Le Avventure di Pinocchio illustrate da Fabio Sironi, un libro di gran pregio per appassionati e collezionisti. foto

Raccontare Pinocchio, la marionetta nata dalla fantasia di Carlo Lorenzini detto Collodi è sempre emozionante perché in fondo Pinocchio è tutti noi. Come il burattino di Geppetto veniamo al mondo di “legno”, aspiriamo tutti a diventare dei “bambini veri” ma non sempre ci riusciamo: ci vuole forza di volontà, umiltà e coraggio per diventarlo, e spesso alcuni di noi nella novella tragicomica che è la nostra vita, preferiamo restare dei ciocchi di legno, buoni solo per il fuoco e nulla più. In fondo ci arrendiamo alle lusinghe del Gatto e della Volpe e mandiamo via il “Grillo” giudicandolo sempre inopportuno e noioso. Speriamo che le giovani generazioni, quelle dei “Me contro Te” , siano pronte a far tesoro anche degli insegnamenti dei grandi del passato. Non dimentichiamo mai di leggere ai bambini i capolavori come Pinocchio, come tutte le invenzioni dei grandi scrittori non passeranno mai di moda, sono storie che conquistato il cuore dei piccoli lettori,  saranno per loro un bagaglio di vita prima che culturale da ben custodire e tramandare. Di Pinocchio qualche tempo fa ho avuto modo di parlare con Fabio Sironi, dal 1987 al Corriere della Sera, autore d’illustrazioni, ritratti, strisce a fumetti e reportage disegnati. I suoi lavori sono apparsi su giornali e riviste nazionali e internazionali, da “La Domenica del Corriere”al “The New York Review of Books”, da “El Mundo” al “The Times” e in numerose campagne pubblicitarie. Nel 1992 ha ricevuto il Premio Unicef alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna (riferimento mondiale del settore). La sua ricerca artistica include linguaggi diversi, dalla pittura alla performance. Ho incontrato il Maestro a Sorrento grazie ad amici comuni, la Prof.ssa Marina Falco (Accademia delle Belle Arti di Brera) e Claudio d’Esposito, che in molti conoscono come Presidente del Wwf Terre del Tirreno ma che prima di essere un integerrimo paladino degli alberi e dell’ambiente, per trent’anni è stato ed è ancora un talentuoso cartonista, dopo la Scuola del Cinema frequentata a Milano, è approdato alla Casa di produzione “BOZZETTO” lavorando per tutti i grandi marchi italiani dalla Ferrero alla Loacker, offrendo prova di talento anche in opere di alto profilo culturale, su tutte la partecipazione all’animazione di “Johan Padan” del Premio Nobel per la Letteratura (1997) Dario Fo, e qui mi fermo perché il suo curriculum è lungo come lunghissimo è quello di Sironi, e in questo contesto desidero riprendere a discorrere di Pinocchio. Se l’artista sorrentino Claudio d’Esposito ha affrontato il burattino collodiano nel 2000 partecipando al film d’animazione prodotto dalla Lanterna Magica e ispirato alle illustrazioni di Lorenzo Mattotti, Fabio Sironi a “Pinocchio” ha dedicato due anni della sua vita studiando del capolavoro di Collodi ogni dettaglio per realizzare uno splendido libro di trentasette tavole inedite dato alle stampe da Luni Editrice, un vero gioiello grafico e artistico. Il burattino di Fabio Sironi è lontano anni luce dalla versione edulcorata offertaci negli anni Quaranta dalla Disney così come da quella dissacrante proposta dal designer americano KAWS (Brian Donnelly), nelle tavole dell’illustratore milanese la marionetta dal naso allungabile non è il sognatore disneyano, la sua matita ritrae il “Pinocchio” originale, quello ribelle, sfrontato, citrullo all’inverosimile e indomabile che emerge dalle pagine di Carlo Collodi. Curati sono i particolari, coscienziose e approfondite tutte le tematiche dei vari capitoli: grillicidio, Mangiafuoco, l’osteria del Gambero Rosso, gli assassini della Grande Quercia, i giudici, i Reali Carabinieri, i somari, il Campo dei Miracoli, la Fata Turchina, il Paese dei Balocchi etc. Una passeggiata nell’immaginario del libro, quindi, che immerge lo spettatore ricostruendo dettagliatamente le situazioni e le argomentazioni del grande scrittore fiorentino stesso, intrise come sono sempre di simboli, di secondi piani narrativi, di riferimenti ipertestuali. L’ispirazione dell’artista milanese è irrimediabilmente quella legata ai grandi del passato Enrico Mazzanti (per la scelta del bianco e nero) e Carlo Chiostri, che ha reso celebre la storia con le sue tavole “arrotondate“. E’ stato Benedetto Croce a dire “il legno, in cui è tagliato Pinocchio, è l’umanità“, Fabio Sironi non ha voluto tradire il testo di Collodi, sarebbe stato come disegnarci una “bugia”. Pinocchio è (sono parole di Piero Dorfles) tanto amato perché rappresenta tutto quello che, diventati adulti, può essere rimpianto: l’essere liberi, senza senso del dovere né complessi di colpa. In altre parole, perché è una piccola parte di ciascun lettore, e rappresenta non solo il passato, con ricordi e rimpianti, ma anche il presente e il futuro con le sue aspirazioni e speranze. Come ha scritto Dino Messina, il lavoro di Sironiqualche volta fa concorrenza al pezzo che deve illustrare: si tratti di Goethe, dei nuovi linguaggi multimediali, di una disputa culturale, ha il tocco distaccato ed elegante che dà alla pagina un salto di qualità”, giustamente senza troppo distinguere tra arti maggiori e arti minori. Ammesso esista una distinzione: esempi come il suo dimostrerebbe il contrario (e in positivo)”. “Le Avventure di Pinocchio di Carlo Collodi illustrate da Fabio Sironi, edito da Luni, sono un libro di gran pregio, che rende omaggio a questa magnifica storia; stringerlo tra le mani e sfogliarlo, seguire il disegno pulito e netto del tratto, divertirsi a studiare i dettagli, le citazioni nascoste ti dà quelle emozioni che solo un testo cartaceo sa donarti. C’è una scena che secondo me resta impressa nella memoria di noi lettori più di tutte, ed è l’incontro di Pinocchio con Geppetto nel ventre del pesce-cane, perché è in quel preciso istante che il burattino diventa “uomo”, decide, opera, da bambino colpevole d’essere nato si fa padre di suo padre (sono parole di Matteo Garrone), così il ciclo delle perdizioni ha fine. Dicono che la parola Pinocchio abbia etimologia dal toscano “pinacchio” che indica il Pinus pinea”, il pino domestico; a me piace pensare che questa storia abbia in nuce la stessa potenza dei pinoli così piccoli ma che se radicano bene capaci di dare vita ad alberi maestosi che disegnano il paesaggio, lo rendono unico. Sono sentinelle dell’ambiente, meravigliose opere d’arte della Natura, così come meravigliosa e ricca di grandi soddisfazioni sarà la vita delle “bambine e dei bambini veri” che sapranno dare ascolto, non dico sempre ma ogni tanto, al Grillo Parlante. Mi raccomando, nei momenti amari della vita, il segreto è due palline di zucchero nel bicchiere prima di bere la medicina.
di Luigi De Rosa

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