un esempio. E, ci può anche essere chi si agiti per voler cambiare tutto, perché non cambi niente.
La Costiera non può aspettare.
La crisi economica sarà pesante e molte aree del Paese ne saranno colpite. Certo, qui c’è l’eccellenza dell’accoglienza e ci saranno sempre ‘eccellenti’ con il desiderio di venire. Le defezioni, però, sono da mettere in conto. Peraltro, non tutte le attività sono a cinque stelle.
Ma la crisi economica porterà probabilmente anche ad una nuova sensibilità ambientale e al capovolgimento del rapporto oggi fondato sulla ‘superiorità’ dell’uomo rispetto alla natura.
Per questo, è necessario interrogarsi da subito su cosa fare per passare da una impostazione operativa da ‘pennino a cavallotto’ ad una gestione moderna e innovativa del territorio che ri-metta al centro delle attenzioni le ricchezze naturali in qualità di ‘materia prima’ per la creazione di un’area a ‘tutela ambientale globale’. Una vera ‘Terra dei Luoghi’ nella quale ri-portare al più alto livello il rispetto dell’ambiente con l’utilizzo di modalità ‘verdi’, a partire dalla mobilità.
La Costiera è stata ‘creata’ con un preciso destino. Quello di essere una finestra per smarrirsi nell’infinito del mare, nell’azzurro del cielo, nei tramonti di fuoco e per entrare in contatto con l’Universo.
Un ‘ritrovo’ di cultura per la vita. Non è pensabile che si immagini ancora di farne un parco giochi.
E’ veramente necessario un chiarimento tra i diversi attori. Magari, con una preliminare ‘sforbiciata’ alle presenze e una netta ripartizione delle competenze. Perché quando c’è abbondanza, si può largheggiare. Ma quando non si sa cosa ci sarà, è meglio rimuovere per tempo protagonismi, interessi personali ed egoismi localistici.
Una bella riflessione di Io Salerno

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