Un silenzio assordante

Il 22 aprile di ogni anno è il giorno dedicato alla giornata della Terra il cosiddetto “Earth Day” da un’idea di Gaylord Nelson per dare voce alle preoccupazioni per lo stato dell’ambiente. Alcune sere fa ho scambiato idee e opinioni con Claudio d’Esposito, Presidente del Wwf  Terre del Tirreno, sull’impatto che le misure anti covid_19 stanno avendo sull’ambiente. Tra le tante considerazioni , mentre in remoto rubricavamo le foto degli animali che in penisola sorrentina hanno riconquistato spazi che prima erano occupati dall’uomo, è saltata fuori una considerazione molto interessante vale a dire l’assenza del rumore. L’equazione meno traffico meno inquinamento è sotto gli occhi di tutti, ma c’è un altro cambiamento fondamentale che sta caratterizzando il lockdown in tutto il mondo, ed è l’assenza dei rumori prodotti dall’uomo. Ho approfondito l’argomento ed è venuto fuori che le folle in movimento, le auto, i camion, i trasporti pubblici, i cantieri e le industrie producono vibrazioni che non sono rilevabili individualmente ma sommate su grandi numeri contribuiscono al movimento del nostro pianeta. Gli scienziati lo definiscono “rumore sismico” ed è già stato oggetto di ricerca in quanto era già palese a tutti, ancor prima della pandemia,  che nei fine settimana, quando le fabbriche sono chiuse e i pendolari sono a casa, i tracciati dei sismografi registrano dal 30% al 50% delle vibrazioni in meno. In sostanza un’umanità meno mobile fa vibrare meno la Terra. Quel maledettissimo virus arrivato da Wuhan, che sta cambiando il nostro stile di vita per sempre, ci ha concesso di mettere il dito su di un’altra piaga, oltre l’inquinamento ambientale abbiamo scoperto il “rumore sismico”, e grazie a questa condizione di quarantena più unica che rara (speriamo unica e basta) gli scienziati hanno preso a studiarne i dettagli.  Quale impatto ha il rumore provocato da tutti noi sulla vita di questo pianeta? Che conseguenze? Sono tanti i quesiti ai quali si cercherà di dare una risposta. A noi non rimane che celebrare la prossima Giornata della Terra rimanendo a casa magari anche in silenzio ad ascoltare una volta tanto noi la Natura, che ha tante voci e molte cose da dire.

di Luigi De Rosa

(Nella foto una libellula “frecciarossa”  (Crocothemis erythraea) fotografata dal sottoscritto nell’Oasi in Città a Sant’Agnello, prima del lockdown)

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