Coronavirus. Ospedali in affanno, medici insufficienti e numero d’emergenza in tilt

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Coronavirus. Ospedali in affanno, medici insufficienti e numero d’emergenza in tilt. Il sistema sanitario italiano è messo a dura prova dal coronavirus, tenendo presente anche la psicosi che ha invaso il Paese. Business Insider Italia ha raccolto la storia di una giovane milanese, con febbre e sintomi influenzali, che inutilmente ha provato a mettersi in contatto con le strutture sanitarie.

“Ho la febbre da tre giorni. Non ho incontrato nessuno proveniente direttamente dalla Cina ma non posso essere sicura che le persone viste negli ultimi 14 giorni non abbiano avuto rapporti con gente tornata dalla Cina (o dal Lodigiano a questo punto)” dice. La donna, infatti, lavorando nel mondo della comunicazione, incontra decine di persone ogni giorno. Per questo motivo, per lo scrupolo e poiché ha in programma di prendere “un paio di aerei la prossima settimana”, chiama il 112 come suggerito a Milano. “Aspetto in linea, dopo 20 minuti mi risponde un operatore. Sono paziente perché immagino la mole di chiamate da filtrare, ma non faccio in tempo a dire qualcosa sulla mia influenza che mi dice di chiamare il 1500”, numero istituito dal Ministero. Prova a telefonare, ma il numero è intasato, “poi casca la linea, Ho provato ininterrottamente per 24 ore, ma non c’è linea. Chiamo il medico di base, ma anche lui ha il telefono staccato. Ho dovuto rinunciare. Mi sono messa sul divano a guardare la televisione”.

Che la situazione sia particolarmente complicata lo conferma anche un medico del pronto soccorso emiliano: “Non siamo pronti a gestire l’emergenza. Il numero d’emergenza è inattivo o intasato, gli infettivologi non sono abbastanza (nonostante almeno una quarantena e diversi casi sospetti) e come se non bastasse l’ufficio igiene dice che fino a lunedì non è in grado di fare i tamponi indirizzando i casi sospetti al pronto soccorso”.

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