La quarantena al tempo del coronavirus

Foto di Alex Lucibello

 

Un giorno chissà racconteremo anche noi come i nostri nonni “Io ha vissuto una guerra”. Gli effetti sono gli stessi.Il nemico è invisibile : un virus definito il Corona .  Non ci sono bombe ma c’è l ‘esercito  che ha operato a Bergamo per il trasporto delle salme . Troppe ma non parliamo di numeri sono persone.

Ma non è stata stavolta la morte a renderci tutti uguali come scriveva Totò ne “La livella” ma un’ epidemia. Qualcosa cambierà forse per sempre in ognuno di noi . La cattiveria non si estinguerà certo ma ci è stata data un occasione a noi tutti di riflettere , di cambiare un po’. Quanto apprezzeremo dopo un abbraccio, andare dal parrucchiere, al centro estetico o fare shopping.  Non si tratta di  superficialità o vanità ma sono gesti normali , abitudini , esigenze dell essere umano.

Adesso dobbiamo tutelarci e difendere il diritto alla salute a costo della libertà, il bene più prezioso di cui siamo stati privati e a cui abbiamo dovuto rinunciare amaramente. E adesso Gabrieli  annuncia che cambierà per la terza volta il modulo per l ‘autocertificazione per uscire di casa. La collezione aumenta insieme alla carta” sprecata”.  A Napoli qualcuno ha pensato bene  di stamparsi il modulo su una maglietta. Può essere un idea. Necessità fa virtù. Dopo questo periodo ci vorrà e ci meriteremo , nella città di Pulcinella magari,  una pizza in pizzeria e non fra le mura di casa. A proposito siamo diventati in questi giorni tutti pizzaioli e il lievito di birra e la farina sono andati a ruba. Qualcuno come merce di scambio pur di avere da impastare mette il marito, con cui la convivenza è diventata ormai pesante. Chi ama i dolci bramerà per un babà, una sfogliatella, una zeppola ( anche se ormai la festa del papà è trascorsa ) nelle migliori pasticcerie e non preparati nei nostri domicili. E per concludere un caffè irrinunciabile.

 

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