L’uso della spiaggia e del mare un “diritto di cittadinanza” . L’ Italia segua il modello Positano sulla Fase 2 dal Coronavirus

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Positano darà la luce al mondo. Durante il periodo fascista dove vigeva l’autarchia ci si inventò la possibilità di autoprodurre la luce nella perla della Costiera amalfitana , vennero giornali da tutta Italia, ma era uno scherzo, la vicenda ispirò racconti e articoli anche di Indro Montanelli e Gaetano Afeltra successivamente. Dopo quasi un secolo la perla della Costiera amalfitana potrebbe proporre un modello per affrontare la balneazione per i cittadini che, per le misure di contingentamento per il coronavirus Covid-19 potrebbero esserne esclusi, visto che solo negli stabilimenti balneari si potrebbero ipotizzare misure per il distanziamento sociale .

Qui in Costa d’ Amalfi, nella Costiera che rende la Campania famosa nel mondo, c’è già un modello che si potrebbe applicare, ovviamente non come prima, ma esiste già chi ha pensato ai residenti che, almeno loro, dovrebbero avere un “diritto di cittadinanza” all’uso della spiaggia e del mare che non può ne deve essere del tutto privatizzato. Mentre non è facile poter riprendere l’uso indiscriminato delle spiagge libere, in attesa che se ne vada questo virus, perchè le spiagge libere e il mare sono di tutti, almeno per i residenti, che non possono essere esclusi dal loro mare e dalla loro spiaggia, una soluzione già c’è , anzi già c’è stata.

Sono passati ormai dieci anni da quando il Lido Positano è stato inaugurato. La volontà del sindaco Michele De Lucia fu ben chiara, in quel giugno del 2010, ovvero dedicare ai positanesi uno spazio di spiaggia riservato, attrezzato, con l’opportunità di avere servizi essenziali, come pulizia dell’arenile e servizi igienici. “Vogliamo essere vicini ai positanesi e “coccolarli”, dato che riteniamo che per troppo tempo siano state trascurate le loro esigenze, anche a discapito della vivibilità del paese stesso”, aveva commentato De Lucia all’epoca.

L’anno scorso ( nella foto di archivio prima del Coronavirus il sindaco De Lucia con il consigliere Nino Di Leva  e l’assessore al ramo  Guida, ndr ) ci fu grande evento anche per festeggiare la bandiera blu, con tanti protagonisti illustri. Un evento che è servito per ribadire anche la volontà di dedicare l’estate al tema dell’ambiente: si è partiti dal progetto “plastic free”, progetto che ha coinvolto tutta la città, che ha fatto subito capire l’importanza che è stata data all’ambiente. Un lido che poi è diventato anche “smoke free”: un modo per dire basta all’inquinamento e valorizzare le proprie bellezze.

Encomiabile, poi, la professionalità dei dipendenti: non possiamo fare altro che lodare il lavoro di Ubaldo, guardaspiagge che difatti è diventato un vero e proprio simbolo del Lido Positano.

Un Lido per i cittadini vi deve essere almeno per loro, in attesa che arrivi la cura e si possa permettere a tutti di andare a mare, ovviamente le misure di contenimento e distanziamento sociale non lo possono permettere quest’anno.

Questo esempio di Positano, ovviamente adeguato alle normative che sicuramente vi saranno e con numeri contingentati, è un modello che dovrebbe valere per tutta l’ Italia. Tutti i cittadini hanno diritto al loro mare e alla loro spiaggia, fra l’altro è dimostrato, scientificamente, che l’elioterapia e balneoterapia aiutano le difese immunitarie, che sono la principale barriera contro il virus. Privare di questo chi vive in un paese di mare, in qualsiasi posto d’ Italia, è davvero una violazione dei diritti civili e umani , non solo anche un danno morale e fisico ai cittadini.

Ma anche se per malaugurata, e sciagurata,  ipotesi, si decidesse di non far utilizzare le spiagge,  per i rischi dei contagi,  per il futuro tutti dovrebbero riservare spazi decenti e organizzati ai propri cittadini. Positano non ha dato la luce al mondo, ma un modello per poter utilizzare il mare le spiagge si .

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