Dal 27 aprile riaprono i cantieri edili. Ma la Fase 2 andrà a rilento

Dal 27 aprile riaprono i cantieri edili. Ma la Fase 2 andrà a rilento «Prima del 4 maggio riaprirà poco o nulla, ma stiamo lavorando a un piano nazionale per la ripartenza». Giuseppe Conte, pressato dal Comitato tecnico scientifico e dal ministro della Salute Roberto Speranza che temono un riesplodere dell’epidemia, non intende «abbassare la guardia». Però, per placare il pressing delle Regioni e di chi come Confindustria vuole l’allentamento del lockdown, entro mercoledì il governo dovrebbe diffondere le linee guida per la ripresa delle attività lavorative «in condizioni di massima sicurezza».
L’allerta resta infatti alta. Il rappresentante italiano all’Oms, Walter Ricciardi, torna a predicare massima prudenza: «E’ assolutamente troppo presto per allentare la stretta. I numeri, soprattutto in alcune Regioni, sono ancora di una piena fase 1. Stiamo facendo dei modelli che studiano quando presumibilmente ci sarà l’azzeramento dei contagi nelle prossime settimane o in certi casi nei prossimi mesi e soltanto sulla base di quei numeri si potrà dare il via libera. Altrimenti può riesplodere una seconda ondata dell’epidemia».
Eppure, pur con «gradualità e prudenza», lunedì 27 aprile potrebbero tornare operativi settori che occupano 3 milioni di lavoratori (su 8 milioni attualmente fermi): i cantieri edili, alcune manifatture come moda, auto, mobilifici e le reti commerciali di supporto a queste filiere. «Se apri le industrie delle auto, non puoi non riaprire anche i saloni di vendita», spiega un ministro che segue il dossier.
La decisione sarà presa in una nuova riunione della cabina di regia che si terrà mercoledì tra governo, Enti locali, parti sociali, Comitato scientifico, task force di Vittorio Colao. Dove all’ordine del giorno non ci sarà un ulteriore Dpcm, ma le linee guida per «la ripartenza in sicurezza» ed eventuali integrazioni al codice Ateco delle attività consentite, decise dai ministri Roberto Gualtieri (Economia) e Stefano Patuanelli (Sviluppo).
L’operazione non è facile. Non è perciò escluso – spiegano a palazzo Chigi – che tutto resterà sbarrato fino al 4 maggio. Per riaprire, le industrie, i cantieri e i settori individuati in base all’indice di rischio dell’Inail, dovranno infatti adeguarsi alle linee guida: sanificazione, mascherine, guanti, distanza sociale, misurazione della temperatura e della saturazione. E le aziende devono poter avere il tempo per strutturarsi in modo per rispondere alle linee guida. Come i Comuni e le Regioni dovranno garantire un potenziamento dei trasporti pubblici locali, in modo da evitare il sovraffollamento su bus e metro, cui potrà contribuire anche uno scaglionamento dell’orario di inizio delle attività. Principi validi a maggior ragione dopo il 4 maggio, quando la quasi totalità delle imprese torneranno operative, privilegiando quanto più possibile lo smart working. E’ poi molto probabile che la ripartenza sarà modulata Regione per Regione in base all’andamento dell’epidemia sul territorio e alla situazione nei Covid-Hospital.
LA VITA SOCIALE
Se per il mondo del lavoro, con le dovute accortezze, si intravede un allentamento del lockdown, diverso è il discorso per la vita sociale. Un solo esempio. A precisa domanda: quando potremo andare a cena a casa di amici? Un ministro competente risponde: «Speriamo l’11 o il 18 maggio, ma nulla è deciso. E poi se non sai chi ha incontrato il tuo ospite nei 14 giorni precedenti, cosa fai? Mangi a due metri di distanza o con la mascherina sulla bocca? Sarà un grosso problema…». Anche per questo non si prevede la riapertura dei ristoranti e dei bar prima del 18 maggio. Ed è probabile un rinvio. Come, sempre in ragione della «massima prudenza», probabilmente resterà il divieto di spostarsi in un’altra Regione (c’è chi dice perfino in un altro Comune) se non per «comprovati motivi di lavoro o medici».
L’Italia della convivenza con il virus (prima del vaccino atteso per l’inizio del prossimo anno) sarà un Paese in perenne attesa. Code per entrare nei bar, nei negozi, dal parrucchiere etc. per non ridurre la distanza di sicurezza. Code (più lunghe di quelle che conoscevamo) per salire sul bus o in metro.
Dopo il 4 maggio dovrebbero essere riaperti i parchi e consentite le attività all’aperto, come il jogging da soli o il tennis in singolo. Resteranno però i limiti alla mobilità: fino a giugno le persone più anziane dovrebbero o restare a casa e le visite tra parenti avvenire indossando le solite mascherine e guanti.
Il Mattino

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