Arriva la condanna per l’albanese che picchiò e derubò un prete nel salernitano

Prima lo aveva colpito con una serie di pugni. Poi gli aveva legato le mani dietro la schiena con la cintura di un accappatoio, puntandogli una pistola alla tempia e minacciandolo di morte – scrive il Mattino -. È stato condannato in via definitiva, a 6 anni di carcere, Jakim Ardit, l’albanese che il 18 dicembre 2015 sequestrò nella canonica a Fisciano, Antonio Pisani, parroco della chiesa di Sant’Anna. La vittima fu rapinata di 300 euro in contanti, 3 orologi da polso, un calice e alcune medaglie in argento. Lo straniero è colpevole di rapina, lesioni e sequestro di persona.

Una serata da “arancia meccanica” per il parroco, uscito dalla sua casa canonica per riattivare la caldaia e aggredito da due stranieri. Uno dei due impugnava un cacciavite e l’altro una pistola. Solo il primo fu arrestato, dopo mesi di indagine. La Cassazione ha rigettato il ricorso dell’imputato, rendendo ora definitiva la sua condanna. Il raid ai danni del sacerdote si consumò intorno alle 21. C’era voluto del tempo prima che il parroco, malconcio ed esausto per il trattamento ricevuto, riuscisse a liberarsi: calatosi dalla finestra del bagno, uscì in strada e chiese il soccorso dei passanti e poi delle forze dell’ordine. Infine la corsa in ospedale, per le ferite. Le indagini partirono dalle immagini delle telecamere di sorveglianza e dal ritrovamento della pistola, abbandonata nella canonica. L’albanese fu identificato nell’aprile 2016, mentre era già in carcere a Poggioreale per un’altra rapina.

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