Addio Maestro

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Cerco di scrivere qualcosa di decente su Luis Sepùlveda ma una profonda commozione mi stringe il cuore. Mi sento veramente come se avessi perso un amico. Come lettore ho divorato tutti i suoi libri, come libraio ho sempre tenuto scorte in magazzino dei suoi titoli perché fa parte di quegli autori che è sempre bello consigliare a chi non lo conosce o fornire subito a chi te ne fa richiesta. Ho scoperto Sepùlveda leggendo nel 1994 “Il mondo alla fine del mondo”(Guanda).  Stavo realizzando uno studio sull’Isola di Pasqua per i miei studi di Antropologia, in questa raccolta di articoli il grande scrittore cileno racconta, come solo lui sapeva fare, la storia di noi pazzi, sì Pazzi! Mi spiego meglio, tanti e tanti anni fa gli abitanti dell’Isola di Pasqua, Rapa Nui per i nativi, situata a 3601 km a Ovest delle coste cilene, furono presi dalla frenesia cieca di costruire i moai, statue monolitiche con le quali intendevano onorare i loro dei. Per costruire le statue e issarle sulle spiagge e sulle colline dell’isola cominciarono ad abbattere alberi su alberi, ne distrussero a migliaia. Alla fine sull’isola di Pasqua non rimase in piedi un solo albero. Questa loro follia determinò anche la rovina di quello che una volta era stato un piccolo paradiso al centro dell’Oceano Pacifico. I”Rapa Nui” non poterono più costruire barche per andare a pesca, gli uccelli non vennero più a nidificare sull’isola, il legno per costruire le capanne non c’era più ne avevano più barche per spostarsi altrove, rimasero prigionieri di quell’inferno che si erano creati con le proprie mani. Questa in estrema sintesi, con parole da modesto libraio quale sono, la metafora della follia umana che da sempre muove noi tutti che spinti dalla nostra innata arroganza continuiamo a deturpare e distruggere il pianeta che ci ospita. La nostra idiozia la paghiamo sempre: sempre! Il covid-19 di oggi è un’altra amara lezione che sta dando a tutti noi la Terra. Sono profondamente addolorato che un uomo dotato di grande spessore umano, un intellettuale sopraffino non ci sia più. Lascia una grande eredità letteraria e umana. Non dimenticatelo, e continuate a leggere i suoi libri, essi insegneranno il rispetto per la vita, per la natura e per gli animali  ancora a tante altre generazioni. Se Salvador Allende, Pablo Neruda e Luis Sepùlveda fossero stati dei semi, e fossero stati piantati nel deserto di Atacama, lo avrebbero trasformato nel giardino fiorito più bello di questo mondo.

Addio Maestro

Luigi De Rosa, libraio

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