Perchè in Germania ci sono meno morti?

Più informazioni su

Il numero di contagiati e di decessi al momento di elaborare l’articolo, ossia a tutto il 01/04/2020 sono i seguenti: per l’Italia 105.792 (contagiati) e 12.428 (decessi), per la Germania 71.808 (contagiati) e 775 (decessi).
Il confronto tra Italia e Germania è semplicemente sorprendente, inspiegabile, irrealistico . Ma perché da noi i morti sono così tanti mentre in Germania il numero di decessi resta così basso? Alcuni balordi, affetti da infantilismo acuto, asseriscono che i dati, segnalati dalla Germania, sarebbero falsificati e che la differenza a vantaggio dei tedeschi sarebbe dovuta ad una propensione innata dei medesimi a primeggiare anche nelle catastrofi. Non commento, ma cerco di individuare le cause oggettive.
1) Risposta del sistema sanitario
Una probabile spiegazione della discrepanza delle cifre è che gli ospedali tedeschi non sono stati invasi da pazienti come gli ospedali nel Nord Italia, e hanno avuto più tempo per liberare i letti, far scorta di attrezzature e ridistribuire il personale e, in primo luogo, per utilizzare la tecnica a tamponi, facendo riferimento, dall’inizio del contagio, al modello coreano, ossia i tamponi sono stati fatti a chi presentava sintomi anche molto lievi, a soggetti a rischio, a specifiche categorie. Gli screening di massa sono stati realizzati a prezzo di enormi rinunce sul piano della privacy: ma i tedeschi, disciplinati come sempre, hanno accettato questa rinuncia in cambio di una maggiore protezione. Va premesso che anche il numero di tamponi fatti in Italia e in Germania non è molto dissimile: ma in Germania si sono comunque meglio organizzati e ora vanno di corsa, perché anche i medici di base hanno la possibilità di utilizzare i tamponi.
2) Gestione ricoveri ospedalieri
Una volta esploso il contagio, proprio nelle zone più colpite della Lombardia è partita una corsa senza freni verso pronto soccorso e ospedali. Nulla di più sbagliato. Gli ospedali sono diventati gigantesche polveriere di infezione e di contagio. E per molti pazienti sarebbe stato molto meglio essere curati a domicilio. Il sistema sanitario tedesco ha retto molto meglio, evitando il collasso, accettando ricoveri solo quando necessari (urgenza definita dopo consulto telefonico con il medico curante), evitando che gli ospedali diventassero luoghi prediletti per l’evolversi dell’infezione. Prioritaria è stata la protezione di medici e infermieri. L’enorme quantità di vittime che l’Italia ha avuto in queste due categorie conferma la fondatezza dell’analisi.
3) Distanziamento generazionale
Il basso tasso di mortalità per coronavirus in Germania può essere spiegato anche dall’età delle persone colpite, che sono più giovani rispetto ad altri paesi. È noto che la vita familiare in Italia è molto diversa da quella tedesca. La Germania ha più asili e strutture per tenere i figli rispetto a un’Italia notoriamente più “mammona” (mi si perdoni l’audacia del termine!). Da noi gli anziani vivono spesso a stretto contatto, se non nella stessa casa, di figli e nipoti e questo certo ha esposto tutti a maggiori rischi di contagio. In Germania non è così, e quando un giovane raggiunge l’autonomia economica si distacca completamente dalla propria famiglia di origine. Dunque, i primi contagiati sono stati loro, i giovani, e non come in Italia gli anziani o comunque persone oltre i 60 anni. Secondo i dati Eurostat in Italia la metà dei giovani tra i 25 e i 34 anni vive ancora con mamma e papà, e sono più del 20% le persone tra i 30 e i 49 anni che non è andata via di casa.
4) Tagli posti letto
L’ultimo tentativo, per salvare dalla morte i contagiati gravi, è la terapia intensiva degli ospedali. In Italia, a forza di tagli orizzontali nella sanità, siamo scesi a numero di posti letto (circa 5.000) pari a un terzo della media europea. In Germania sono molto più alti della media europea (circa 20.000). Una distanza abissale che in moltissimi casi fa la differenza tra la vita e la morte, anzi tra la morte e la guarigione.
5) Sistema di tracciamento
Tra poco in Germania entrerà in vigore un sistema di tracciamento degli spostamenti dei positivi mediante dati e rete cellulare, in modo da identificare ed isolare le persone con cui gli stessi sono entrati in contatto. Forse varrebbe la pena che la nostra sanità tentasse di approfondire questa nuova tecnica!

Giuseppe Civale

Più informazioni su

Commenti

Translate »