Piano di Sorrento. L’affettuoso ricordo della poetessa Anna Bartiromo nelle parole dell’ex sindaco Luigi Iaccarino

Riportiamo il ricordo dedicato dall’ex sindaco di Piano di Sorrento Luigi Iaccarino alla poetessa Anna Bartiromo, scomparsa nella giornata di ieri

ANEMONI D’AVORIO solo per TE, ANNA

“Anna Bartiromo ama la vita in tutte le sue forme, nell’amicizia, nella natura, nei paesaggi, che quotidianamente offre la costiera sorrentina,…non solo nella sua stupefacente bellezza turistica, ma nel silenzioso segreto dei suoi vicoli, delle sue edicole votive, insomma, di quel concentrato labirinto che si schiude a chi lo conosce e lo ama, come Anna, da sempre.” così il professore Francesco D’Episcopo, magistralmente scriveva di Anna nella Prefazione dell’ultimo libro Anemoni d’avorio, “..e poi c’è il mare, quell’elemento amniotico, sereno o tempestoso, che la nostra autrice si porta dentro da sempre e che si estende come orizzonte e metafora… perché ci abbraccia tutti…” . E potremo già chiudere, con queste bellissime parole, un elogio all’opera poetica e narrativa di Anna Bartiromo, consapevoli di aver fotografato con giusta corrispondenza tutto l’iter artistico della nostra amica, ma chi l’ha conosciuta bene come me, chi l’ha seguita anche quando tanti latitavano alla presentazione delle sue opere, chi ha toccato con mano la sua fede e la sua grande umanità non può non aggiungere quello che l’affetto suggerisce di esternare, mentre ormai la sua anima trova il respiro vero in quel mondo di luce al quale ha sempre creduto, teso e si è ispirata.
Ha lottato, ha insistito, ha sofferto, ha gioito, ha dato vita, ha esultato, ha creduto, ha perdonato, si è innalzata, ha pregato, ha insegnato, ha celebrato il tempo, è caduta, si è ripresa, ha sperato, si è purificata, ha vissuto, ha amato…pur se troppo spesso non è stata sostenuta in tanti di questi moti del suo animo.
Nell’ultima presentazione del suo libro, che con insistenza volle che io le facessi nella Sala Consiliare del Comune di Piano di Sorrento, la definii, affettuosamente e forse con esagerata confidenza, “amica preziosamente strampalata” perché ho sempre ritenuto che ha affrontato la sua esistenza sollevandosi un poco troppo da terra, a volte perdendo perfino il senso del concreto. Lei, dal suo elegante abito nero con l’impeccabile fiore sul petto, mi sorrise, annuì, ribattendo però che era stata questa la sua arma per affrontare un mondo che pur se aveva amato, a volte le era stato troppo stretto sia per le convenzioni oggettive, sia per un perbenismo dilagante , sia per un egoismo sfrenato, sia per una violenza legalizzata… ed allora a lei non rimaneva che evadere, rifugiarsi nello spazio della poesia dove la capacità delle sue parole e l’intensità dei suoi pensieri le permettevano di segnare strade solidali, indicare sentieri di speranza, progettare spiragli di ottimismo.
La rivedo a pregare nella nostra Chiesa Parrocchiale di Mortora, nella quale giungeva sempre a funzione già avviata o nella Cappellina di San Liborio, per la quale aveva interessanti progetti di rilancio, perché devota fervente di S. Caterina Volpicelli; era ansiosa ed entusiasta di voler partecipare alla vita comunitaria in saio bianco alle funzioni della nostra Confraternita della Purificazione di Maria, della quale con convinzione qualche anno fa volle diventare iscritta e consorella…ma spesso ogni suo devoto desiderio rimaneva inevaso perché negli ultimi anni spesso le forza venivano meno.
Spesso ci sentivamo a telefono, nelle ore più insolite, ed in questa ultima fase di vita quello che le mancava di più era il non poter scrivere, il non potere concretizzare i suoi tanti progetti letterari, intrisi di tanta speranza. Mi pregò di telefonarle il 25 marzo perché voleva recitare in mia compagnia, come da invito del Papa, il Padre nostro…e così feci. Le nostre voci si unirono insieme a quelle di Papa Francesco nell’invocazione comune a Dio misericordioso, sentendoci figli amati, ma già la sua voce incominciava a farsi flebile e sofferente… la sua invocazione convinta di figlia fedele aveva perso forza e vigore perché il suo estro si stava assopendo e la bellezza della sua poesia stava lasciando posto alla freddezza di una realtà di dolore…un’altra breve chiamata tra noi e poi il silenzio.

Anna,
“…vorrei sentirle ancora
le tue storie
cucite addosso come ordito e trama
quasi tessuto morbido e sottile
di un abito da lungo conservato
che a volte mi sembravano parole
ma erano frammenti di una vita
e ritrovarti accanto a me, seduta
a sostenermi nei momenti bui
e rallegrarti di un uccello in volo
o di un mattino fulgido di sole…
Guardo intorno e mi fingo che ci sei
ma esisti, ahimè, soltanto nel mio cuore.” oggi, ritrovandoti nelle parole di una tua poesia, dedicata a tua madre, ti voglio dolcemente salutare.

Ciao Anna, per i poeti e per gli animi nobili come te, il cammino verso il Cielo è più dolce, perché già conosciuto.

Anna Bartiromo

 

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