La pilotessa napoletana . Prima donna a vincere la Amalfi – Agerola

Una donna con la “D” maiuscola Maria Teresa De Filippis, napoletana verace, classe 1927, rampolla di una famiglia nobile e benestante. A lei si deve una pagina, poco conosciuta, della storia dell’emancipazione femminile in Italia e soprattutto in Campania. Prima donna al mondo pilota di formula 1, sigillò il marchio della parità tra i sessi nei bacchettoni e bigotti anni ’50 ( almeno al volante di una vettura ). Sulla scia dei fratelli piloti di rally fece carte false nel 1948 per partecipare al rally Salerno-Cava de’ Tirreni ed alla prova clou del rally dei due golfi: Amalfi-Agerola. Tra lo stupore generale vinse detta prova (Amalfi-Agerola) nel 1951 con lo stomachevole silenzio dei maschilisti giornali e radio dell’epoca. Nessuno scrisse un rigo su di un accadimento cosi clamoroso per quei tempi. Anzi molti giornali pubblicarono l’ordine d’arrivo solo con le sue iniziali del nome M.T. De Filippis, cosi da non far evincere il sesso del vincitore…pardon della vincitrice. La bella “pilotessa” non si perse d’animo, nell’inverno 51-52 scrisse a varie testate sportive europee e nord-americane comunicando la sua vittoria nel 1951 davanti a tanti qualificati colleghi maschi ed annunziò che si sarebbe ripresentata ai nastri della prova l’anno seguente. La caparbia Maria Teresa non deluse e rivinse quella prova anche nel 1952 e la radio ed i giornali italiani dovettero arrendersi all’evidenza ponendo la notizia clamorosa come prima di ogni altra. Facevano testo la presenza di colleghi (e colleghe) stranieri positamente venuti a godersi lo spettacolo non soltanto sportivo e turistico, ma ancor più di costume. Tutto ciò ed altre vittorie in competizioni minori le diedero l’incredibile opportunità di esordire in formula 1 nel 1958 al volante di una Maserati. partecipò a sei Gran Premi di Formula 1 ed ottenne come miglior risultato un decimo posto al G.P. del Belgio. Anche in Formula 1 fu osteggiata; in Francia le fu vietato di partire dopo la morte di una donna pilota qualche settimana prima ed il direttore di gara tentò di calmarla ai bordi della pista dicendole: ” Gradirei vederla sotto il casco di un coiffeur e non sotto questo casco!” e lei rispose solo con un sorriso ironico e sprezzante. Re Baldovino del Belgio si recò al G.P. sulla pista prima della partenza non solo per stringerle la mano ma anche per toccarle i bicipiti e chiedergli incredulamente se avesse sufficiente energia a sterzare sul volante. La nobildonna era sempre accompagnata da un mastodontico cane-lupo che portava al guinzaglio per difendersi da eventuali malintenzionati e per arroccarsi nel suo carattere mite e riservato. Nel 1959 decise improvvisamente di ritirarsi dopo la morte in un tragico incidente del collega ed amico Jean Behra, tra l’altro anche titolare della scuderia. Proprio in quell’anno l’affascinante De Filippis conoscerà Theodor Huschek, un galante austriaco trapiantato a Bergamo per lavoro, che sposerà di li a poco e dal quale avrà una figlia : Carola. Si ritirerà a vita privata in una villa a Scanzorosciate nel Bergamasco e si dedicherà senza velleità sportive al suo secondo amore: l’equitazione. De Filippis sarà dimenticata per tantissimi anni in relazione al suo carattere un pò riservato ed all’assenza dalle scene della vita mondana. Solo nel 2008 un giornalista del Corriere della sera riuscì ad intervistarla. Dopo quel servizio sul Corsera si concesse ad una divertente ed aperta intervista al grande Alex Zanardi per la bellissima trasmissione “SFIDE” (che ovviamente la RAI mandava in onda a tardissima sera). In quell’intervista per la prima volta si aprì e raccontò alcuni aneddoti prima descritti, forse fu la simpatia e la carica umana di Zanardi a stanarla dalla sua proverbiale riservatezza. Morì nel Gennaio 2016 ad 89 anni ed i mass media la ricordarono con brevi notizie. Avrebbe meritato maggiore spazio ed eco una donna ed una sportiva del calibro della De Filippis. Immaginatevi che in quel 1952 l’arrivo di tanti giornalisti sportivi in costiera amalfitana diede un incredibile impulso di immagine alle strade ed alle località della costiera amalfitana e sorrentina ed il rally dei due golfi divenne un appuntamento importantissimo, seguito ed amatissimo dagli sportivi di tutto il mondo. Credo che sia d’obbligo apporre una bella lapide, magari in cima all’Agerola a ricordare le gesta della “pilotessa” , forse questa lapide andrebbe apposta vicino a quella del mitico Fausto Coppi che si rese protagonista dell’ultima grande impresa nel giro di Campania del 1954. Non amo molto gli sport motoristici, ma andrebbe organizzata una gara, magari riservata solo alle donne (tiè!) che porterebbe il suo nome.

 

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