Le riflessioni medico scientifiche del dr. Pasquale Spera

Ecco perchè le donne sono quasi immuni dal Covid -19

Le donne più immuni degli uomini verso il Covid-19. Ecco alcune ipotesi avanzate da due ricercatori intervistati da Quarto grado. Secondo i dati dell’Istituto di sanità ben il 58 % dei soggetti colpiti sono maschi. L’età media dei soggetti maschi colpiti è di 78 anni mentre nelle donne di 82 anni. Non si sa ancora perchè tale virus killer agisca di più verso  i maschi di più delle donne. Sono state avanzate alcune ipotesi . Una prima ipotesi è stata avanzata dal dottore Mario Bertlini responsabile dell’istituto epidemiologico “ Mario Negri” di Bergamo. Secondo lui nella resistenza al virus responsabile di questa grave pandemia gioca un ruolo specifico l’assetto ormonale delle donne. Ecco le sue parole:” L’assetto ormonale rappresenta per molte patologie come quelle cardiovascolari in cui la donna è meno a rischio. Le donne producono estrogeni e gli uomini androgeni Sarebbero proprio gli estrogeni a difendere  la donna davanti alla replicazione del virus. Un’altra ipotesi potrebbe essere quella genetica. Noi sappiamo che il recettore che utilizza il virus per entrare nelle cellule( dalle ultime scoperte sono due) è codificato dal cromosoma X. Poiché  la donna avendo due cromosomi XX potrebbe avere un assetto diverso da questo recettore. Questa diverso patrimonio genetico possa dare una protezione” Anche il professore Giuseppe de Novellis Genetista all’Ospedale di Tor Vergata avalla la tesi dell’assetto genetico come difesa delle donne dall’aggressività del Covid-19. Ecco le sue parole:” La donna riceve due cromosomi X che sono differenti perché un cromosoma lo riceve dalla mamma ed un altro dal papà. Questo significa che se uno dei due contiene una informazione di costruire uno la porta  d’ingresso più grande ed un’altra più piccolo allora nelle donne ci saranno o porte grandi o piccole. Quindi a secondo del tessuto diverso, si che esso sia la Trachea o la Faringe, potrebbero avere la porta più piccola e quindi il virus agire con più fatica. Sarebbe il DNA ad determinare una maggiore o minore resistenza al Covid -19 . Ancora non abbiamo dei dati ma noi stiamo vedendo geni candidati sono tutti i geni che hanno a che fare con la risposta immune. Questi geni hanno a che fare anche con l’infezione da virus e stiamo guardando anche questo. Nel nostro DNA andrebbe cercato la nostra maggiore o minore resistenza al virus” . Il professore Novellis coordina un progetto di ricerca internazionale con cinesi, iraniane, italiani e grandi casi farmaceutiche .Questo è un progetto per identificare i biomarcatori che conferiscono una particolare suscettibilità all’infezione, aumentando il rischio di conseguenze polmonari letali. Ancora il professor De Novellis:” L’obiettivo è quello di scoprire su una stragrande maggioranza di soggetti provenienti dall’India e dall’Europa, quali sono i cosiddetti biomarcatori che sono fattori genetici presenti su di noi. Questo avrà una grande importanza prima per capire la prognosi di un’eventuale malattia e poi come rispondiamo ai vari farmaci e poi capire qual è l’interazione tra  i fattori genetici del virus e i fattori genetici della donna o dell’ospite e come i due fattori genetici comunicano tra di loro. Sono due genomi, il genoma del virus e quello umano, noi dobbiamo capire come si scambiano informazioni e questo sarà importanti per i test e per capire come si sconfigge questa malattia. Saranno dieci mila i genomi che si studieranno tra questi anche quelli di Whuam . La lotta al virus pasa anche e soprattutto tra i laboratori di ricerca.”

 

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