Napoli. Miracolo di San Gennaro a porte chiuse per la prima volta nella storia

Napoli miracolo di San Gennaro a porte chiuse per la prima volta nella storia , altro effetto del Coronavirus. Come scrive Maria Chiara Aulisio sul Mattino di Napoli.
Niente processione ma sì al miracolo. Questione di buonsenso prima ancora che di regole, decreti e ordinanze. Sarà un cerimonia diversa – il prossimo 2 maggio – da quella che si ripete ogni sabato che precede la prima domenica del mese per ricordare la traslazione delle reliquie dall’Agro Marciano (tra Pozzuoli e Fuorigrotta) alle Catacombe che portano il nome del martire. San Gennaro – causa Covid 19 – dovrà rinunciare alla tradizionale sfilata del busto e delle ampolle con il sangue.
LA SFILATA
Niente da fare: il lungo corteo che dal Duomo raggiunge la basilica di Santa Chiara tra canti e preghiere, petali di rose e fazzoletti bianchi da sventolare invocando il prodigio – è destinato a saltare. E non potrebbe andare diversamente: sono centinaia i fedeli che parteciperebbero alla passeggiata, sfilando uno accanto all’altro, da via Duomo ai Tribunali, passando dinanzi al Pio Monte della Misericordia, via delle Zite, Forcella, e poi ancora San Biagio dei Librai, piazza San Domenico Maggiore e via Benedetto Croce, fino alla Basilica di Santa Chiara. Un tragitto lungo e ad altissimo rischio dal punto di vista sanitario: una sorprendente quantità di persone che sfilerebbe insieme quando – solo qualche giorno prima – vigeva il divieto di uscire perfino in due (ammesso che non sia più in vigore). «C’è un mondo in ginocchio: difficile fare programmi quando ancora non sappiamo neanche come andranno le cose – dichiara Riccardo Imperiali, uno dei rappresentanti della Deputazione di San Gennaro – si parla di una riapertura il prossimo 14 aprile ma non si esclude un rinvio. In ogni caso è il buon senso a dirci che, una processione come quella, seppure fossimo usciti dalla grande emergenza, è francamente impensabile». Non è la prima volta che si è costretti a rinunciare al corteo di maggio: «È accaduto tre, o forse quattro anni fa – ricorda ancora il deputato – fu colpa del maltempo, benché fossimo in primavera inoltrata si scatenò una bufera d’acqua che rese impossibile la tradizionale sfilata nel centro storico. In quell’occasione, però, si organizzò una mini processione dalla Cappella del Tesoro all’altare maggiore della Cattedrale».
L’ALTERNATIVA
Ed è proprio questa una delle ipotesi sulla quale si potrà ragionare quando la situazione sarà un po’ più chiara: al momento non è possibile immaginare di stilare programmi precisi. Nessun problema, invece, per quanto riguarda il miracolo: «Quello si farà certamente – aggiunge Imperiali – se non ci saranno le condizioni per aprire il Duomo al pubblico, la cerimonia si svolgerà in cappella, probabilmente a porte chiuse, ma il miracolo non può mai saltare: abbiamo un registro dove si annota l’evento da centinaia di anni, fa parte del nostro archivio storico e va rispettato». L’appuntamento del prossimo due maggio potrebbe rappresentare anche quel momento di preghiera – con il cardinale Crescenzio Sepe – sul quale si ragionava nei giorni scorsi, per chiedere l’intercessione del patrono in questo momento così difficile per la città di Napoli, ma anche per l’intero paese. D’altronde, la scorsa settimana, sempre in Duomo, anche il cardinale, inginocchiato davanti alla statua del santo, si era rivolto a lui recitando una preghiera affinché – attraverso la sua buona parola – «il Signore intervenga per sconfiggere l’epidemia». Si tratterebbe, insomma, di una cerimonia riservata nella cappella del Tesoro per invocare la benedizione del patrono, così come si fece in occasione della peste e dell’eruzione del Vesuvio.

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