Sorrento. Il “Miserere” non sarà più lo stesso.

Piano di Sorrento – Oggi nel buio delle strade vuote dei paesi della penisola sorrentina risuonano voci registrate di un “Miserere” che fu, e che crediamo non tornerà più, almeno come lo abbiamo sempre vissuto da bambini da queste parti. In tutto il territorio italiano la tradizione dei canti popolari quaresimali è ancora diffusa. Rappresentano un repertorio di grande intensità evocativa che descrive fatti salienti della narrazione evangelica. Sono i “Canti della Passione” alcuni tratti da narrazioni popolari ispirate ai vangeli apocrifi, altri a forme di drammaturgia liturgica medievale, in italiano, dialetto o latino. La loro esecuzione è affidata sempre a gruppi di cantori numerosi che spesso fanno parte di organizzazioni religiose penitenziali come le Confraternite. I Canti di Passione devono essere eseguiti in forma collettiva durante il periodo quaresimale nella nostra tradizione. Il cantare insieme rafforza il valore simbolico della devozione di ogni singolo cantore che “ricerca” la sua voce nelle voci dei confratelli che ha vicino. Grazie al canto comune la comunità ritrova il proprio senso spirituale comune e rafforza quei valori simbolici che caratterizzano la narrazione evangelica quaresimale. Tra i Canti di Passione spicca il Miserere (Salmo 50) eseguito a cappella e in modo polifonico. Oggi, in tempo di coronavirus questo modo così antico e passionale di vivere l’esperienza della ricerca della fede come momento collettivo non potrà avere luogo. Le strade sono deserte e lo rimarranno anche durante le future quaresime, almeno fino a quando non si troverà il vaccino che metterà fine a questo flagello; fino allora il distanziamento sociale ci terrà lontani gli uni dagli altri. “Il nostro desiderio spirituale ha sempre avuto bisogno di corpi che cantano, respirano e soffrono insieme”, ci ricorda lo scrittore Ambrogio Sparagna. Per secoli abbiamo cercato un’unione carnale e spirituale al mistero della Croce. In questo tempo buio, ancora una volta,  sono solo le parole del Salmo di Davide, più di quelle della Lamentatio del profeta Geremia e il Benedictus (Cantico di Zaccaria) a portarci conforto, a indicarci la strada. Chiediamo dunque, soli e disperati nelle nostre stanze, a Dio perdono affinché ci conceda ancora la speranza di tornare un giorno a pregare e cantare insieme in cerca del Mistero della Croce. Miserere mei, Deus: secundum magnam misericordiam tuam.
Et secundum multitudinem miserationum tuarum, dele iniquitatem meam.
Amplius lava me ab iniquitate mea: et a peccato meo munda me.
A cura di Luigi De Rosa

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