L’IGNIMBRITE CAMPANA

Con la parola ignimbrite oggi intendiamo un tipo di roccia piroclastica depositatasi grazie a materiali vulcanici a temperature molto elevate. Originariamente tale termine veniva utilizzato solo per descrivere depositi tufacei saldati… come per l’appunto quello del costone sorrentino. Il costone tufaceo sorrentino si è formato ( tra 39.000 e 35.000 ) indicativamente 37.000 anni fa per una megaeruzione di un supervulcano. I campi flegrei. La parola supervulcano fa storcere il naso ai geologi puristi. Il supervulcano di riferimento , ovvero i Campi Flegrei ca. 37.000 anni fa ha provocato in due fasi poi unificatesi la fuoriscita di circa 150 Km3 (cubici) di materiali ovvero 150 miliardi di tonnellate di materiali vulcanici. Buona parte di questi materiali si sono sparsi per la Campania settentrionale ma anche sud del Lazio e parti dell’appenino interno. Un’altra parte è invece arrivata come limite estremo in penisola sorrentina e si é depositata formando il costone tufaceo che più o meno riusciamo a vedere oggigiorno costituito da tufo grigio. Il costone ha per limiti geografici l’estremo lembo est della spiaggia di Alimuri a Meta (confine con Vico Equense) e il lembo ovest della spiaggia di Marina Grande di Sorrento. Quindi attraverso uno sviluppo arreo di circa 5 km, e terrestre di 8,5 km, il costone si snoda tra Meta, Piano, Sant’Agnello e Sorrento. Non si sa se i materiali piroclastici siano arrivati x via aerea o per effetto “Mosè”, ovvero separazione delle acque dalla zona flegrea sino alla penisola delle sirene. L’altezza media del costone tufaceo sorrentino è di 81 m.  Il tufo grigio sorrentino é stato cavato per tantissimo secoli, sino ancora ad inizio XIX sec. come eccellente materiale si costruzione, essendo meno friabile del tufo giallo flegreo (12.000 anni fa). Nel 1908 l”ennesimo grave incidente in una cava di tufo grigio a Piano si Sorrento che provocò la morte di almeno una dozzina di operai cavatori segnò l’inizio della fine di tale attività.
Il deposito di ceneri compresse sul costone stesso ha facilitato la formazione di un suolo particolarmente iperfertile e quindi ha generato una sorte di rivoluzione agricola protrattasi nel tempo. Voglio dire che si sono piantati troppi alberi gli uni vicini agli altri tali da costringere gli stessi a crescere abnormemente e cercare spazie luci verso l’alto. Ecco perchè nei giardini sorrentini notiamo alberi da fusto giganteschi ed in specialmodo viti sino a 15 m. d’altezza.
Qualcosa di simile al costone tufaceo sorrentino si trova nell’isola di S. Pietro in Sardegna; nelle famose CLIFFS OF MOHER in Irlanda; e nell’isola di Maiorca .
I campi flegrei hanno registrato tre enormi megaeruzioni (200.000, 37.000 e 12.000 anni fa).
Sono tre i tipi di tufo conosciuti nel golfo si Napoli: il più recente il tufo giallo formatosi ca. 12.000 anni fa, quello grigio sorrentino e nocerino-sarrnese ca. 37.000 anni fa e quello verde ischitano ca. 50.000 anni fa.
É importante per le guide turistiche sottolineare l’importanza geologica del costone sorrentino e quando si inizia l’escursione ai campi flegrei dalla penisola , il tour inizia proprio sulla strada panoramica SS 145 parlando dell’ignimbrite campana.
EUGENIO LORENZANO

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