“Fate presto”. Al sud Italia come ne usciremo da questa guerra? – di Giuliano Esposito

FATE PRESTO
Riportava così il titolo del Mattino, pochi giorni dopo il sisma in Irpinia del 1980.Era allora un appello alle autorità per salvare almeno i feriti intrappolati nelle macerie, per aiutare chi aveva perso casa e mezzi di sussistenza. C’era tutto un tessuto sociale da ricostruire ed oggi in alcuni comuni ancora rimangono ferite, per esempio le famiglie che ancora adesso vivono in abitazioni prefabbricate con amianto. Che siamo in guerra ormai è senso comune, e qui a Sorrento sembra che già ne temano gli sviluppi futuri.

Ma chi è il nemico? Il coronavirus o chi si approfitterà dei danni che porterà alla nostra coesione sociale? Al sud Italia come ne usciremo da questa guerra? Nelle battaglie in prima linea il personale sanitario, civile, militare, religioso conta i propri morti sul campo, combattendo a fianco di altre persone che hanno la “sfortuna” d’aver vissuto tanto e di essersi beccato il virus. “Quando muore un anziano è come bruciasse una biblioteca” recita un proverbio africano. Nelle battaglie di trincea lavoratori, enti del 3° settore si attivano perche’ le attività essenziali possano continuare nella normalità, anche per chi quella normalità non l’ha mai avuta. Nelle retrovie molti italiani hanno scoperto di poter agire senza spostarsi fisicamente da casa . Le famiglie sanno quali sono le scelte da fare, a volte scomode: una telefonata ad un amico in difficoltà, un sollecito rivolto a una personalità politica, un parere chiesto a chi ne conosce di più. Non è facile ma ognuno può fare almeno un piccolo gesto. E continuare a confidare nel futuro nonostante le difficoltà. Altri ancora non hanno capito che questa crisi sanitaria può diventare economica e danneggiare tutte le fila, anche quelle che si credono più lontane dal fronte.

Ma quali sono i compiti di chi ha il “comando”? Questo termine può far sorridere, in una nazione dove il sindaco della capitale, il presidente della regione Campania sono stati visti costretti a limitarsi ad “esortare”, con premurosa sollecitazione, i cittadini a spostarsi dalle strade alle loro abitazioni.C’è già chi invoca invece punizioni forti per chi trasgredisce le norme imposte, chi auspica un controllo più serrato. Eppure l’autorità politiche, anche contro questa situazione eccezionale per tutti, sono più che mai fondamentali. Con l’esempio, la competenza, la trasparenza. E’ ammesso avere incertezze, come il presidente Conte che si presentò davanti gli operai dell’ILVA di Taranto dicendo candidamente: “Io sono qui, avete delle proposte?”. Però ne consegue allora che è necessario dare udienza alle opposizioni, nelle sedi consiliari, convocando al limite delle sedute fiume, trasmesse in diretta attraverso reti televisive, emittenti radio o altro. Per la ricerca di soluzioni che non appaiono semplici, che aiutino tutti i cittadini salvaguardando il bilancio statale. Ma anche perché i cittadini hanno il diritto di apprendere i termini della situazione e non siano costretti ad immaginarsi il futuro a tinte più fosche di quello che è.

Giuliano Esposito

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