Meta, questa sera incontro per parlare di Beni Pubblici

Si terrà a Meta questa sera un incontro promosso dal Comitato Popolare Difesa Beni Pubblici e Comuni “Stefano Rodotà”, sostenuto dalla Banca di Credito Popolare con il patrocinio del Comune di Meta, che nasce dal desiderio di approfondire e condividere insieme alle cittadine e ai cittadini della costiera sorrentina una nuova visione sociale e politica al centro del dibattito pubblico attuale: i beni comuni.

Alle ore 18:00 presso l’Aula Consiliare saranno presenti: Giuseppe Tito, Sindaco di Meta; Luigi de Giacomo, Segreteria nazionale del Comitato Rodotà; Elena Coccia, Consigliera Delegata Città Metropolitana di Napoli – Delega Beni Comuni; Fabio Pascapè, Già dirigente settore beni comuni del Comune di Napoli; Renato Briganti, Docente di Diritto pubblico e presidente di Mani Tese Ong Onlus; Nicola Capone, Filosofo del diritto e attivista; Mariella Nica, Giornalista e psicologa; Vincenzo Iurillo, Giornalista de Il Fatto Quotidiano, Contributo video; Ugo Mattei, Giurista e presidente del Comitato Rodotà.

I beni comuni sono quei beni che per la loro natura ecologica culturale o sociale appartengono a tutti, nel senso che nessuno può appropriarsene in quanto singolo individuo o in quanto soggetto sociale o economico. Sono quei beni che se sfruttati e degradati causano ripercussioni negative su tutti i cittadini, presenti e futuri. I beni comuni non sono possedibili, che questo sia per la loro natura fisica, come l’acqua, l’aria o gli ecosistemi, o perché rappresentano parti di un patrimonio pubblico comune, come le grandi opere architettoniche e artistiche. Vendere, sfruttare o inquinare questi beni genera un vantaggio per i pochi proprietari benefattori dell’attività, ma nega a tutti gli altri la possibilità di goderne, ora ed in futuro.

L’Italia detiene uno dei patrimoni naturali e artistici più ricchi al mondo per diversità e ricchezza. Tuttavia, dal 1990 ad oggi, i governi italiani hanno venduto a privati parti di questo patrimonio per un valore pari a 900 miliardi di euro. Boschi, colline, interi borghi e palazzi storici, riserve idriche, infrastrutture e collezioni artistiche, sono stati, e sono, oggetto di acquisizioni private, mentre il restante del patrimonio pubblico, viene trascurato e gestito per coloro che in futuro dovranno e vorranno farne uso, ma nell’interesse economico di chi lo gestisce e pertanto volto all’utile economico.

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