Valentina Stinga, il successo dell’agricoltura 2.0. foto

Sorrento (NA) – “Dopo cinque anni al Nord, con una laurea in un’università prestigiosa non vedevo l’ora di tornare a casa, vedere il mare tutti i giorni, spaccare il mondo. Non avevo idea di cosa mi sarebbe successo. Ho provato a farmi stare bene le opportunità lavorative che mi venivano offerte ma ad un certo punto ho provato a fare di testa mia. E di testa mia e di “braccia”, mi sono messa a coltivare la terra. Inizialmente pensavo (come chi mi era vicino) ad un passatempo di una stagione. E invece non è andata così. Io ogni giorno imparo cose nuove legate alla coltivazione della terra ma anche a quanto l’agricoltura faccia bene al territorio, alle famiglie e ai bambini. Perché riuscire a riqualificare un territorio abbandonato dai giovani ormai scoraggiati, riuscire a dare nuove destinazioni e prospettive a luoghi che vivono sostanzialmente di turismo vecchio stile sono cose che sebbene appaiano complicate, richiedano tanta passione, determinazione, e un forte senso di appartenenza, ti ricompensano con grandissime soddisfazioni“. Sono parole di Valentina Stinga, laureata alla Bocconi e specializza in Marketing Management, che al contrario di tanti suoi colleghi ha avuto il coraggio di intraprendere il percorso inverso, e fare ritorno al Sud, a casa per coltivare la terra. La giovane imprenditrice sorrentina tiene però a precisare che la sua non è stata una fuga, dopo alcune esperienze lavorative ha semplicemente capito che l’agricoltura era la sua vita. “Fare l’agricoltore oggi non è più mestiere per persone con bassa scolarizzazione, è esattamente l’opposto. Siamo in un settore che offre delle grandi opportunità, che ha bisogno di professionalità ben formate”. Queste sono ancora parole di Valentina Stinga tratte da un suo speech presente su YOU TUBE dal titolo “Radici” legato alla manifestazione “TEDxBarletta“. Riflessioni alle quali aggiungo i numeri nazionali forniti dalle associazioni di categoria (Coldiretti); in Italia sono 215 mila le aziende agricole a conduzione femminile. Negli ultimi anni i giovani che sono tornati all’agricoltura sono sempre più numerosi. Solo nell’ultimo quinquennio si è registrato un incremento del + 12%. La Campania si è collocata al secondo posto con 6266 aziende, il primo posto è occupato dalla Sicilia. Siamo in presenza di una rinascita dell’antica Campania Felix? Sembrerebbe proprio di sì, visto che la maggior parte delle imprese agricole sono nuove, non ereditate, e i neo agricoltori hanno alti livelli di istruzione e specializzazioni specifiche. Le innovazioni, penso ai nuovi metodi di irrigazione che riducono gli sprechi, abbinate ai metodi tradizionali di coltivazione, che riducono l’uso dei pesticidi, migliorano la qualità del prodotto e rispettano l’ambiente. A tutto questo va aggiunto l’uso dei social media per promuovere i prodotti stagionali legati al proprio territorio, un mix vincente che sta dando grandi soddisfazioni a tanti giovani imprenditori in tutto lo stivale da Nord a Sud. Valentina Stinga è degna rappresentante di questo nuovo soggetto economico con “rareche” ben salde nel proprio territorio, il cosiddetto contadino/a 2.0. La giovane imprenditrice che ha la sua azienda a Casarlano sulle colline sorrentine, è la nuova responsabile regionale di Coldiretti Donne Impresa, il movimento femminile che dal 1953 rappresenta le imprenditrici agricole. Già referente di Donne Impresa Napoli, raccoglie il testimone dalla salernitana Antonella Dell’Orto, ed è la titolare dell’azienda agricola “Rareche”, radici in italiano, questo la dice lunga sul suo senso di appartenenza a una cultura e a un territorio. Lasciare Milano e cominciare a coltivare verdura di stagione a Sorrento, farla conoscere ai clienti attraverso i social, sfruttando le sue competenze in marketing, si è rivelata una scelta coraggiosa ma oltremodo valida. Non sono mancati i momenti di sconforto, la terra è generosa ma richiede tempo e sacrifici, le gelate sono sempre dietro l’angolo, ma soprattutto in questo mestiere il confronto con i cambiamenti climatici si vive sulla propria pelle  ogni santo giorno. Arrendersi mai. “Il ritorno alla terra non è un’utopia, ma è la principale sfida per le giovani generazioni e quelle future, l’importante è cominciare. San Francesco diceva “comincia dalle cose semplici, continua con le necessarie e ti scoprirai a fare l’impossibile”, ed io aggiungo, “a fare l’impossibile con i sogni nel cuore e la terra sotto le unghie”, sono ancora parole di Valentina Stinga, che ci danno la cifra dell’impreditrice che è diventata. E’ stato un piacere scoprire e raccontare questa storia perché è un esempio concreto di quanto fondamentale sia per un Paese come il nostro non perdere quella risorsa fondamentale che sono i giovani. Quando parliamo di “cervelli in fuga” spesso non ci rendiamo conto che la loro “fuga” rappresenta la nostra più amara sconfitta, segno di futuro impoverimento per tutta la comunità. La storia di Valentina Stinga dovrebbe essere esempio non solo per i neo laureati a non arrendersi mai ma anche e soprattutto per le amministrazioni locali e nazionali ad adottare politiche giovanili più efficaci. Ogni “cervello in fuga” in meno che registreremo, sarà una vittoria futura per tutti noi. Con Valentina torniamo alla tradizione per investire nella nuova agricoltura fatta di competenza e qualità. Ora non ci resta che diventare consumatori 2.0: impariamo a acquistare verdura di stagione a chilometro zero, lo stretto necessario in modo da buttare poco o nulla nell’umido, e se aspiriamo a diventare 3.0, una “spesa sospesa come il caffè” per chi è senza lavoro ogni tanto non ci farebbe male, sempre nel solco delle rareche comuni.
di Luigi De Rosa
Info su www.rareche.com; Ridici su https://www.youtube.com/watch?v=wEsKHgXhDV8
(le foto a corredo dell’articolo sono tratte dal web)

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