Pasquetta, Lunedì dell’angelo, Lunedì in Albis: religione e “tradizione” che si fondono. fotogallery

Una passeggiata in montagna, un pic-nic o un giretto in spiaggia: la pasquetta è una delle festività più amate dagli italiani, che ne approfittano per una passeggiata all’aria aperta.

Da dove nasce questa tradizione?

Forse è necessario puntualizzare, vista la situazione attuale di “lockdown” che è una consuetudine molto più recente di quanto si possa pensare; una ragione in più per starsene buoni a casa.

Ufficialmente, infatti, la giornata festiva è stata voluta dalle istituzioni soltanto nel Dopoguerra, soprattutto per concedere ai lavoratori un momento di relax in più da passare in compagnia dei propri cari; proprio come il 26 dicembre, Santo Stefano, vuole allungare il Natale.

Ma come tutti i costumi, anche questo attinge simbolicamente da un passato ben più remoto. L’evento che più verosimilmente pare abbia ispirato questa tradizionale gita fuori porta, si riferisce al vangelo di Luca (24:13-53) che narra dello stesso giorno della Resurrezione; Gesù appare a due discepoli in cammino verso Emmaus, e passeggia con loro verso il villaggio a pochi chilometri dalla città di Gerusalemme.

La stessa espressione che definisce il giorno dopo la pasqua come “Lunedì dell’Angelo”, è di matrice popolare; nel calendario liturgico cattolico è indicato come lunedì dell’Ottava di Pasqua.

Per quanto riguarda invece l’ultima denominazione, Lunedì in albis i testi religiosi parlano solo di settimana in albis vestibus, in vestitini bianchi, e di domenica “in albis”, per indicare la funzione, ma nulla viene detto riguardo al lunedì.

Tale titolo è stato dato solo dalla tradizione popolare, probabilmente per indicare l’inizio della settimana “in albis” o il fatto che fosse il primo giorno in cui i piccoli indossassero le vesti bianche.

In conclusione, in questo momento storico, in cui ci sono volute ordinanze di chiusura per le attività di generi alimentari come deterrente alle scampagnate pasquali, mi sembrava interessante ragionare sul senso di “castigo” che proviamo quando non onoriamo una consuetudine, e su quanto il concetto di tradizione sia molto più fluido di quanto amiamo pensare.

Da “L’invenzione della tradizione” di Hobsbawm e Ranger (1983):

«…tradizioni che ci appaiano, o si pretendono, antiche hanno spesso un’origine piuttosto recente, e talvolta sono inventate di sana pianta»

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